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(21 Agosto 2012) Enzo Apicella

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I contratti pubblici passano da due a tre anni

La sindrome del governo amico colpisce ancora: la Rete28aprile dice no all’accordo

(30 Maggio 2007)

Nella notte tra il 28 e il 29 maggio Cgil, Cisl, Uil e governo hanno sottoscritto una nuova intesa sui contratti dei dipendenti pubblici. A seguito di questo accordo sono state revocate tutte le iniziative di lotta dei dipendenti pubblici e della scuola.

L’accordo prevede che gli aumenti medi di 101 euro, tutti da definire in concreto, decorreranno da febbraio 2007 anziché da gennaio 2007. Poi il contratto che inizia il 2008 non si concluderà più il 2009 ma durerà per tre anni fino al 2010. E’ questo un accordo sbagliato perché:

Mette in discussione la credibilità del sindacato, che aveva sottoscritto già due volte nel passato protocolli d’intesa che promettevano 101 euro medi. Si è poi scoperto che il governo non considerava valide quelle intese. Allora i casi sono due: o il governo allora ha imbrogliato, oppure sono stati fatti accordi con troppa leggerezza. In ogni caso è inaccettabile che lo stesso accordo sia discusso e ridiscusso all’infinito.

Nessuno aveva deciso o dato mandato a Cgil, Cisl, Uil per allungare di tre anni la durata dei contratti. E’ chiaro che questa è una modifica pesante a danno dei lavoratori. Già oggi con la durata biennale dei contratti si rinnovano ogni due anni e mezzo, tre. Domani, con la durata triennale già definita preventivamente, i contratti dureranno quattro anni. Sarà quindi ancora più pesante il rischio di perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni.

Ancora una volta si fa un accordo senza consultare nessuno. I lavoratori si trovano cambiato il sistema contrattuale, senza aver potuto dire nulla al riguardo. In questo modo si crea un ulteriore danno per la contrattazione collettiva e si dà ulteriore spazio all’azione individuale delle controparti che, magari anche attraverso la campagna sui lavoratori pubblici fannulloni, avranno ulteriore spazio per dividere e discriminare le lavoratrici e i lavoratori.

Ancora una volta, purtroppo, si dimostra che nel settore pubblico Cgil, Cisl e Uil subiscono la sindrome del governo amico. Con il governo Berlusconi un accordo di questo genere non sarebbe mai stato accettato e ci sarebbe stato lo sciopero. Con il governo di centrosinistra, invece, si accetta di ridiscutere all’infinito lo stesso accordo, e poi si rinuncia anche a lottare per ottenere quello che pareva già definito.

Non possiamo accettare che le cose tra i lavoratori pubblici continuino ad andare così, chiediamo di convocare le assemblee e chiediamo alle lavoratrici e ai lavoratori di esprimersi contro questa intesa. Chiediamo a Cgil, Cisl e Uil di organizzare tra i lavoratori pubblici il referendum per decidere sulla validità dell’accordo.

Roma, 29 maggio 2007

Rete 28 Aprile nella Cgil per l’indipendenza e la democrazia sindacale
http://www.rete28aprile.it

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