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(28 Luglio 2011) Enzo Apicella
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Il mistero di Fatah Al Islam

(1 Giugno 2007)

Beirut, maggio - I sanguinosi scontri nel campo profughi palestinese di Nahr el Bared, a Tripoli, in Libano, hanno attirato l'attenzione su un'organizzazione praticamente sconosciuta: Fatah al Islam. Arabmonitor ne ha parlato con l'opinionista libanese Hassan Hamadeh.

Come si spiegano gli scontri avvenuti a Tripoli?

"Con un preciso progetto di creare le condizioni per trascinare l'esercito libanese in una guerra di logoramento".

Perché l'esercito libanese?

"Perché costituisce l'unica garanzia contro un conflitto civile nel Paese. L'intera crisi è scoppiata quando questi fuorilegge hanno assaltato una banca a Tripoli e poi gli agenti della sicurezza interna sono intervenuti presso il loro covo, che conoscevano, per fermarli. Non sono stati in grado di farlo e hanno chiamato l'esercito che era all'oscuro di tutto, ed è finito nella trappola".

Ma il fenomeno dell'estremismo islamico sunnita in Libano esiste da tempo (nell'ottobre 2005 Charles Ayoub, direttore del foglio indipendente libanese Ad Diyar disse ad Arabmonitor che erano presenti nel Paese molti più militanti islamici di quanti uno potesse immaginare, molti erano stranieri e avevano il preciso obiettivo di destabilizzare il Libano).

"Il fenomeno è emerso cinque-sei anni fa, prima della stessa invasione dell'Iraq, e fu sostenuto dallo stesso Rafic Hariri che intendeva utilizzare i fanatici islamici, gente che guarda ad al Qaeda come riferimento, per i suoi scopi".

Chi li ha incoraggiati o sostenuti in questi ultimi anni?

"Sicuramente il movimento Future di Saad Hariri (leader dell'attuale maggioranza parlamentare libanese) ha una grande responsabilità, perché voleva usarli. Non è un caso che elementi di Fatah al Islam abbiano assaltato la Banca del Mediterraneo (di proprietà della famiglia Hariri) a Tripoli, come episodio scatenante del conflitto, perché sembra che non fossero più pagati (consigliata la lettura di Franklin Lamb: Who is behind the fighting in North Lebanon, www.counterpunch.org). La Banca del Mediterraneo ha avuto lo stesso ruolo nelle vicende libanesi degli ultimi anni che il Banco Ambrosiano in Italia all'epoca della vicenda di Calvi, della P2 e dello IOR".

Si dice che siano molti gli stranieri tra i ranghi di Fatah al Islam.

"Lo stesso ambasciatore saudita a Beirut ha riconosciuto la presenza di un bel numero di suoi connazionali (Marwan Abdulal, dirigente palestinese che vive a Tripoli, ha detto ad Arabmonitor che tra i guerriglieri del gruppo i palestinesi sono i meno rappresentati)".

Come sono entrati in Libano e quando sono arrivati?

"Sono entrati in prevalenza attraverso l'aeroporto internazionale di Beirut che porta ancora il nome di Rafic Hariri, sebbene non sia un onore per il nostro Paese. Sono entrati usando il corridoio militare utilizzato dalle forze dell'Unifil. Nessuno ha potuto fermarli, controllarli. Sono arrivati a piccoli gruppi dallo scorso autunno. Li hanno piazzati in prevalenza nel campo di Ein el Helweh (Sidone), perché là si mimetizzavano meglio in quanto c'era già un gruppo estremista islamico. Poi, grazie alla Securitate libanese (nome preso a prestito dai famigerati servizi segreti della Romania di Nicolae Ceasescu) sono stati trasferiti mesi fa da unità speciali del Ministero degli interni libanese a Nahr el Bared (A questo riguardo fonti palestinesi in Libano hanno riferito che alcuni di Fatah al Islam erano presenti in un campo di addestramento palestinese nella valle della Bekaa usato dal gruppo di Fatah-Intifada. Una volta rotti i ponti con questa organizzazione, si sono spostati in massa a Nahr el Bared. Circa tre mesi fa ci sarebbe stato un negoziato a Sidone, secondo fonti palestinesi interne al campo di Ein el Helweh, tra esponenti islamici e la sorella di Rafic Hariri, Bahia, deputata in Parlamento, la quale avrebbe chiesto ai militanti di lasciare l'area di Sidone per ragioni di opportunità politica (Sidone è la città di origine della famiglia Hariri), offrendo agli islamici anche del denaro se lo avessero fatto)".

Chi è Shaker al Absy, indicato come il capo di Fatah al Islam?

"Un delinquente che agiva in coordinamento con Abu Musab al Zarqawi ed è stato in carcere in Siria per tre anni prima di arrivare in Libano (Si tratta di un giordano palestinese che ha fatto parte di al Fatah ed è stato addestrato in Libia come ufficiale delle forze armate palestinesi. Nel 2002 un diplomatico Usa è stato assassinato ad Amman e Absy fu indagato per quel episodio e quindi condannato in contumacia da una Corte di sicurezza giordana nel 2004 alla pena capitale. Fouad Hussein, esperto giordano in organizzazioni islamiche militanti, ha detto ad Arabmonitor che subito dopo l'uccisione del diplomatico Usa, nell'ottobre 2002, Absy abbandonò la Giordania per riparare in Siria. Il Ministero degli interni siriano ha fatto sapere lo scorso marzo che Absy rimase in carcere in Siria dal dicembre 2003 al dicembre 2006 per attività terroristiche. Una volta rilasciato, raggiunse il Libano. Secondo Fouad Hussein Absy non è mai stato in Iraq. Fonti palestinesi di Tripoli hanno tuttavia rivelato ad Arabmonitor che diversi militanti di Fatah al Islam dentro il campo di Nahr el Bared avrebbero trascorso un certo periodo in Iraq, combattendo tra le fila del gruppo noto come Esercito islamico iracheno)".

A chi sono destinate le armi, le munizioni, gli equipaggiamenti inviati in questi giorni dagli Stati Uniti a Beirut?

"Sembra che i veicoli militari siano stati consegnati all'esercito, il resto andrebbe alle varie milizie della maggioranza che governa. E' curioso se pensiamo che gli Stati Uniti continuano a parlare di invio di armi a Hezbollah, mentre loro provvedono a farle arrivare agli altri".

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