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Padova: Sullo sgombero armato di scienze politiche in via del santo

(2 Giugno 2007)

Mercoledì 30 maggio siamo entrati in orario di chiusura nel palazzo di Ca' Borin in via del Santo, sede della facoltà di Scienze Politiche di Padova, per tenerla aperta durante la notte e fare una festa studentesca. Alle 19:30, senza nessuna trattativa in corso, la Celere di Padova in assetto antisommossa, su ordine del rettore Vincenzo Milanesi, ci ha sgomberato violentemente trascinandoci uno per uno fuori dalla facoltà, colpendo con calci e pugni alcuni studenti e provocando tre feriti.

La festa di ieri sera avrebbe dovuto chiudere il ciclo di seminari di autoformazione “Capitalismo postmoderno e nuovi ingranaggi di controllo”, organizzato presso la facoltà di Scienze Politiche dal collettivo scienze politiche – Lab. FUO.CO., che ha visto la partecipazione fissa di decine e decine di studenti, a testimonianza di quanto sia realmente sentita l’esigenza di produrre percorsi conoscitivi autonomi slegati dalla didattica ufficiale.

L’iniziativa si inseriva inoltre nella campagna “Diritti sicuri” contro la gestione securitaria e repressiva, da parte dell’amministrazione Zanonato, delle contraddizioni e dei conflitti sociali che attraversano questa città: ultimi esempi ne sono stati lo sgombero e la costruzione di veri e propri muri sulle entrate del Lab. FUOri Controllo di via Locatelli, avvenuti la settimana scorsa.

Muri che ieri stesso abbiamo abbattuto simbolicamente per denunciare che l’idea di sicurezza di questa amministrazione serve solo a giustificare controllo sociale e persecuzione delle diversità.

Le feste di Ca’ Borin hanno permesso negli anni a centinaia di studenti di partecipare e vivere la propria università in modo diverso, e di riprodurre una socialità alternativa ai circuiti commerciali conquistando spazi e tempi di comunicazione e relazione che l'università riformata nega da troppo tempo.

Tutto questo è diventato un problema di ordine pubblico per il rettorato, che ha deciso, per la prima volta nel dicembre scorso, di ordinare alla questura l’intervento della celere per sgomberare militarmente i locali della facoltà e perseguire così la politica di tolleranza zero nei confronti dei progetti e dei conflitti portati dagli studenti nel cuore dell’università.

La linea del rettore di centro-sinistra, così come quella del sindaco di Padova, rappresenta la peggiore sintesi delle politiche securitarie delle sinistre al governo: chiusura e sgombero degli spazi sociali, denunce, costruzione di muri, esclusione e neutralizzazione delle differenze sociali e culturali.

Ieri sera il nostro conflitto si è riversato in piazza delle Erbe, quella dei divieti e della chiusura anticipata dei bar per motivi di “decoro” e “ordine pubblico”. Ma non è finita qui. Non bastano muri, manganelli e denunce a fermare il nostro desiderio di conflitto.

I nostri desideri restano sempre gli stessi. E anche noi.

Collettivo scienze politiche – Lab. FUO.CO.

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