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FARC-EP: Dichiarazione politica della nona conferenza “Per la nuova Colombia, la patria grande e il socialismo!”

(14 Maggio 2007)

Salutiamo il popolo colombiano e lo informiamo dell’avvenuta realizzazione, con successo, della nostra Nona Conferenza Nazionale, preparata e tenutasi nonostante gli obbrobriosi incrementi ed azioni delle truppe statunitensi nel territorio nazionale, nonché le operazioni del cosiddetto Plan Colombia, che com’è noto sono dirette principalmente contro la popolazione civile.

Abbiamo concluso che oggi, come nel corso di tutto il secolo passato, la Casa Bianca decide le politiche essenziali del nostro paese, impone la propria concezione di Stato ed elabora, disegna e dirige i piani e strategie della forza pubblica, così come le regole fondamentali in materia di finanza, industria e commercio in Colombia, cosa di fronte a cui i diversi governi sono rimasti prostrati ed i presidenti si sono comportati come cipai.

Oggi, come nel corso del XX secolo, il paese si trova in una profonda crisi i cui effetti colpiscono non i ricchi, bensì il popolo, attraverso una quotidianità fatta di violenza economica, sociale, militare e morale come conseguenza di un ordinamento politico corrotto, giustificato a stento da un sistema elettorale fraudolento e da una grande stampa volgare.

Oggi, come sempre, gli indigeni, i contadini, i coloni e le diverse comunità afro-discendenti soffrono l’aggressione criminale di terratenenti e latifondisti, che vogliono le loro terre a qualunque costo.

Oggi, come succede da mezzo secolo, i padroni del potere, delle tenute e del denaro organizzano bande criminali, parallele alle forze militari e di polizia e gemelle delle stesse, che sono incaricate di aggredire il popolo e seminare il terrore tra la popolazione; il fine è quello di perpetuarsi eternamente come governanti, agevolati dalle inesauribili finanze del narcotraffico, costituendo in questo modo uno Stato paramilitare e mafioso dalle caratteristiche fasciste.
Per tutte queste ragioni, oggi come mezzo secolo fa l’illegittimità del regime ed il terrorismo di Stato rendono attuale la sollevazione popolare e convalidano, di fronte al mondo, il sacrosanto diritto del popolo colombiano di ribellarsi.

Il processo attualmente in corso, conosciuto come “para-politica”, sta dimostrando i profondi e solidi nessi tra il potere politico, il militarismo, la corruzione amministrativa ed il narcotraffico, così come anni addietro erano state evidenti le profonde radici nella politica regionale dei capi Pablo Escobar Gaviria, don Berna ed i fratelli Castaño Gil, durante il periodo in cui Alvaro Uribe era sindaco di Medellín, governatore di Antioquia e poi direttore dell’Aeronautica Civile e quando portavano mercenari israeliani e formavano le “Convivir”; altrettanto visibile fu questa vergognosa articolazione nel corso del cosiddetto “processo 8000”. La Colombia, di fatto, è sempre stata governata in questo pessimo modo.

Con la farsa del Ralito, l’oligarchia ha voluto occultare l’incremento del potere delle mafie incastonate nell’apparato dello Stato, inondare coi suoi narco-dollari il mercato nazionale ed ottenere l’impunità per alcuni capi, protetti da una legalità approvata dagli stessi paramilitari in parlamento con l’affannoso e prezioso aiuto da parte del governo nazionale e dell’uribismo.

La profonda crisi che attraversano i partiti tradizionali e le istituzioni, è il riflesso dei gravi squilibri economici e sociali che potremo superare solo quando le maggioranze saranno capaci di forgiare nuove relazioni basate su principi di sovranità, vera dem ocrazia, giustizia sociale ed integerrima etica amministrativa.

Ma la crisi persisterà e si aggraverà fino a quando le mercenarie truppe statunitensi -ed i loro generali- sosterranno le istituzioni colombiane, e la strategia paramilitare sarà la colonna vertebrale dello Stato ed imporrà attraverso i suoi burattini le direttrici ai tre rami del potere pubblico. La crisi persisterà e si aggraverà fino a quando andrà avanti la sottrazione delle terre e lo sfollamento di indigeni, afro-discendenti, coloni e contadini, il neoliberismo sarà la strategia ufficiale e si continuerà a privatizzare le imprese statali, cosa che ora vogliono fare con Ecopetrol e che tra tutti dobbiamo impedire, c on un gesto di dignità e difesa del patrimonio collettivo. La crisi persisterà e si aggraverà fino a quando il Dipartimento Nazionale di Statistica (DANE) continuerà a fungere da dipartimento della manipolazione e dell’inganno, e la corruzione e l’arricchimento personale saranno il principale perno della politica in Colombia.

Le FARC-EP mantengono alta la bandiera della soluzione politica alla crisi, che con la partecipazione maggioritaria dei colombiani possa definire, in modo sovrano, la costruzione di una nuova istituzionalità come quella segnalata nella piattaforma bolivariana per la Nuova Colombia, che indirizzi il paese verso il pieno esercizio di tutto il suo potenziale democratico e progressista.
Con questo spirito reiteriamo la nostra proposta di scambio dei prigionieri politici. Per iniziare conversazioni è indispensabile che lo Stato offra le garanzie necessarie. Le spiegazioni date per non garantirle nascondono soltanto il sentimento vendicativo di un governo che è incapace di accettare la realtà dello scontro, gioca temerariamente con la libertà e la vita dei prigionieri ed è meschino con il futuro della Patria.

Il Plan Colombia ed il Plan Patriota, che sono falliti, sono serviti esclusivamente a facilitare le maggiori ingerenza e presenza del governo gringo nel nostro paese, incrementare la repressione ed il terrore ai danni degli oppositori civili al regime, alimentare ulteriormente i corrotti nell’amministrazione, sottomettere i mezzi di comunicazione e militarizzare la vita nazionale.

La Nona Conferenza Guerrigliera ribadisce, ancora una volta, il giuramento fariano di lotta per una Colombia democratica, sovrana e con giustizia sociale.
La nostra volontà di contribuire a raggiungere questo obiettivo si è plasmata al calore dello scontro attuale. Il bilancio sul compimento dei piani stabiliti nell’Ottava Conferenza è positivo e la nostra forza politica e militare è cresciuta, cosa che è inoccultabile ai colombiani che non si accontentano dell’informazione ufficiale sui guerriglieri morti, fatti prigionieri o disertori. La nostra forza è attiva e pressante in tutto il territorio nazionale, il paese e la comunità internazionale lo sanno.

Continueremo a sviluppare la costruzione clandestina del Movimento Bolivariano per la Nuova Colombia, quale strumento vitale che porta la nostra proposta politica alle masse per organizzare aneliti e sogni, attraverso azioni e compiti quotidiani in tutti i settori che vogliono realizzarli.
Persisteremo nell’organizzazione e nel rafforzamento del Partito Comunista Clandestino, quale strumento indispensabile nella lotta per il potere e la costruzione della nuova Patria.

Continueremo a profondere, infaticabili, il nostro sforzo per la più ampia unità contro il terrorismo di Stato, l’indignante ingerenza gringa, l’abominevole neoliberismo, la piaga del latifondismo ed il cancro della corruzione, e per convergere con tutti quelli che lottano per gli stessi obiettivi in diversi scenari e con diverse modalità.
Manterremo il nostro impegno con l’unità popolare e democratica per la nuova Patria, e nessuna soluzione veramente democratica, patriottica e dal profondo contenuto popolare, alla crisi nazionale, potrà avere luogo nel nostro paese senza la piena partecipazione delle FARC.

Manteniamo vigente la nostra indicazione di rafforzare tutte le modalità di democrazia diretta che permettano alle comunità in ogni località, quartiere, frazione, villaggio, municipio, ecc. d’imporre la sua volontà al di sopra di quelli cercano solo il proprio beneficio personale servendosi delle istituzioni.

Salutiamo i guerriglieri, i miliziani bolivariani, gli invalidi di guerra, i familiari dei guerriglieri caduti, i prigionieri di guerra, Sonia e Simón, i membri dei nuclei bolivariani e delle cellule clandestine, i nostri amici, tutti gli appartenenti alle diverse organizzazioni popolari ed unioni di lotta, nonché i convinti della necessità dello scambio di prigionieri e della soluzione politica. Li invitiamo a raddoppiare gli sforzi per superare questa tenebrosa notte di odi, guerre, menzogne, rappresaglie e terrore di Stato incarnata da Alvaro Uribe; questi, con un gesto di trasparenza e realismo, dovrebbe dimettersi fino a chiarire i suoi nessi personali con il paramilitarismo e quantificare le dimensioni della votazione manipolata da capi, sindaci, governatori e parlamentari paramilitari, che gli ha permesso di diventare Presidente.

Salutiamo i popoli dell’America Latina e dei Carabi, che inondano il continente di rinnovati venti di democrazia, e quei presidenti che, a differenza di quello colombiano, oggi rappresentano con il loro comportamento indipendente la dignità dei nostri popoli di fronte alla grossolana pretesa statunitense d’interferire nella nostra vita sovrana.
Salutiamo il Movimento Continentale Bolivariano, simbolo d’unità e lotta che rivendica gli ideali del Libertador come fiaccola che illumina il futuro antimperialista dell’America Latina.

Continueremo a lottare per costruire in Colombia uno Stato giusto, che avanzi verso l’uguaglianza sociale e non accentui gli abissi tra poveri e ricchi, come invece fa quello attuale; e per arrivare ad un sistema sociale adeguato alle realtà del secolo XXI, con la rivendicazione dei nostri valori, tradizioni e ricchezze migliori, che mantenga viva la dignità del nostro popolo per l’autodeterminazione e contro l’ingerenza imperiale, per la giustizia, la solidarietà latinoamericana e la vigenza dell’ideale bolivariano di dare ai nostri popoli la maggior quantità di felicità possibile.

Nuova Colombia, Patria Grande e Socialismo sono la nostra bandiera!

Montagne della Colombia, gennaio 2007

Nona Conferenza delle FARC-EP

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