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Eurispes, morti bianche: peggio della guerra

37 anni l'età media delle vittime. Edilizia, industria e agricoltura i più colpiti. Nella provincia di Rieti, il primato negativo nazionale sui trasporti.

(2 Giugno 2007)

Infortuni sul lavoro: peggio della guerra. Così titola la mappatura del fenomeno - infortuni sul lavoro - redatta dall'Eurispes con il patrocinio del presidente della Commissione attività produttive della Camera dei Deputati.
I dati denunciati sono allarmanti e riguardano uno studio realizzato tra il 2003 e il 2005 su tutto il territorio nazionale. Il Lazio nella graduatoria nazionale degli incidenti mortali si attesta al terzo posto, preceduto da Lombardia ed Emilia Romagna. Risulta evidente, che nei tre anni presi in considerazione non muta la localizzazione degli incidenti mortali, a dimostrazione della carenza di provvedimenti legislativi a tutela dei lavoratori. I settori ad alto rischio infortuni sono l'edilizia, l'industria, l'agricoltura e i trasporti, dove l'età media di mortalità si aggira sui 37 anni, contro l'aspettativa di vita dei 79,12, come rilevato dal ministero della Sanità.

Altissima l'incidenza di infortuni nella provincia di Rieti che detiene il primato negativo nazionale nel settore dei trasporti con 19,25 infortuni per 100 addetti all'anno, seguito da Viterbo e Frosinone. Cause determinate dalle eccessive ore a cui sono sottoposti gli autisti del traporto merci.

Nel 2004, a cavallo del triennio 2003-2005, l'Eurispes evidenzia un picco di morti bianche anche nel settore dell'agricoltura, causato maggiormente dai ribaltimenti dei trattori. Nella graduatoria del Lazio, Rieti si attesta ancora come capofila. Nella provincia reatina sono 9,25 gli infortuni annui registrati, seguiti da Latina, Frosinone e Roma.

Nel settore industriale spicca Frosinone nella graduatoria laziale, con 3,82 infortuni per 100 addetti all'anno, mentre per quanto riguarda le morti bianche nel settore delle costruzioni, ancora una volta Rieti si trova al primo posto nella classifica regionale.
La percentuale media delle denunce per infortunio tra i lavoratori immigrati è dell'11,71%, mentre quella dei decessi è del 12,03%: una sostanziale uguaglianza anomala. Infatti nel rapporto emerso per i lavoratori italiani la percentuale degli incidenti è di gran lunga superiore a quella dei morti. Segno, secondo l'Eurispes, che molti infortuni non vengono denunciati.

Sono molteplici le cause che determinano conseguenze drammatiche nel posto di lavoro. In primis il mancato rispetto delle procedure di sicurezza e di un'attento controllo sul rispetto delle stesse, la precarietà legata all'inadeguata formazione professionale e l'incremento dei carichi di lavoro che aumenta inevitabilmente lo stress.

"Per contrastare la strage denunciata dall'Eurispes - commenta l'assessora regionale al Lavoro Alessandra Tibaldi - occorrono azioni concrete contro il lavoro nero, come il disegno di legge per l'emersione del lavoro sommerso che contiamo di approvare entro l'estate. Ma la sicurezza sul lavoro è collegata anche alla condizione di precarietà, che genera malattie neuro-psichiatriche con elevato costo sociale. Per contrastare questi fenomeni la Regione Lazio ha organizzato per giugno un consiglio regionale straordinario sulla precarietà ed una conferenza sul lavoro".


Liberazione,02/06/2007

Alessandro Ambrosin

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