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(4 Novembre 2009) Enzo Apicella
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9 Giugno: per uno spezzone autorganizzato "no Bush no Prodi"

Contro tutti i boia! Contro i pacifisti di lotta e di governo! Contro la guerra, rivoluzione!

(6 Giugno 2007)

Da quando il capitalismo si è imposto come sistema dominante nell'intero pianeta terra, la guerra è diventata condizione permanente per tutta l'umanità.
La concorrenza sul mercato mondiale è insieme figlia, compagna, madre delle guerre militari che i padroni del mondo non esitano a scatenare direttamente o per interposta persona in aree strategiche del globo.
A pagare, in termini di sangue e sfruttamento, il proletariato internazionale.
Questa è la legge di questa società, ed a questa legge non poteva certo sottrarsi l'America di Bush, ex superpotenza oggi alla ricerca di una propria unilaterale supremazia militare che compensi il tendenziale, e già avviato, declino economico e di influenza mondiale.
Altri predoni scalpitano sulla scena internazionale (l'U.E., l'Asia, lo sceiccato islam-petrolifero), pronti a mandare a morire i "propri" sfruttati per i "propri" interessi spartitori; ciascuno con la propria ideologia e mitologia, della patria, della frontiera, del terrore, della difesa, della resistenza, del martirio.
Solo gli sfruttati non riescono ad esprimere la propria potenza nonostante l'aumento numerico e la contaminazione migratoria, perché privo della, questa sì, "propria" solidarietà internazionale, perché legati mani e piedi al carro delle proprie borghesie ed annebbiato dai tanti paradisi religiosi e fondamentalisti, come dalle presunte scorciatoie populiste e militariste.

Oggi Bush è nella Roma del Papa anche per rinsaldare il legame col proprio elettorato cattolico in prospettiva elettorale, ed in molti riscoprono l'invecchiato e rassicurante ritornello "go-home", che traghetta l'intero movimento pacifista di lotta e di governo dall'antiamericanismo filoeuropeista all'intervento diretto nella dinamica delle presidenziali U.S.A. In sostanza, gli orfani del fu movimento no-global, oggi alla ricerca di sponde di sinistra critiche e democratiche, ieri sponsor di un'"Europa potenza sociale dal volto umano", non vedrebbero male un democratico alla Casa Bianca come garanzia di un più rapido passaggio alla gestione multilaterale delle crisi internazionali.
Da qui, dopo aver tranquillamente digerito il boia spione Putin, se la prendono con Bush. Il governo Prodi traccheggia tra le unte e ufficiali strette di mano e l'imbarazzo provocato dai soliti scapestrati della sinistra "radicale" che, dopo aver votato compatti su scaloni e t.f.r. contro i lavoratori, dopo aver rinnovato ed incrementato i finanziamenti alle loro missioni "umanitarie", oggi mugugnano ritualmente contro lo Yankee.
Da questo pantano politicista occorre scindersi con decisione, disertando ogni patria ed ogni guerra, riprendendo e collegando le lotte pur esistenti contro questa stessa "civile società" che impone tutti i giorni sfruttamento, precarietà, carcere, devastazione dei territori. È il nostro modo di lottare contro la guerra imperialista ed i suoi falsi oppositori, per l'internazionalismo, per l'anticapitalismo.
E per rendere la giornata amara ai Presidenti e ai loro lacchè.
CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA

Per un movimento dell'autorganizzazione anticapitalista

Il 9 giugno appuntamento nazionale sotto lo striscione NO BUSH NO PRODI

Coordinamento lavoratrici e lavoratori Roma Ovest,
Collettivo PrecariAtesia, CSOA "I Pò" di Marino,
CSOA "Macchia Rossa" Magliana, LR "Gatto Selvaggio",
Comitato Precari Roma Est, Assemblea Coordinata e
Continuativa contro la Precarietà, Coordinamento delle Autonomie di Classe - Roma

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