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Il sogno

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(15 Ottobre 2010) Enzo Apicella
Il 16 ottobre manifestazione nazionale dei metalmeccanici Fiom contro la "medicina Marchionne"

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(Contratto Metalmeccanici)

Metalmeccanici: contratto a… ‘cavallo di ritorno’

(6 Giugno 2007)

I ricchi sono sempre più ricchi ed i lavoratori sono sempre più poveri e precari: con questo contratto FIOM-FIM-UILM-FISMIC confermano la sciagurata logica già sottoscritta nell’accordo di luglio 93: oggi costo del lavoro e potere d’acquisto dei salari in Italia sono tra più bassi d’Europa, l’inflazione reale - per l’ - schizza alle stelle, le leggi-finanziarie (sia dei governi di centrodestra che di quelli di cosiddetto centrosinistra) falcidiano irrimediabilmente i già miseri salari dei lavoratori ormai precipitati in fascia di povertà certificata dagli stessi indici CEE.

Basta dare una scorsa ai bilanci delle società dei vari settori: FIAT, CAPITALIA, MEDIOBANCA, RCS, BNL, TELECOM, PIRELLI, UNICREDITO ITALIANO, SAN PAOLO, AUTOGRILL, ENI, ecc.) per rendersi conto che in questi anni i profitti aziendali hanno avuto incrementi astronomici. Riproporre oggi risibili aumenti significa decidere di tenere definitivamente “a stecchetto” i lavoratori (che col salario non arrivano nemmeno alla 2° settimana del mese) per imporre il comando della concertazione in fabbrica!

FIOM-FIM-UILM-FISMIC-FEDERMECCANICA SCELGONO DI TENERE A STECCHETTO I LAVORATORI PERCHE’ E’ CON SALARIO, PRECARIETA’ E ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO CHE ESERCITANO IL LORO POTERE

I non casuali e dilaganti livelli di povertà, disoccupazione e precarietà in cui stanno ingabbiando i lavoratori consentono al padronato (e ai suoi sindacati) di sfruttare la non casuale per ricontrattare al ribasso le modalità della prestazione e dell’orario. Contratti a “cavallo di ritorno”: tolgono 100 e concedono 10 scambiando la restituzione di qualche ‘briciola di refurtiva’ (67 euro netti e scaglionati al 3° livello, ad esempio), con lo sfondamento delle 40 ore settimanali e turnazioni aggiuntive oltre i 15 turni di lavoro: 3 turni e notturno, sabato e domenica lavorativa per qualche euro di aumento sulle maggiorazioni; lavoratori ‘polivalenti e polifunzionali’ (con modifica in pejus dell’inquadramento), ‘reperibili’ e telefonabili a casa e comandabili in ogni momento al lavoro ‘forzato’ fuori turno e festivo, con ‘paghe di posto’ concesse clientelarmente da azienda e delegati sindacali in base al merito. Ampliano la precarietà consentendo al padronato il 15% di contratti a termine sulla forza occupata a tempo indeterminato (percentuale allargabile con la contrattazione aziendale) nonché, in aggiunta, contratti di inserimento e apprendistato. La richiesta di assemblee retribuite ‘non sindacali’ ma convocate dalle aziende in tema di sicurezza e salute fotografa la logica neocorporativa di questo contratto. Far finta, poi, che “il rapporto di lavoro normale dell’industria metalmeccanica è il contratto di lavoro a tempo indeterminato” la dice tutta sulla devastazione dei diritti dei lavoratori (dal pacchetto Treu alla legge Biagi) fatta in questi anni da confederali, padronato, e i vari governi dell’alternanza bipolare (da Prodi a Berlusconi), compresa la cosiddetta sinistra ‘radicale’.

Referendum-farsa: in contrasto con la millantata approvazione dell’88 dei lavoratori della piattaforma contrattuale cresce la rabbia operaia nelle fabbriche italiane contro il conflitto d’interessi dei sindacati confederali che autoreferenziano il voto dei lavoratori senza alcuna regola esigibile: o i lavoratori soffrono di schizofrenia (criticano e bocciano le piattaforme in assemblea per approvarle in giorno dopo nei referendum) o i sindacati confederali, nel chiuso delle salette sindacali sostituiscono le schede dei no con altrettanti si: sappiamo quanto sia vera la 2° ipotesi. Come aspettarsi altro da chi si piglia il 33% dei seggi RSU indipendentemente dal voto dei lavoratori, e gode di privilegi e monopolio sindacale concessi direttamente dal padronato (la ‘controparte’) con la stipulazione dei contratti-bidone? Non si chiamava questo, una volta, sindacalismo giallo?!

Non basta la rabbia, non basta aver ragione: bisogna svoltare e organizzarsi con lo Slai Cobas

SLAI COBAS - COORDINAMENTO NAZIONALE

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