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Pro mutuo mori

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(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
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Il 9 giugno in piazza a Roma contro la visita di Bush e la politica militarista del governo Prodi.

(6 Giugno 2007)

E’ stato importante il processo unitario che ha portato alla convocazione della manifestazione nazionale del 9 giugno contro la visita di Bush, primo responsabile della guerra permanente, ma anche contro la politica militarista del governo Prodi. Le complicità dell’Italia con gli apparati della guerra permanente non sono più accettabili. I fatti si sono incaricati di spingere diversi soggetti politici della sinistra e i movimenti sociali verso l’autonomia dal recinto che la sinistra di governo avrebbe voluto imporre a sostegno delle proprie scelte, incluso quello ultimo di Piazza del Popolo. Il voto per la missione militare in Afghanistan seguito dall’incredibile silenzio sull’invio dei Mangusta, sull’incremento delle spese militari nella Legge Finanziaria, sul mantenimento della cooperazione militare con Israele, sull’adesione segreta allo Scudo missilistico USA in Europa, la questione della nuova base USA a Vicenza (oggetto di una forte contestazione a Trento nei confronti del premier Romano Prodi), hanno azzerato le aperture di credito verso le scelte dei partiti della sinistra di governo.
Ma a rendere più chiaro lo scenario, hanno contribuito significativamente le conseguenze politiche e sociali delle scelte strategiche del governo Prodi sul piano economico. I fischi e poi gli scioperi nelle fabbriche sulle pensioni, gli scioperi messi in campo dal sindacalismo di base, l’esplosione di vertenze sociali e territoriali contro il business delle grandi opere e le devastazioni ambientali, hanno evidenziato la divaricazione tra scelte del governo e società reale fino a disvelare che la crisi ha coinvolto profondamente anche i partiti della sinistra di governo. I risultati delle elezioni amministrative stanno lì a dimostrarlo.
In questi mesi, le contraddizioni di tale scenario hanno messo in moto l’autonomia delle soggettività politiche e dei movimenti sociali che rifiutano la guerra e il militarismo, che non intendono “morire socialdemocratici” né arrivare ad una nuova fase di scontro con il blocco delle destre completamente privi di ogni opzione alternativa alla logica del meno peggio.

Per queste ragioni, sabato 9 giugno staremo, e invitiamo tutti a stare, al corteo che partirà da Piazza della Repubblica alle ore 15.00 e si concluderà a Piazza Navona

p. La Rete dei Comunisti
Sergio Cararo

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