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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Lettera aperta ai Sindacati della Scuola

A Enrico Panini (Flc Cgil), Francesco Scrima (Cisl Scuola), Massimo Di Menna (Uil Scuola).

(12 Giugno 2007)

A partire dalla delusione per il contratto siglato il 29 u.s. che, senza alcun mandato da parte dei lavoratori, ha aperto la strada alla triennalizzazione, lasciando tra l'altro sostanzialmente scoperto per intero l'anno 2006 e subordinando gli incrementi stipendiali a criteri meritocratici non meglio definiti, vorremmo sottoporre alla vostra attenzione alcuni argomenti di dissenso che mettono in seria discussione la rappresentatività del sindacato, che in quanto tale ha ragion d'essere nella misura in cui è capace di porsi a difesa delle istanze di tutti i lavoratori siano essi iscritti o non lo siano.

In particolare, come insegnanti e operatori della scuola:

- Respingiamo l'introduzione di criteri pseudo-meritocratici finalizzati ad introdurre elementi di competizione-carriera tra i docenti, che inficerebbero la cooperazione nel progetto educativo, costituendo di fatto delle gerarchie aziendali all'interno di un'istituzione che, dall'introduzione della Dirigenza fin qui, ha visto progressivamente sminuiti gli spazi di democrazia sacrificati ad un'ipotetica efficienza organizzativa che non abbiamo tra l'altro minimamente riscontrato. Semmai le statistiche affermano, al contrario, che i casi di mobbing e le fughe dalla scuola verso il pensionamento sono incredibilmente aumentati, segno di un profondo disagio dei docenti verso riforme subite e mai partecipate e condivise, che, tra l'altro, hanno fatto precipitare nelle classifiche internazionali anche la scuola materna ed elementare, le quali erano il fiore all'occhiello del nostro sistema scolastico.

- Respingiamo la sedicente autonomia scolastica che, oltre ad aver prodotto un aumento smisurato del potere dirigenziale e la privatizzazione sostanziale delle scuole poste in competizione tra loro per l'accaparramento di clienti, si è rivelata un vero e proprio "fallimento" nella misura in cui alle scuole sono venuti a mancare i necessari finanziamenti perfino per far fronte all'ordinaria amministrazione.

- Respingiamo la babele dei curricoli di scuola che si vorrebbero introdurre attraverso le Nuove Indicazioni Nazionali e la paventata sperimentazione delle stesse a partire dal prossimo anno scolastico. La commissione che si appresta a vararle, oltre a non essere rappresentativa del mondo della scuola, poiché nessun docente fa parte di essa, dimentica che i preesistenti Programmi Ministeriali del '91 (Infanzia) '85 (Elementare) '79 (Media) sono tuttora vigenti, dal momento che nessuna disposizione formale li ha mai abrogati. Purtroppo sembra che anche voi nel sindacato lo abbiate dimenticato.

Mario Pirani, che di certo non è un estremista, nel condividere le analisi del Manifesto dei 500, dalle pagine di Repubblica ha sottolineato quale iattura rappresenti il ribadito abbandono dei programmi nazionali di studio per sostituirli con "programmi personalizzati" decisi scuola per scuola. Non ci sembra di aver notato da parte vostra una particolare attenzione al tema e, in quelle scarse dichiarazioni che abbiamo letto da quando si è insediato il nuovo governo, si nota un sostanziale avallo della destrutturazione del sistema pubblico dell'istruzione che avviene anche attraverso la diversificazione dei programmi.

Rileviamo con rammarico la distanza abissale tra le posizioni ufficiali del sindacato e le istanze e i bisogni di chi la scuola la vive giorno per giorno superando infinite difficoltà alle quali ultimamente si sono aggiunte aggressioni mediatiche senza precedenti.

SULLE QUESTIONI SOLLEVATE RITENIAMO CHE IL SINDACATO DEBBA

- mantenere la cadenza biennale dei contratti rivendicando almeno il recupero pieno dell'inflazione per tutti gli anni (2006 compreso), oltre a pretendere contestualmente un piano di congrui aumenti salariali per tutti i lavoratori della scuola per portare i loro stipendi all'altezza della media europea;

- rivendicare l'eliminazione dei danni che l'autonomia scolastica ha prodotto anche in termini di democrazia nei rapporti di lavoro;

- pretendere il ripristino immediato dei Programmi Nazionali del 91, dell'85 del 79 e solo successivamente discutere di un'eventuale revisione degli stessi;

- prendere atto che, dopo il fallimento evidente della politica del cacciavite, nessuna inversione di tendenza è realizzabile prescindendo dall'abrogazione delle leggi Moratti;

- rifiutare qualsiasi logica meritocratica che dia luogo a differenze stipendiali, ma piuttosto intraprendere la strada di un aggiornamento retribuito e aperto a tutti, in particolare sulle tematiche dell'integrazione e del disagio scolastico;

- intraprendere un percorso di ascolto e scelte condivise con la base per superare la crisi di rappresentanza che da tempo investe i rapporti tra i lavoratori e le organizzazioni.

Rimaniamo in attesa di un riscontro al presente appello.

Per aderire alla lettera e consultare le adesioni fino ad ora pervenute collegarsi alla seguente pagina: http://www.foruminsegnanti.it/lettera/

Forum Insegnanti

Fonte

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