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Dove va il Partito Comunista dei Lavoratori

(13 Giugno 2007)

La questione sollevatasi negli ultimi mesi nel mcPcl, sulla mancanza di democrazia interna e sulla espulsione dei compagni umbri, veneti e romani, operai e appartenenti a sigle sindacali di base, mi ha indotto ad intraprendere una attenta riflessione sulla opportunità di continuare il percorso politico nel mcPcl. Personalmente ritengo necessaria, in seno alla situazione attuale, la costruzione di un reale Partito Comunista in Italia, che sia espressione politica di una classe, delle proprie esigenze, dei propri bisogni e soprattutto che sia la risultante del lavoro e della dedizione di operai, giovani, studenti, disoccupati e precari.
La Dirigenza del mcPcl attuando un’impostazione rigida e, a mio parere, non adeguata sul percorso di costruzione del futuro partito, da una parte, seleziona in maniera molto ristretta compagni che condividono nello specifico alcuni dogmi propagandistici che richiamano l’AMR (ad es: condivisione della IV internazionale, del programma transitorio etc..) e che non lasciano spazio ad una visione marxista-rivoluzionaria più generale – e nello stesso tempo espellendone altri – e, dall’altra parte, in maniera più superficiale e contraddittoria concede il tesseramento a compagni non militanti e poco disponibili a contribuire concretamente alla costruzione del partito ma, probabilmente, utili a rimpinguare il numero degli iscritti.
Questa è una tra le ragioni che mi porta a concludere qui il percorso militante all’interno dell’mcPcl.
Inoltre, il dibattito sulla presenza del dissenso all’interno del Movimento che ci eravamo prefissati di continuare e di argomentare fino e durante il Congresso fondativo del prossimo autunno, ha purtroppo subito una sconcertante battuta d’arresto così da evitare e da ignorare, da un mese a questa parte, qualsiasi tipo di discussione o di inserimento della questione come punto all’ordine del giorno.
Con grande rammarico giungo a questa conclusione esprimendo, pur tuttavia nelle divergenze, grande stima personale e affetto per i compagni di Cosenza con cui ho camminato insieme fino ad oggi.
Nello stesso tempo però, mi preme sottolineare come questo apprezzamento non sia riferito ad alcuni altri compagni calabresi che, pur dirigendo sezioni con grosse potenzialità giovanili, non hanno avuto la capacità fino ad oggi, di dare contributi di crescita e di formazione di nuovi militanti. Creando al contrario, secondo me, grosse difficoltà gestionali e organizzative nei confronti di quei compagni impegnati incondizionatamente nella costruzione del partito.
Lo spazio creatosi a sinistra, la potenzialità emersa con la manifestazione del 9 giugno di riempire questo vuoto politico con una nuova forza comunista, di alternativa e anticapitalista mi stimolano, oggi più che mai, a continuare a lavorare per la costruzione di un Partito Comunista rivoluzionario in Italia ma, per le ragioni suddette, non più all’interno del mcPcl.

Rosellina Aiello – ex mcPcl Cosenza

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