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9 Giugno una scadenza o un punto di partenza?

Ai compagni e alle compagne delle realtà che hanno lavorato per la riuscita del corteo nazionale del 9 giugno a Roma.

(13 Giugno 2007)

Il 9 giugno un enorme corteo di decine di migliaia di persone ha sfilato a Roma per protestare contro l’arrivo del terrorista Bush, gradito ospite del “pacifista” Prodi.

Un importante successo, che tutti noi abbiamo contribuito a determinare, per il numero elevatissimo di partecipanti caratterizzato anche da una forte intensità e coinvolgimento.

Un grande movimento che si è schierato inequivocabilmente contro le criminali aggressioni imperialiste dell’amministrazione USA e le politiche belliciste del governo Prodi e che, in rottura con l’area istituzionale, non ha accettato compromessi sui contenuti e ha affermato un proprio percorso autonomo contro la guerra e contro l’imperialismo statunitense ed europeo.

La scommessa da vincere ora è quella di trasformare questa enorme sensibilità che si è espressa contro la barbarie della guerra a livello nazionale, in una coerente coscienza antimperialista che sappia radicarsi diffusamente a livello locale con una continuità di percorsi nei nostri territori.

Come compagni e compagne del Centro Sociale Autogestito Vittoria ci siamo approcciati a questa giornata provando, già nella fase preparatoria del corteo nazionale, a delineare momenti di analisi collettiva ed elementi di possibile condivisione di percorsi nella nostra città.

Crediamo che le scadenze siano e rimangano purtroppo tali, se non si riesce ad esprimere un’intelligenza collettiva che metta insieme forza, sensibilità e pratiche anche differenti.

Senza questi presupposti le scadenze si riducono esclusivamente ad “eventi” che, in quanto tali, assumono il ruolo di vetrina dove dare velleitariamente mostra di protagonismi e pseudo-egemonismi vari, finalizzati a cercare di coprire vuoti e carenze politiche strutturali nel quotidiano e che invece producono spettacolarizzazioni mediatiche che, una volta consumate, non hanno nessuna ricaduta positiva nella realizzazione di una continuità politica all’interno di percorsi di massa.

Ed è questo il nodo da sciogliere, al di là del giudizio grandemente positivo sulla giornata e, cioè, la comprensione collettiva dei nuovi scenari che si aprono, per la disillusione che larghi settori del movimento contro la guerra oggi provano per le scelte guerrafondaie e belliciste del governo Prodi, ed oggettivamente la necessità di una ripresa forte di un movimento coerentemente antimperialista da contrapporre ai nuovi venti di guerra che arrivano dal medio oriente.

L’appello che facciamo a tutte le realtà milanesi è che non si disperda quel pezzo di percorso comune che ci ha portato tutti/e fino a Roma e che a settembre ci dovrà portare ancora tutti/e a Vicenza per contrapporci, senza alcuna incertezza, all’allargamento della base USA, con la consapevolezza di un forte protagonismo popolare.

Pensiamo infatti che si possa e si debba costruire oggi a Milano un’intelligenza collettiva che, nelle differenze, faccia però compiere un salto di qualità al movimento contro la guerra con continuità, determinazione, analisi e percorsi condivisi.

Per questo salto di qualità non ci possono essere scorciatoie.

Pensiamo infatti che l’esigenza di un confronto a tutto campo sulle ricadute delle guerre imperialiste sulle condizioni di vita di milioni di lavoratori e precari nel nostro paese sia da far sedimentare in tutte le nostre situazioni; riteniamo che, a partire dalle riflessioni che noi tutti stiamo facendo sul 9 giugno, si possa e si debba lanciare un forte messaggio di partecipazione a tutti i singoli che approvano e appoggiano le nostre iniziative, cominciando a ragionare, fin da ora, su una possibile assemblea metropolitana a settembre, per farci uscire dalla marginalità e per rafforzare l’opzione di un forte movimento autorganizzato e coerentemente anticapitalista che lavori per una trasformazione radicale dell’esistente.

Milano 12.06.07

I compagni e le compagne del Centro Sociale Autogestito Vittoria.

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