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9 giugno 2007. Una soggettività plurale in movimento,

un passaggio strategico nella lotta contro politiche di guerra bypartisan.

(13 Giugno 2007)

Nonostante i tentativi di criminalizzare, sminuire, boicottare, “circuire” la manifestazione nazionale contro le politiche belliciste di Bush & Prodi, il corteo sfilato da Piazza Esedra a Piazza Navona ha evidenziato un dato oramai incontrovertibile: in Italia esiste una soggettività plurale capace di muoversi, sulla base di precise parole d’ ordine, indipendentemente dalle mille sirene filo governative messesi in moto ben prima della risicata vittoria elettorale del governo di centro sinistra.

Inutile ripercorrere qui le tappe attraverso le quali i partiti dell’ex sinistra radicale e le associazioni di massa collaterali ( ARCI, FIOM, Tavola per la Pace, Un Ponte Per….. ) hanno tentato di pianificare, sin dalla prima metà del 2004, la riduzione organizzativa e contenutistica del movimento pacifista italiano. In questi anni le posizioni coerentemente nowar si sono talvolta trovate in minoranza nelle assemblee nazionali dei forum pacifisti. L’obiettivo generale del piano, ora evidente e disvelato, era la costruzione di un movimento addomesticato, compatibile ai diktat delle politiche “di lotta e di governo”.

Dopo un anno di subalternità alle politiche del nocciolo duro del governo, il tentativo di “copertura a sinistra” ha prodotto un disastro, misurabile con il vuoto di Piazza del Popolo, che se abbinato alla debacle elettorale alle ultime amministrative danno la dimensione di una vera catastrofe.

Un intero ceto politico si ritrova solo, abbarbicato alle proprie poltrone ed ai propri indecenti stipendi, ma completamente isolato dalle piazze, dalle aspettative di milioni di ex “elettori”.

Come abbiamo detto ripetutamente in questi mesi: il re è nudo, e tutti lo hanno potuto vedere nella impietosa rappresentazione di quella piazza vuota.

I 150.000 scesi in piazza contro Bush e le politiche militariste del governo Prodi esprimono - questo è il dato di novità assoluta - una soggettività plurale indipendente da politiche estere con connotati chiaramente bypartisan.

Su questa capacità di autonomia ed indipendenza è bene che tutti riflettano, compresi coloro i quali, sovradimensionati in questi giorni da un sistema mediatico e politico all’affannosa ricerca di portavoce ufficiali, hanno parlato in nome di…… Il movimento contro la guerra più che di leader avrà bisogno nei prossimi mesi di unità e radicamento, di contenuti in grado di amalgamare settori sociali diversi colpiti quotidianamente dai costi bellici, di coerenza nelle campagne contro la militarizzazione dei territori, a partire dalla battaglia che ci aspetta a Vicenza contro la base al Dal Molin.

Le esperienze concrete delle realtà che da anni si battono contro le basi militari, la militarizzazione e lo scempio dei territori sono punti di riferimento imprescindibili per il rafforzamento di questo nuovo movimento cresciuto nel paese. Su questo reticolo di comitati, forum sociali, associazioni pacifiste, strutture antimperialiste la Rete nazionale Disarmiamoli ha scommesso in questi mesi e continuerà a scommettere nel prossimo futuro, proponendo già alla fine di giugno un incontro nazionale per “rinserrare le fila” delle tante strutture incontrate dalle carovane contro la guerra che dal 19 al 9 giugno hanno attraversato l’Italia, per concentrarsi nelle manifestazioni romane.

Le lotte contro la base a Vicenza, lo scudo antimissilistico, le basi USA NATO, la presenza all’estero delle truppe coloniali italiane e la militarizzazione dei territori e della vita sociale escono enormemente rafforzata dalla manifestazione del 9 giugno. A noi la capacità di socializzare e radicare questa grande energia nelle lotte dei prossimi mesi.

La Rete nazionale Disarmiamoli
www.disarmiamoli.org

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