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"Incidenti"

(6 Novembre 2010) Enzo Apicella
Esplode la Eureco di Paderno Dugnano: sette operai feriti, quattro rischiano la vita. In Puglia tre morti sul lavoro nell'ultima settimana

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(Di lavoro si muore)

Matteo non e’ un numero. Matteo era un giovane di 23 anni

La sicurezza sul lavoro. Le "morti bianche". La Legge del profitto, che produce morte e miseria

(14 Giugno 2007)

MATTEO NON E’ UN NUMERO
Matteo era un giovane di 23 anni.

E’ stato assunto il 10 ottobre 2004 come apprendista della ditta Mobiloil di Pietro Martinelli.
Una ditta di Viareggio che produce cere, metalli e insetticidi.

L’ 8 novembre 2004 si è sviluppato un incendio in questa azienda, Matteo è rimasto intrappolato tra le fiamme, senza soccorsi ed è morto dopo 4 giorni, il 12 novembre 2004 all’ ospedale Gaslini di Genova, nel reparto grandi ustionati

MATTEO NON E’ UNO SPIACEVOLE INCIDENTE

Matteo, quella mattina, su indicazione del suo titolare, unico responsabile alla sicurezza, ma assente, stava eseguendo il lavoro piu’ pericoloso senza aver fatto nessun corso di formazione, all’interno di un ambiente che sembra piu’ una bottega dell’ 800 che un’azienda, a contatto con materiali estremamente pericolosi, infiammabili ed esplosivi, senza via di fuga, da solo e quindi con nessuno che lo soccorresse tempestivamente.

MATTEO SI POTEVA SALVARE

Matteo lavorava in una di quelle tante piccole e medie aziende ove avvengono la maggior parte degli infortuni.

MATTEO NON E’ UNA FATALITA’

Matteo è morto perchè il suo datore di lavoro si è potuto permettere il completo disprezzo delle regole, grazie ad un sistema autocertificativo basato anche sulla valutazione del rischio.

Quante altre ditte ci sono in città nella stessa condizione?

Chi tutela gli operai di queste aziende e i cittadini che abitano nelle vicinanze?

Il 18 ottobre 2006, Pietro Martinelli chiede ed ottiene il patteggiamento della pena e se la cava con 1 anno e 8 mesi.

Non c’è stato un processo e non ci sono state risposte.

Oggi nessuno sa se la Mobiloil è aperta, cosa e in che modo produce e soprattutto se è ancora una bomba ad orologeria per chi vi lavora e per chi via abita vicino.

Il Comitato Matteo Valenti e la famiglia hanno ricevuto tante manifestazioni di solidarietà, ma non bastano.

Occorre un agire politico che dia il segno di una concreta presa di posizione e garanzia del diritto di lavorare nella totale tutela della vita.

La questione della sicurezza nei luoghi di lavoro è ormai alla ribalta sulle cronache nazionali.

La pesantezza delle “morti bianche” si fa sentire sempre piu’ vicina.

Gli omicidi e gli infortuni sul lavoro dipendono da un attacco sempre piu’ massiccio alle tutele dei lavoratori da parte del padronato e dalla precarizzazione delle esistenze di chi vive di una busta paga saltuaria o inesistente.

Negli ultimi anni si sono viste sparire via via tutte le garanzie che erano state conquistate in secoli di lotte operaie.

Pian piano si sono presi tutto, lasciando in cambio solo piu’ ore di lavoro, meno soldi in tasca e tanti lutti al braccio.

In Versilia, per parlare dii casa nostra, assistiamo da un lato ad una ristrutturazione continua della viabilità, porti, ville, nodi produttivi e di “divertimento”, dall’altro alla precarizzazione, sfruttamento e impoverimento dei piu’ deboli per il profitto dei potenti e del capitale.

In Versilia si muore per costruire gli yacht.

O le ville dei padroni.

I grandi cantieri sono diventati strutture-involucro che racchiudono ditte in appalto, subappalto, artigiani e aziende di pescecani che affittano al nero manodopera a “sottocosto”, senza fornire un minimo di informazione.

Si costruiscono strutture per migliorare la produzione della zona, alle spalle dei lavoratori.

Ma investimenti per la sicurezza e gli strumenti di protezione???????? Oppure per il rilevamento delle polveri inquinanti che mettono a rischio non solo i lavoratori ma anche le persone che vivono in zone vicine?

MATTEO, COME TUTTI I MORTI PER IL LAVORO, HA NON SOLO UN NOME E UN COGNOME. HA UN SORRISO E NON LO VOGLIAMO DIMENTICARE.

Per questo stamani si è svolto un corteo per le strade cittadine, in concomitanza dello sciopero generale indetto su tutta la provincia di Lucca

Letizia Tassinari

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