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Praga. Il convitato di pietra

Praga. Il convitato di pietra

(8 Aprile 2010) Enzo Apicella
Usa e Russia discutono il nuovo Trattato Start. Delle armi nucleari di Israele, denunciate da Mordecai Vanunu, non si parla.

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Nell’occupazione dell’aeroporto Dal Molin le ragioni dei 150.000 Nowar scesi in piazza il 9 giugno

(17 Giugno 2007)

Le “rivelazioni” dell’ambasciatore USA Spogli durante la conferenza stampa di ieri alla base Ederle di Vicenza ci raccontano alcuni tra i reali obiettivi della visita di Bush nel nostro paese.

Mentre decine di migliaia di manifestanti sfilavano per le strade di Roma contro la presenza di un capo di Stato sgradito, nei palazzi di un governo sempre più subalterno al gigante d’Oltreoceano avveniva un ulteriore, scandaloso “do ut des”, dal quale traspare la quinta essenza delle politiche del governo Prodi.

Il si definitivo all’inizio lavori per la base USA a Vicenza, comunicato da un esponente del governo USA, è giunto a poche ore dalla notizia dell’appalto miliardario a Finmeccanica per la costruzione di centinaia di aerei militari statunitensi.

Le strategie economiche del Warfare all’italiana, sull’altare delle quali si sacrifica ogni tipo di dignità nazionale, iniziano a produrre risultati. Per le multinazionali tricolori, ovviamente, non certo per i lavoratori e le classi meno abbienti, alle quali si tolgono ogni giorno reddito e diritti.

I 500 militanti che hanno occupato l’aeroporto Dal Molin hanno rappresentato la determinazione tutto il movimento contro la guerra italiano, espressa con chiarezza cristallina nella grande manifestazione del 9 giugno a Roma: la base USA non si deve fare, né a Vicenza né in altri territori.

Le prossime settimane saranno decisive per fermare un progetto vergognoso di militarizzazione del territorio italiano, che proietterebbe ancora di più il nostro paese nelle guerre di rapina e conquista a stelle e strisce.

Chiamiamo tutto il movimento NoWar, tutte le reti di mutuo soccorso alla massima attenzione sull’evoluzione degli avvenimenti a Vicenza.

La solidarietà deve passare dalle parole ai fatti.

La Rete nazionale Disarmiamoli!

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