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Bologna: fascisti, legalità e ruspe...

(22 Giugno 2007)

Che un gruppo di nazisti sfili a Bologna, è inammissibile per qualsiasi autentico democratico, e riteniamo importate che diverse forze politiche, sindacali e giovanili cittadine si siano mosse per dire che Bologna non permette questo affronto, tuttavia la manifestazione di Forza Nuova, non è unicamente una sfilata di reduci e dinosauri, di nostalgici del ventennio e amanti delle mode skin, ma è una dimostrazione di odio contro la più importante comunità di immigrati oggi a Bologna.

Oggi contestare i nazisti, non si riduce a ripresentare unicamente i valori storici antifascisti rispetto a quello che è stata la resistenza e la tradizione democratica della città di Bologna, ma vuol dire assumere la difesa degli interessi sociali e culturali degli immigrati e battersi con loro affinché vi sia parità rispetto al diritto di culto, di pensiero, di espressione.

La manifestazione contro la moschea, organizzata dai nazisti, è la punta di un iceberg, è il razzismo strisciante che si respira oggi tramite leggi e forme giuridiche particolari per gli immigrati (dalle leggi restrittive in materia di garanzia di cittadinanza fino ad arrivare ai CPT), è il neocolonialismo che fa si che si accettino le missioni italiane all'estero (Afghanistan, ex Jugoslavia, Libano, ecc), è la cosiddetta superiorità della razza e civiltà dei bianchi, che con terrore guarda la nuova fase geopolitica. E' la razionale paura di chi vede flussi crescenti di uomini e donne, che vengono a chiedere conto di 200 e più anni di colonialismo e di distruzione dei loro paesi d'origine.

La giunta di Bologna, quella dell'ordine e della legalità, ha fatto si che sfumassero le differenze tra destra e sinistra. Il trattamento dei lavoratori immigrati nelle cosiddette cooperative rosse non è dissimile da quello che si vive nelle aziende private. Le ruspe e i manganelli di Bologna sono simili a quelli delle giunte di Milano o di Verona. Si taglia lo stato sociale e i servizi nel medesimo modo, si difendono quindi da destra e sinistra le medesime porzioni sociali.
Non è quindi un problema di nazisti, o di retorica antifascista che deve spingere tutte/i i democratici a scendere in piazza, ma la difesa delle garanzie delle nuove porzioni sociali che vivono oggi sul territorio bolognese. La loro lotta non è dissimile da quella dei precari, dei lavoratori che oggi anche sul territorio bolognese cercano di contrastare i processi di precarietà sociale e di distruzione della cosa pubblica. Oggi ai lavoratori viene tolta anche la dignità sui posti di lavoro, cosi come ad alcune specifiche porzioni di immigrati viene tolta la dignità e la libertà di manifestare il proprio credo religioso. E' per questi motivi che manifestiamo oggi, tuttavia vogliamo evitare che questi momenti di ritrovata unità della sinistra cittadina si riducano a mere operazioni di recupero d'immagine politica di una certa sinistra che, dopo la batosta del 9 giugno, spaventata di contestare addirittura l'alleanza tra Bush e Prodi, deve recuperare una verginità perduta, tutto questo a scapito dei contenuti e sulla pelle delle porzioni sociali coinvolte. Contrastare oggi i nazisti vuol dire difendere i diritti e le garanzie sociali degli immigrati, vuol dire essere indipendenti da un teatrino politico che in nome della difesa della “fortezza” sta fomentando ancor più il neo-colonialismo.

per la libertà di culto, di espressione,
per le garanzie sociali
contro il razzismo e la precarità

Rete dei comunisti-Bologna

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