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    Strage occultata alla flow-station dell’AGIP in Nigeria ?

    Due versioni e il più stretto riserbo.

    (1 Luglio 2007)

    Il primo comunicato delle agenzie di Stampa e dell’ENI riportava poche scarne righe descrivendo l’ennesima azione contro la compagnia petrolifera di stato.

    Il primo comunicato delle agenzie di Stampa e dell’ENI riportava poche scarne righe descrivendo l’ennesima azione contro la compagnia petrolifera di stato.

    18 giugno 2007 - ore 07:59 Attacco alla flowstation di Ogboinbiri

    Eni informa che nella prima mattina del 17 giugno un gruppo di uomini armati ha occupato la flow station di Ogboinbiri nello stato di Bayelsa in Nigeria. Al momento dell'attacco erano presenti 24 lavoratori nigeriani e 51 soldati. 40 soldati e 8 lavoratori sono riusciti a lasciare la flow station. Secondo quanto risulta ad Eni pare non ci siano stati feriti o morti durante l'attacco.

    Eni sta collaborando con le autorita' del Bayelsa per ottenere una rapida e positiva soluzione. (www.eni.it)


    La notizia nella sua incongruità ha attirato l’attenzione dell’Osservatorio sull’ENI, di cui la nostra Onlus fa parte.

    Dunque, stiamo parlando di una stazione di pompaggio a terra (flow station) protetta da 51 soldati. Come mai una flow station apparentemente ben difesa da ben 51 soldati armati viene attaccata e occupata da “un gruppo di uomini armati” e nessuno spara un colpo, nessuno viene ferito e addirittura, dicono le agenzie, 40 soldati e 8 lavoratori riescono a scappare ?
    Secondo questa versione rimangono come ostaggi 11 soldati e 16 lavoratori.
    Uno strano gruppo armato questo, infatti dopo 5 giorni, siamo a giovedì 21 giugno, gli “uomini armati” sono ancora nella flow Station. Come mai ? Per fare che?
    All’Osservatorio ENI pensiamo che sia in corso una trattativa e che presto la situazione si risolverà con un accordo. E’ successo spesso negli ultimi 18 mesi in questa tormentata regione.

    Ma il 21 giugno l’AGI (Agenzia giornalistica dell’ENI) riporta:

    (AGI/REUTERS) - Lagos (Nigeria), 21 giu. - L'esercito nigeriano ha compiuto un'operazione militare nella stazione di pompaggio dell'Eni nigeriana di Ogbainbiri, nella regione del Delta dello stato di Bayelsa, dove da domenica sono tenuti in ostaggio sedici dipendenti del posto e undici soldati. I militari hanno affermato di aver trovato nella stazione solamente undici lavoratori e di averli liberati e tratti in salvo. Dodici miliziani sono stati uccisi. (AGI).

    Fine della notizia.

    Anche questa notizia lascia molto perplessi: Possibile che durante l’attacco siano stati uccisi 12 “miliziani armati” e nessun soldato o lavoratore sia rimasto ferito? Senza considerare che il numero sia dei lavoratori, sia dei militari “liberati” non coincidono con il numero di “sequestrati” fornito dall’Eni e dalle Agenzie di stampa.

    Cerchiamo con enormi difficoltà di ricostruire la vicenda e finalmente scopriamo che in Nigeria “gira” un’altra versione sull’episodio.

    Da fonti di stampa che intervistano alcuni leader locali esce fuori un’altra verità. Secondo queste fonti, il 12 giugno, durante un pattugliamento in barca delle forze armate nigeriane adibite alla protezione degli impianti petroliferi, i militari hanno aperto il fuoco contro un’imbarcazione di “miliziani”, uccidendo in realtà 9 civili disarmati e inermi. Secondo queste informazioni i membri delle comunità colpite hanno deciso di occupare pacificamente (secondo questa fonte c’erano pochi uomini armati per “autodifesa”) per protesta la Flow Station dell’Agip.

    Il 25 giugno in una comunicazione inviata al Times of Nigeria e poi ripresa da altri quotidiani nigeriani, Cynthia Whyte portavoce del JRC (Joint Revolutionary Council), una coalizione di gruppi delle milizie attive nella regione petrolifera del Delta del Niger dava la sua ricostruzione.

    Anche secondo questa ricostruzione qualche settimana fa l’esercito avrebbe ucciso alcuni civili Ijaw, e i loro parenti, con un gruppo di giovani hanno occupato per protesta la flow-station dell’Agip.

    «Giovedì 21 giugno 2007- scrive il Times of Nigeria- su richiesta della oil Company [cioè l’Eni], forze armate della Sicurezza, che sembra che lavorino per il gigante petrolifero italiano, hanno attaccato e ucciso 12 giovani Ijaw di Ogboinbiri che stavano protestando contro la criminale uccisione dei loro parenti, avvenuta la settimana prima da parte delle forze armate».

    L’articolo prosegue citando le parole della suddetta Cynthya Whyte: «Tutti coloro che sono stati parte di questa malvagità contro le nostre genti ne vedranno i frutti in futuro. La NAOC (Nigerian Agip Oil Company) sarà ripagata dallo stesso numero di incidenti, dolore e sfortuna….. Informiamo tutti gli uomini di buona volontà che tutte le azioni di rappresaglia prese contro l’Agip e i suoi cospiratori non saranno in alcun modo rapportate con la nostra prima decisione di tregua nelle ostilità contro il Governo Nigeriano. Le azioni di ostilità contro l’AGIP sono considerate solo come un pagamento per quello che sta facendo l’AGIP e per ridurre l’attività operativa della NAOC negli Stati del Rivers e di Bayelsa».

    Nella ricostruzione degli eventi fatta dal Times of Nigeria non c’è traccia dei soldati che secondo Eni presidiavano l’impianto.

    Nessun comunicato ufficiale è giunto dall’ENI o dal Governo Italiano su questa triste vicenda, accaduta in un impianto della multinazionale a partecipazione statale.

    E’ stato un attacco armato o un’occupazione pacifica finita nel sangue ?
    Ci sono delle responsabilità dell’ENI come sostengono alcuni leaders locali?
    Qual è stato il ruolo dell’ENI ?


    Nel suo primo comunicato l’ENI dichiara che “…sta collaborando con le autorità del Bayelsa per ottenere una rapida e positiva soluzione”.

    Questi sono i frutti di questa “collaborazione” ?

    Il Governo italiano e il Ministero degli Esteri facciano chiarezza su questa vicenda !

    29/06/2007

    ASUD.NET

    Fonte

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