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(9 Aprile 2013) Enzo Apicella

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La liberalizzazione della vendita dell’energia e le politiche energetiche.

(5 Luglio 2007)

Dal 1° luglio la vendita dell’energia elettrica è liberalizzata, l’utente ora cliente, può scegliere il fornitore che ritiene più conveniente.
Termina la fase della privatizzazione senza liberalizzazione che è la peggiore delle situazioni possibili, poi quanta liberalizzazione effettiva vi sarà, si vedrà.
Con la concorrenza potremo attenderci una maggiore efficienza del servizio e un contenimento dei prezzi, fenomeni certamente positivi.
Con la liberalizzazione potremo attenderci uno sviluppo e una diversificazione nella “produzione” di energia, che non necessariamente sarà da fonti rinnovabili, ma da quelle più economiche anche se di elevato impatto ambientale, su questo aspetto si dovrà elevare la soglia di attenzione.
Ciò che non potremo attenderci dalla liberalizzazione della vendita dell’energia sarà un’azione volta al contenimento dei consumi e all’efficienza energetica. Il motivo è ovvio: i venditori hanno interesse a vendere il più possibile. Lo scenario di una crescente scarsità d’energia non inficia questo meccanismo perché, un’alta propensione al consumo di risorse limitate innalza il prezzo e anche le opportunità di profitto.
In conclusione, la programmazione energetica e in particolare le politiche di risparmio non possono essere lasciate al mercato dei venditori, ma bisogna fare leva su altri soggetti economici a cominciare consumatore, cittadino o azienda che sia. Un ruolo particolarmente importante lo possono svolgere quelle imprese che operano nel settore della trasformazione di energia, che costruiscono impianti per il consumo, li istallano e forniscono servizi di efficentamento dei consumi, il loro profitto non è in contrasto ma funzionale al risparmio energetico. Naturalmente bisogna far diventare senso comune che si può vivere egualmente bene, anzi meglio, consumando meno energia e di conseguenza risparmiando sulla fattura ( già bolletta) energetica.

Chi deve fare leva in questa direzione? Questo è un compito primario della politica che non può limitarsi a decantare le “magnifiche” e progressive sorti delle liberalizzazioni, ma governare il futuro.
Forse è anche questa una delle cause della “Crisi della politica”.

Forlì, 04/07/2007

Distinti saluti

Palmiro Capacci

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