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Perché abbiamo lasciato il PRC

(9 Luglio 2007)

La crisi che attanaglia i partiti della politica italiana è roba vecchia di anni: dai grandi partiti di massa del dopoguerra alla “burocrazia assoluta” dei nostri giorni il cammino è stato lungo, ma non troppo difficile. Mai come in questi anni, però, i partiti vivono una fase di cambiamento cosi cruciale e delicata soprattutto nelle fila del Centrosinistra. Da una parte assistiamo alla nascita della nuova formazione del Partito Democratico che, lungi dall’essere promosso e sostenuto dalla base degli iscritti, nasce dalla forza dei lombi dei dirigenti della Margherita e dei DS i quali hanno pensato bene di sommare i loro voti in un’operazione che poco o nulla ha a che vedere con scopi politici, quanto, piuttosto, con fini elettorali. Dall’altra parte la sinistra che, con la fuoriuscita di Mussi e il rapido avvicinamento di Comunisti Italiani e Verdi, vede sorgere un nuovo soggetto politico che si colloca nel vuoto lasciato dai DS, quello della socialdemocrazia, un termine tanto caro negli ultimi anni anche alla dirigenza del PRC.

Proprio in questo quadro, come anche in altre questioni locali, si inseriscono le motivazioni del nostro addio al partito. Già il compagno Carmelo Sergio aveva comunicato le sue dimissioni al Comitato Politico Federale il 1 giugno, assieme a tutto il circolo di Dasà; cosi alla riunione del 29 giugno abbiamo fatto lo stesso anche noi. Ma non finisce qua: hanno lasciato il PRC quasi tutti i compagni del coordinamento dei Giovani Comunisti della Federazione, alcuni soprattutto per la dirigenza federale, e decine di altri giovani compagni, appartenenti a componenti diverse, non rinnoveranno la tessera.

Un partito sempre più moderato, sempre più di centro e meno di sinistra, che con le sue scelte elettorali e la sua condotta al governo del Paese ha ormai dimezzato i consensi elettorali (dati alla mano delle ultime elezioni amministrative). Al governo nazionale il PRC ha una rappresentanza di oltre 60 parlamentari che, puntualmente, eseguono le scellerate direttive del partito (con l’unica eccezione di Franco Turigliatto) come il rifinanziamento, per ben due volte, della missione “umanitaria” in Afghanistan (ma che avrà di umanitario se i nostri soldati sono presenti sul territorio afgano armati fino ai denti), un voto che ha buttato al vento la lotta del nostro partito contro la guerra imperialista degli USA da 10 anni a questa parte, da quando ci schierammo senza se e senza ma contro l’intervento militare in Kosovo (allora era premier D’Alema e il PRC era all’opposizione).

Il nostro partito è cambiato in questi anni: parafrasando il Presidente Bertinotti “sempre più di governo, sempre meno di lotta”. L’assurdo slogan (creare un partito di lotta e di governo) si è dimostrata una teoria insostenibile, dettata, da una parte, dalla voglia di spartire un po’ di potere con gli ex compagni e con i neo democristiani, dall’altra, dalla paura di perdere i voti provenienti dalla base radicale del partito, tanto cresciuta proprio in virtù della politica di coerenza e dall’atteggiamento critico del partito fino a qualche anno fa.

A tutto questo è da aggiungere una forte critica alla dirigenza provinciale del nostro partito. La Federazione di Vibo Valentia, che resisteva come uno dei pochi capisaldi di opposizione alla linea maggioranza del partito, con una forte componente di Progetto Comunista del trotskista Marco Ferrando, da 4 anni a questa parte si è piegata alla sete di potere e al più gretto trasformismo: sono cambiate le idee, non i dirigenti! Una discussione interna sempre piu ostacolata, soprattutto negli ultimi sei mesi in cui, su 5 comitati politici convocati, 2 sono andati persi per la mancanza del numero legale e negli altri sono stati discussi argomenti di capitale importanza politica come la festa provinciale del partito ed l’approvazione del bilancio economico!

In questo partito abbiamo militato per dieci anni, spendendoci, nei limiti del possibile e dei nostri impegni universitari, in maniera costante e nessuno può negare che il lavoro dei Giovani Comunisti nella nostra provincia ha portato grossi benefici in termini di consenso tra i cittadini: le manifestazioni, gli incontri, le assemblee, momenti di crescita e di sviluppo nostro e del nostro ex-partito. I compagni del partito, nel corso di questi anni, ci hanno fatti crescere e maturare, ci hanno aiutato a capire i nostri errori, ci hanno valorizzati, ma, poi, sempre più ci hanno sottovalutati ed infine ci hanno messi da parte: da ogni momento abbiamo tratto qualcosa di buono per il nostro bagaglio. Conosciamo bene il partito e siamo, dunque, convinti che la nostra fuoriuscita non recherà nessun danno al partito e che, anche se tutto il coordinamento provinciale si dimettesse in blocco (ad oggi resta in carica solo una compagna), il senso militante dei compagni lo ricostituirà facilmente, magari, questa volta, più ossequioso e più rispondente ai desideri del compagno Matteo Malerba o del compagno Franco Daniele!

Ebbene, ora che siamo diventati grandi e siamo in grado di camminare sulle nostre gambe, una piccola lezione crediamo di poterla dare anche a coloro dai quali ne abbiamo prese tante: il progetto di un mondo più giusto e libero, di una distribuzione equa del lavoro e della ricchezza, deve essere perseguito con serietà, con coerenza e con trasparenza… noi vogliamo continuare a farlo.

Infine, la cosa che più ci preme di dire: grazie, e lo diciamo con un nodo in gola, alle compagne e ai compagni che in questi dieci anni ci hanno dato tanto: ai militanti di tutti i circoli, ai giovani comunisti con cui abbiamo lavorato e grazie anche agli assessori, agli ex assessori, ai dirigenti tutti della Federazione, senza i quali, forse, non avremmo fatto questo passo.

Filippo Benedetti, componente del Comitato Politico Federale e del Coordinamento dei GC

Nicola Iozzo, componente del Comitato Politico Federale e del Coordinamento Nazionale dei GC, Coordinatore Provinciale dei GC

Documento sottoscritto da 36 compagni e compagne che non rinnoveranno la tessera al prc e che si vanno ad aggiungere ai 34 di Dasà.

http://giovanicomunistivibovalentia.blogspot.com/index.html

ex giovani comunisti di vibo valentia

Fonte

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