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Salvate la Sanità

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(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
Secondo Monti il sistema sanitario nazionale è a rischio se non si trovano nuove risorse

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Difendere i diritti dei malati non e’ amorale

Lo e’ invece lasciarli senza adeguata assistenza

(4 Luglio 2007)

Estratto della sentenza del Tribunale del lavoro di Firenze del 28.06.07 nel ricorso presentato dal Delegato RSU COBAS Massimo Geri contro il provvedimento di sospensione dal lavoro per 6 mesi con riduzione del 50% dello stipendio, comminatogli dall’A.O. di Careggi per avere denunciato alla stampa un caso di “ordinaria” malasanità:

“… P.Q.M. Sospende la sanzione disciplinare inflitta con provvedimento sanzionatorio del 14/5/07; ordina all’azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi di comunicare il presente provvedimento ai soggetti destinatari della comunicazione aziendale del 23.5.07; ordina alla convenuta la cancellazione dalla memoria difensiva delle frasi contenute a pag. 12 laddove si dice “contrario ad ogni morale” e a pag. 18 laddove si dice “in maniera decisamente amorale”

La sentenza del Tribunale del Lavoro di Firenze sul ricorso presentato da Massimo Geri, Delegato RSU del Cobas Sanità AOU Careggi, fa giustizia contro il provvedimento disciplinare che gli era stato inflitto per aver denunciato alla stampa fiorentina che un malato terminale era stato “parcheggiato” su una barella, per tutta una notte, nel corridoio del reparto, per mancanza di letti, con tutte le difficoltà a prestare adeguata assistenza. Questa sentenza ridimensiona le velleità autoritarie dell’AOU Careggi, impedendo così di celare le vergogne del sistema sanitario toscano, che il centro sinistra continua a propagandare come modello di eccellenza.

Non sappiamo se tale sentenza metterà la parola fine a questa brutta vicenda, perché esiste ancora la possibilità del ricorso, ma, dal punto di vista del diritto, rappresenta un importante pronunciamento: il lavoratore NON HA L’OBBLIGO DI ESSERE COMPLICE, di voltarsi dall’altra parte quando il diritto all’assistenza viene messo in discussione dalle politiche aziendaliste, dalle logiche efficientiste sulla salute e sulla pelle dei malati, che obbligano al taglio dei posti letto.
Rappresenta anche il diritto per i Delegati RSU che operano nelle strutture sanitarie di non essere relegati al mero ruolo di notabili dell’applicazione del contratto, come invece hanno fatto quei sindacati (CGIL-CISL-UIL e persino RdB) che si sono schierati con l’Azienda contro la denuncia fatta da Massimo Geri isolandolo (al punto che l’azienda ha esibito il volantino da loro firmato in Tribunale come prova della inattendibilità del delegato COBAS); sancisce il diritto di lottare per un’assistenza fatta di rispetto e di umanità verso i pazienti. Noi troviamo infatti che sia contrario ad ogni morale “parcheggiare” un malato terminale su una barella e per questo non lo accetteremo MAI.

La partita non è ancora chiusa dicevamo ma la violenza dell’attacco che abbiamo subito come Delegati e come COBAS ci lascia intendere che, in vista delle elezioni RSU in autunno, non mancheranno certo altre lezioni di “democrazia” da questo centro-sinistra sempre più decisionista e autoritario.

La posta in gioco è alta e quella che viene chiamata “razionalizzazione dei servizi” risponde ad una logica di mercificazione della salute e dei nuovi “supermercati” ospedalieri. Noi abbiamo un’altra idea di sanità, che sappia garantire realmente il diritto alla salute, abbattendo i veri sprechi senza impedire un’assistenza a misura di uomo e donna liberi nell’accesso. La lotta, dunque, continua….

COBAS Sanità Università e Ricerca

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