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(20 Settembre 2009) Enzo Apicella

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Lo “scudo antimissilistico” usa/nato inizia a funzionare

Rilanciamo la Petizione popolare in tutte le mobilitazioni del movimento nowar

(17 Luglio 2007)

La sospensione del trattato CFE per la riduzione degli armamenti convenzionali da parte della Russia è un segnale molto preoccupante. Dopo mesi di false trattative, nelle quali il cowboy d’oltre Oceano ha imposto una classica visione dei rapporti diplomatici intrisa del peggior colonialismo, la risposta del governo russo viene dipinta dai mass media occidentali come provocazione, sfida, scelta arrogante e simili.
Leggendo le cifre e i rapporti di forza sul campo, si scopre però che la Russia di oggi non ha neppure la quantità di armi convenzionali permessa da quegli accordi che oggi sospende. Senza spendere una parola in difesa di un sanguinario “capitano d’industria” qual è Vladimir Putin, appare evidente lo scopo dell’attuale campagna stampa.

Il nuovo clima da “guerra fredda” è determinato oggi dall’arroganza dell’amministrazione statunitense e NATO, impegnate in una offensiva politico militare di vasta scala, di cui il cosiddetto “scudo antimissilistico” è solo la punta avvelenata di un iceberg di guerra.
I missili in Polonia, il radar repubblica ceca, il coinvolgimento diretto dell’Italia nel progetto con la ratifica di un trattato semiclandestino da parte del governo Prodi, sono parte integrante di una strategia aggressiva che segna profondamente l’Europa centro meridionale.
Il sostegno occidentale all’’indipendenza del Kosovo ( fuori e contro gli accordi di Kumanovo che formalizzarono lo sgretolamento della Jugoslavia dopo i bombardamenti “umanitari” nel 1999), le nuove basi USA/NATO in Romania, Bulgaria, Albania, Italia (Vicenza), i quotidiani massacri in Afghanistan ad opera della “nuova” NATO uscita dal vertice di Washington del 24 aprile 1999, l’ inserimento diretto di Israele nel sistema bellico Atlantico, sono i dati più evidenti dell’atttuale modello economico occidentale, nascosto sotto il manto ideologico della cosiddetta “guerra infinita”: il WARFARE.

L’Europa condivide ed affianca attivamente queste politiche di guerra. L’Italia di Prodi si è subito adeguata, a partire dall’incremento astronomico della spesa militare contenuto nella legge finanziaria.

Il movimento contro la guerra ha preso coscienza di questo scenario, iniziando un cammino di resistenza attiva a politiche belliciste bypartisan.
La lotta delle popolazioni vicentine è la punta di diamante di una ripresa complessiva della mobilitazione, come dimostrato con la grande manifestazione del 9 giugno a Roma.

Di fronte all’escalation in atto, gli strumenti di resistenza a queste politiche dovranno essere molteplici, permettendo al movimento di dispiegarsi sui territori con iniziative, campagne , mobilitazioni di vario tipo, legittimandolo agli occhi di una opinione pubblica quotidianamente bombardata dalle deformazioni di un altro potente strumento di guerra: il sistema massmediatico. Non sfugge a nessuno il silenzio tombale degli organi di stampa nazionali sul coinvolgimento diretto dell’Italia nel nuovo progetto bellico statunitense, grazie alla firma di un misterioso accordo quadro USA / Italia da parte del governo Prodi.

La petizione popolare contro lo scudo antimissilistico si conferma come una importante campagna di massa, proposta da alcuni mesi al movimento in previsione degli attuali sviluppi del confronto Est Ovest.

Il dossier che accompagna la raccolta delle firme contro lo scudo è un formidabile strumento di controinformazione ed attivizzazione sui territori, che può rafforzare ed accompagnare le mobilitazioni contro la base al Dal Molin.

Sollecitiamo tutte le realtà di movimento, i singoli militanti nowar a usare questo strumento, scaricando i moduli dal sito di disarmiamoli ed usandoli nei banchetti e nelle mobilitazioni dei prossimi mesi.

La Rete nazionale Disarmiamoli!
http://www.disarmiamoli.org

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