">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

25 aprile

25 aprile

(25 Aprile 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Ora e sempre Resistenza)

Fasci, sbirri e “democratici” (una brutta storia).

volantino diffuso all'iniziativa antifascista di Casalbertone

(22 Luglio 2007)

Partiamo da loro, dai democratici. Chiariamo subito che non usiamo il termine nel suo senso originario, per alludere a persone che hanno a cuore la possibilità di esprimere il dissenso e che si battono contro l’autoritarismo. Quella è una specie in via di estinzione. Adesso ci sono i democratici che avranno in Veltroni il loro leader, che non dispongono di un vero e proprio programma e che, quando parlano di riforme, minacciano nuovi attacchi ai diritti sociali.

Ora, il loro atteggiamento in queste settimane è indicativo: a fronte di gravissime aggressioni fasciste, come quelle di Villa Ada e di Casalbertone, non c'è stata una presa di posizione ferma e si è paventato il pericolo di tornare agli scontri fra ragazzi di opposte sponde degli anni '70, ponendo così sullo stesso piano aggressori ed aggrediti. Perché? Intanto vi è una constatazione semplice che pochi hanno il coraggio di fare. Il Partito Democratico esprime la volontà di precisi settori del capitalismo italiano, tanto che Veltroni ne è stato proposto come leader da Carlo de Benedetti assai prima che si profilassero le primarie. Bene, nell’ottica padronale - e dunque del PD - oggi disturba di più chi scende in piazza contro Bush e contro la politica estera aggressiva del governo italiano che chi cerca di canalizzare il malessere sociale contro gli immigrati, gli zingari, gli omosessuali. Poi, certo, anche i gruppuscoli di destra devono contenersi. Ad esempio, quando hanno attaccato i manifesti contro gli omosessuali proprio in coincidenza col Gay Pride, il sindaco li ha condannati, così da fare una bella figura, peraltro a buon mercato. Il "no more froci" di Forza Nuova è stato commentato con sdegno ma senza che se ne evidenziassero le implicazioni, il suo rimandare ai campi di concentramento, alla persecuzione fascista e nazista degli omosessuali. Ma torniamo al nostro oggetto. Per inquadrare meglio la situazione vanno considerati i rapporti tra Sindaco e Prefetto, che sono di piena sintonia. I due hanno anche varato un Patto per la sicurezza che trasforma alcuni problemi sociali in mere questioni d’ordine pubblico e che intende concentrare i nomadi in quattro grandi campi della solidarietà (ovvero, campi di concentramento).

Ora, una cosa è stata resa evidente dagli accadimenti di Casalbertone. Il prefetto Serra sta fornendo una copertura all'estate nera, cioè alla serie di azioni svolte dai fascisti in queste settimane, altrimenti non avrebbe accreditato la tesi che ha trasformato l'autodifesa degli occupanti in un'aggressione.

L'atteggiamento delle forze dell'ordine, d'altronde, è chiaro e provocatorio. A Villa Ada hanno fermato alcuni compagni e non gli aggressori, a Casalbertone hanno coperto la fuga dei fascisti. Serra vuole approfittare della situazione che si sta creando, per costruirsi una immagine da uomo d'ordine, utile per una futura carriera politica nel centrodestra. I giornali da Il Tempo a E polis lo aiutano, al punto che – nel caso di Casalbertone – non hanno voluto raccogliere le testimonianze degli abitanti del quartiere, che avrebbero descritto una chiara aggressione fascista. Certo, il sindaco può non essere contento della situazione, perché le coltellate sono davvero diventate troppe, però per lui non è un grande dolore sacrificare sull'altare del rapporto col Prefetto il movimento antagonista romano. Tanto più che, come abbiamo detto, il PD considera la nostra esistenza in prospettiva più fastidiosa di quella dei fascisti.

Ma arriviamo a questi ultimi. Tra le notizie più allarmanti degli ultimi tempi c'è la fuoriuscita da AN di Storace. La cosa preoccupa anche per le enormi disponibilità economiche che egli porta con sé, dopo anni di ruberie alla Regione. Storace, poi, ha presentato il suo biglietto da visita schierandosi con la Fiamma nei fatti di Casalbertone, rivendicando, nella sostanza, il diritto dei fascisti all'aggressione, come ai vecchi tempi, in parte abbandonati per fare il politicante (e l'accaparratore). Alle risorse economiche, alle connivenze con lo squadrismo, Storace e i suoi aggiungono una certa capacità di far presa sui settori popolari attraverso la demagogia. Non stiamo parlando di Forza Nuova, di picchiatori che riescono ad avere un ruolo politico solo in circostanze eccezionali (si pensi al corteo a Fidene dopo la tragedia del metrò), ma che in generale possono risultare fumosi e astratti con i loro generici proclami contro un non meglio specificato "turbocapitalismo". Né della Fiamma, che ancora vagheggia un grottesco corporativismo. Storace è stato sino a ieri in AN accettando anche la svolta di Fiuggi, che ha inteso, però, come rinnovamento, non come rottura col passato: il suo legame col ventennio e soprattutto con il neofascismo degli anni '70 rimane forte, ma esplicitato con moderazione. Dunque, il lato ideologico viene messo tra parentesi e anche se, in fondo, la sostanza del discorso di Storace rimane l'istigazione all'odio razziale, da parte sua vi è la capacità di dare il senso che si sta occupando dei problemi della povera gente (italiana). Si può dire, quindi, che abbiamo di fronte un osso duro, che sostiene direttamente gli accoltellatori ma che sa fare politica, ma la situazione può essere affrontata.

L'importante è abbandonare gli appelli alla Roma democratica, assai poco incisivi, e dedicare la controinformazione che si svolge nei territori a demistificare il presunto carattere sovversivo o d'opposizione dei gruppi fascisti. In qualsiasi forma questi si presentino, non sono mai contro il sistema, ma sono con esso compatibili e spesso ne costituiscono il braccio armato. Inoltre, va contrastato uno dei cardini della propaganda fascista: la contrapposizione tra proletari italiani ed immigrati. Va ribadito in ogni occasione che i fascisti fanno il gioco del padrone perché creare divisioni è il miglior modo per tenere sotto controllo chi vive condizioni di sfruttamento e di precarietà. Nel portare avanti questo discorso, possiamo d’altronde riferirci ad esempi concreti. Proprio l'occupazione a scopo abitativo di Casalbertone – non a caso attaccata dai fascisti – dimostra che il diritto alla casa si conquista con la lotta comune tra italiani ed immigrati. Proprio esperienze di questo tipo sono il miglior modo per promuovere la conoscenza reciproca tra persone di cultura diversa, superando i pregiudizi creati non solo dalla violenta propaganda di destra ma anche dal modo in cui i media rappresentano “gli altri”.

Corrispondenze Metropolitane
collettivo di controinformazione e d’inchiesta

4450