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    Qualche considerazione sul V-Day, per un "Vaffanculo di fase"

    (9 Agosto 2007)

    Come anche le pietre sanno, Beppe Grillo ha organizzato per l'8 Settembre, giorno dell'Armistizio e, si spera, della resa incondizionata di quella che viene definita (con le unidirezionali categorie che vengono impartite all'Università) "classe dirigente corrotta" (tanto di centrodestra che di centrosinistra), il Vaffanculo-Day.
    Già si sentono voci iettatorie, tra le compagne ed i compagni, che sollevano eccezioni a questa proposta definita "restauratrice", "inconcludente", "non rivoluzionaria".

    Queste critiche lasciano un pò il tempo che trovano, anche perchè strozzano il dibattito e non contribuiscono alla ricerca di quei pezzi di verità che pure sono impliciti in "proteste generali" di tale portata.

    In altre parole il rischio è di "non vedere ciò che sta accadendo".

    E che cosa è accaduto negli ultimi vent'anni?
    Che molti di noi sono andati avanti con la solita menata della "classe operaia che non ha più coscienza di sè", a sancire categoricamente la sua (della classe) terzietà al branco di intellettuali (borghesi) che avrebbero dovuto "educarla" (che brutto termine, già da solo scava un fosso tra il Maestro e l' allievo), quasi a discolpa delle proprie (di ciascuno di noi) incapacità di analisi e di elaborazione di linee direzionali funzionali al movimento operaio.

    Questo "corto circuito" tra massa ed avanguardia rivoluzionaria (sempre a tre passi, di lato, a fare bisboccia) ha segnato il limite quasi esclusivo attraverso cui è stato operato non soltanto lo smantellamento dei diritti civili e sociali guadagnati con anni di lotta, ma anche la destrutturazione culturale e morale del nostro Paese.

    Poichè lo specchio fa paura, ci si concentra sulla semplicistica e risolutiva "pigrizia del popolino" e ci si assolve da tutti i peccati: Amen!

    Così, quando scopriamo che vengono tracciati all'orizzonte tentativi di riorganizzazione di pezzi, anche popolari, di società civile, poichè non sono (non lo possono essere nè, dopo aver così penosamente lavorato da marxisti, possiamo anche soltanto credere che lo siano) rivoluzionari, se ne conclude che essi semplicemente... non sono!

    Invece il V-day mostra che la società civile ha in sè le capacità di riorganizzarsi (e lo diciamo senza enfasi, anche tenendo conto del fatto che una certa sinistra finalmente ha saputo scendere in piazza il 9 Giugno recidendo il suo legame con gli ipocriti ambienti radical-chic governativi): che non sia capace di farlo compiutamente sotto gli auspici della bandiera rossa, non è sicuramente qualcosa che le si può addebitare come un "destino avverso" o il "risultato di una conclamata accidia".

    Riconoscere i limiti del V-day, senz'altro, ma appoggiarlo, perchè appoggiandolo e spiegandolo "da sinistra" si può contribuire a rintracciare la rotta rivoluzionaria che passa, anche, attraverso un "vaffanculo di fase", dato ai Mastella, ai Rutelli, ai D'Alema, ai Fassino, ai Bertinotti, ai Mele, ai Casini, agli Storhacker, alle Mussolini, ai Napolitano.

    Scendere in piazza a portare il proprio contributo individuale si può!

    Non facciamoci abbindolare da chi dice che "siccome non è rivoluzionario, noi non lo appoggiamo", chè i Venezuelani a quest'ora avrebbero ancora Pedro Carmona.

    francesco fumarola

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