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Contropiattaforma

(12 Agosto 2007)

Il vento della polemica soffia impetuoso su promotori, organizzatori, aderenti alla manifestazione del 20 Ottobre sul “Programma Massimo” del centrosinistra: da un lato le “sventate” (?) dichiarazioni rilasciate dall'onorevole disobbediente iscritto al gruppo del PRC Caruso, e dall'altro il tuonare della destra contro le contraddizioni dell'essere di “lotta e di governo” e della conseguente inaffidabilità del governo stesso, ricattato dalla “sinistra radicale” sul terreno riformista.

Pensate, siamo a Ferragosto: ed è già una ridda di smentite, rettifiche, edulcorazioni, reprimende, mentre le adesioni sembrano riguardare semplicemente il “vecchio” ceto politico – sindacale, ed i ministri, vice ministri, sottosegretari di Rifondazione Comunista fanno a gara ad esaltare le impreviste difficoltà che si sono trovati di fronte sedendo ai banchi del governo e l'insoddisfazione complessiva al riguardo del loro stesso operato.

Chissà cosa accadrà a Settembre, nel pieno della ripresa del “teatrino della politica” e vedremo da quale parte sarà tirata la giacchetta di Pietro Ingrao e Rossana Rossanda, massimi estensori del documento preparatorio: si troveranno con una piazza depotenziata nell'ottica della “governabilità ad ogni costo”, oppure inquinata da pericolosi estremisti così da giustificare il prevalere dell'ipotesi centrista, la fine del bipolarismo e la caduta del governo?

Certo: una bella responsabilità ed anche un azzardo politico, che in certe occasioni ci vuole ma che adesso, in tempi di estrema debolezza della soggettività politica collettiva rischia di trasformarsi in un momento di pericoloso, ulteriore, disfacimento di quel che rimane della parte più consistente della sinistra italiana (considerato che i DS, ormai confluiti nel PD possono essere considerati soltanto, in qualche loro frazione, una corrente di sinistra in un partito centrista. Una roba che l'antica “Sinistra di Base” della DC potrebbe essere considerata quasi come un partito rivoluzionario).

Insomma: per farla breve occorrerebbe, davvero, una risposta “da sinistra” a questo stato di cose.

Una risposta “da sinistra” che, in questo momento, viene fornita soltanto da alcuni interventi separati fra loro, non organici, magari giusti nei contenuti e, comunque, tenuti ai margini da quasi tutte le possibili fonti di comunicazione (in particolare dal “Manifesto” che dovrebbe, invece, farsi carico di un equilibrio tra la presenza della “sinistra governativa” e quella di una possibile “sinistra d'opposizione”).

Provo, allora, senza timore di scoprirmi troppo di lanciare una proposta di metodo, partendo da un un assunto che ritengo incontrovertibile: pesa l'assenza assoluta di un soggetto politico di sinistra d'opposizione, minimamente adeguato a progettare, sostenere, rilanciare una ipotesi di contrasto politico rivolto verso la “sinistra di governo”, magari attraverso la convocazione di una manifestazione “controcorrente” (voglio dire che, in questo caso, non esistono le possibilità di ripetere l'esperienza del 9 Giugno a Roma, soprattutto perché è necessario esprimere un indirizzo politico di carattere generale sufficientemente omogeneo tra i diversi soggetti che pure potrebbero essere parte importante di questa iniziative).

Sulla base di questo abbozzo di analisi, certamente incompleto e contestabile, è necessario, a mio avviso, partire dai “rami bassi” elaborando, prima di tutto, quella che mi permetto definire “contropiattaforma”.

A Settembre potrebbe essere autoconvocata una assemblea dove avviare una riflessione su di un manifesto del “Programma Minimo dell'Alternativa”: i materiali su cui discutere ed elaborare non mancano certo e non tocca a me, in questa sede, elencarli.

Mi limito a ricordare come al centro di questo discorso debba stare la modificazione di fondo dell'agire politico: il ritorno al concetto di rappresentatività sociale in luogo della governabilità ad ogni costo, come fattore fondamentale di una presenza sociale e politica davvero “alternativa”.

Se il lavoro di elaborazione di questo “Programma Minimo” o “Contropiattaforma” dovesse rivelarsi adeguato ad un processo importante di riaggregazione, allora potrebbe essere compiuto il passo successivo per una presenza pubblica “forte” e, forse, si sarebbe messo in moto un possibile circuito virtuoso verso la costruzione di una diversa, articolata, ma fondamentale,almeno nella prospettiva, soggettività politica.

Savona, li 11 Agosto 2007

Franco Astengo

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