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(14 Agosto 2007)
Con la nostra presenza a Malga Zonta non intendiamo celebrare una delle ormai tante “giornate della memoria”, ma valorizzare ciò che di fondamentale e di attuale c’è nella lotta che i partigiani condussero durante e dopo la Resistenza.
Storicamente il fascismo fu lo strumento che il grande capitale industriale e agrario italiano usò per rimettere “al loro posto” gli operai e i contadini che avevano partecipato alle lotte “biennio rosso” (1919-20), biennio che fu caratterizzato da numerose mobilitazioni: occupazioni delle terre, moti contro il caro-vita, ammutinamento delle caserme, occupazione delle fabbriche, movimento dei consigli di fabbrica.
Se l’interclassismo fascista fu solo la maschera di una posizione, invece, assolutamente classista, dopo la guerra è emerso un antifascismo posticcio, interclassista, trasversale, sostenuto dal PCI per legittimarsi agli occhi di settori moderati delle masse popolari e dal potere democristiano per tenere sotto controllo la carica “rivoluzionaria” dei settori più combattivi che avevano partecipato alla Resistenza (principalmente i partigiani comunisti) e di altri settori che a quella esperienza avrebbero potuto guardare.
Ma la maggior parte dei partigiani combatterono soprattutto per un futuro migliore, per una società fondata sui valori fondamentali della libertà, dell’uguaglianza, della solidarietà, della fratellanza tra i popoli, del rifiuto della guerra e dello sfruttamento.
Il nostro compito oggi è quello di richiamarci a quei valori, ad un antifascismo di classe e non ad astratti “principi democratici” che peraltro ognuno interpreta a modo suo (visto che si definiscono “democratici” anche partiti che finanziano le guerre, colpiscono i lavoratori, segregano gli immigrati...); del resto, i “sinceri democratici” hanno sempre chiuso un occhio - e sempre lo chiuderanno - sulle violenze che vengono compiute contro di noi, mobilitandosi al massimo quando ad essere colpiti sono loro.
Non abbiamo mai pensato che la “democrazia” fosse tanto migliore del fascismo, sicuramente non lo è la “democrazia delle bombe intelligenti” ed è per questo che riteniamo oggettivamente impossibile un “blocco antifascista” con chi bombarda la Jugoslavia o manda missioni di guerra in Afghanistan, Iraq e Libano o colpisce gli interessi dei lavoratori o mette gli immigrati nei CPT.
La “democrazia” con cui facciamo i conti ogni giorno è quella del tentato scippo del TFR (che i lavoratori sono riusciti parzialmente ad ostacolare) o quella della scandalosa ed ennesima contro-riforma delle pensioni che, come al solito alla vigilia della chiusura delle fabbriche, ha visto Governo e sindacati di regime firmare un accordo che in sostanza conferma - e, per certi aspetti, persino peggiora - la “riforma” Berlusconi-Maroni.
Se in qualche misura preferiamo la “democrazia” al fascismo è solo perché nella “democrazia” le persone possono capire che i loro problemi di vita non dipendono dalla mancanza di libertà politica, ma dalla mancanza di libertà sociale cioè dal sistema capitalistico. Ed è contro questo sistema e contro la guerra imperialista che siamo chiamati a sviluppare, oggi, la nostra “nuova Resistenza”.
Per far questo è necessario costruire un punto di vista autonomo, un coordinamento di forze anticapitaliste contrapposto al polo unico capitalistico, perché non è per questa Italia che abbiamo sotto gli occhi che gli antifascisti hanno combattuto durante la Resistenza.
A Malga Zonta, e ovunque, portiamo le nostre idee di giustizia, di libertà, di uguaglianza, di solidarietà.
Portiamo le lotte dei lavoratori, le lotte degli immigrati, le lotte contro le guerre imperialiste, le lotte per i diritti civili e sociali, le lotte al fianco dei popoli aggrediti e sfruttati.
Stare oggi a Malga Zonta per noi significa non restare indifferenti, ripudiare il fascismo vecchio e nuovo, non accettare di veder tornare ciò che - con coraggio e determinazione - era stato combattuto affinché mai più tornasse.
Siamo qui per affermare concretamente che nella lotta contro il fascismo e il razzismo non possiamo – non dobbiamo - fare alcun passo indietro.
Malga Zonta, 15 agosto 2007
Gruppo promotore per un Coordinamento
antimperialista antifascista dell’Alto Vicentino
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