">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

Addio compagne

Addio compagne

(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
Il logo della campagna di tesseramento del prc 2010 è una scarpa col tacco a spillo

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Memoria e progetto)

Morti sul lavoro: L'ipocrisia schizofrenica del "politicamente corretto"

(12 Agosto 2007)

Soltanto ieri, 9 agosto 2007, sul quotidiano Liberazione era possibile leggere, a commento dell'ennesima strage sui posti di lavoro, "Il lavoro insicuro è il più feroce serial killer in azione in Italia".

A distanza di poche ore, però, analoghe espressioni forti, da parte dell'On. Caruso nei confronti degli ispiratori delle leggi che hanno di fatto contribuito all'evoluzione di un mondo del lavoro fatto di precarietà e di diritti negati, venivano condannate da tutto l'arco parlamentare, segretario di Rifondazione compreso.

Indubbiamente, l'On. Caruso ha sbagliato.

Non tanto per le "analogie" utilizzate, quanto per l'errore fatto nell'individuare specifiche responsabilità nei nomi di Treu e Biagi. Non a caso, subito dopo l'On. Caruso ha pensato bene di correggere il tiro, spostando le responsabilità dai singoli alle leggi stesse.

Ed è questo, infatti, il punto: le leggi viste nel loro complesso, in ciò che prescrivono e in ciò che, "incautamente?", dimenticano di prescrivere o che con troppa facilità sottovalutano; con tanto di giudizio che deve quindi riguardare non i singoli, bensì le maggioranze parlamentari grazie alle quali dei semplici progetti possono divenire legge dello Stato.

Ma non solo.

Alla luce dei problemi che via via si pongono all'attenzione, e nel caso della sicurezza sui posti di lavoro è il caso di sottolineare "drammaticamente all'attenzione", ciò che più conta è il comportamento del legislatore di turno, in modo particolare quando, come è facilmente dimostrabile, i primi a lamentare la gravità del problema sono i massimi esponenti di chi oggi ha i numeri, in Parlamento, per poter intervenire in maniera decisiva.

A partire dal Presidente Napolitano, passando per Prodi e gran parte dei Ministri, per finire con il Presidente della Camera Bertinotti, è tutto un coro contro condizioni di sicurezza sui posti di lavoro che indignano.

Ma se la politica che ha i numeri per cambiare si limita all'indignazione, a chi il compito di trovare le soluzioni?

Ci s'indigna per le troppe morti, ci s'indigna per le dichiarazioni dell'On. Caruso, a quando qualcosa di concreto, anche e soprattutto per smentire con i fatti i cosiddetti detrattori delle leggi Treu e Biagi?

Al di là delle opinioni, infatti, e quella di chi scrive è profondamente negativa nei confronti delle leggi ispirate da Treu e Biagi, c'è da verificare quanto il legislatore abbia fatto, sia prima che dopo, per evitare l'imbarbarimento delle condizioni di lavoro.

In tal senso, i drammatici bollettini di guerra, che quotidianamente giungono dai posti di lavoro, stanno lì a confermare come nulla sia stato fatto, né prima, né dopo.

Un gran parlare mentre le persone che cercano di guadagnarsi onestamente di che vivere muoiono. Questa è la realtà sotto gli occhi di tutti e rispetto alla quale ogni componente delle precedenti, come dell'attuale maggioranza parlamentare, dovrebbe sentire un peso insopportabile sulla coscienza.

Certo, ora tutti a ricordare il nuovo testo sulla sicurezza licenziato in questi giorni.

Ma di quale sicurezza si può parlare se i primi a "negarsi" questo diritto sono i lavoratori stessi?

Un lavoratore precario che si batte sul posto di lavoro è un lavoratore senza futuro, un lavoratore che con l'attuale legislazione può sì vincere una singola battaglia, ma che è destinato a rimanere disoccupato per la vita.

Chi lavora con brevi contratti a termine lo sa bene: la possibilità di una nuova assunzione passa per l'accettazione di un numero elevato di regole non scritte.

Quello che cioè manca non è la cultura della sicurezza tra i lavoratori o una nuova legge sulla sicurezza, bensì la forza contrattuale per poter vedere rispettati i propri diritti.

E' tutta qui la soluzione del problema (da riprendere in altra sede, ovviamente, le considerazioni sulla qualità della vita in conseguenza del lavoro precario):

o un sistema di controlli adeguato ai livelli di flessibilità introdotta;

o un sistema del lavoro che mandi in soffitta le forme di flessibilità che meglio si prestano per essere utilizzate per comprimere i diritti dei lavoratori.

Che piaccia o no, quindi, ai nostri "politicamente corretti", siamo in presenza di un'attività legislativa (o a seconda dei casi "inerzia legislativa") che produce iniquità.

Chi ha promosso e varato le leggi Treu e Biagi sa bene di non ha superato la prova sul campo, e questo indipendentemente dalle espressioni forti utilizzate dall'On. Caruso.

La cronaca di tutti i giorni e l'impotenza provata da ogni singolo lavoratore (per la mancata predisposizione di un sistema efficace di salvaguardia dei diritti) costituiscono, infatti, un giudizio ancora più severo e rispetto al quale sarebbe lecito attendersi che qualcuno cominci a rispondere con atti concreti piuttosto che con inutili dosi di indignazione.

l'articolo originale all'indirizzo: http://www.riforme.net/editoriali/ed07-05.htm

Franco Ragusa

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Notizie sullo stesso argomento

Ultime notizie del dossier «Dove va Rifondazione Comunista?»

Ultime notizie dell'autore «Riforme.info (Franco Ragusa)»

8160