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Marchio Marchionne

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Non c'è sicurezza sui luoghi di lavoro se c'è precarietà.

Riflessioni sulle parole dell'On. Francesco Caruso

(14 Agosto 2007)

Le dichiarazioni di alcuni giorni fa, dell' On.Francesco Caruso, pronunciate a caldo dopo l'ennesimo episodio di morte sul posto di lavoro, hanno animato la polemica politica di questi ultimi giorni dell'estate 2007.

Le frasi imprudentemente pronunciate dal deputato, hanno innescato una serie di polemiche propizie ad un linciaggio mediatico sia di destra che di sinistra.

Sicuramente l'espressione usata per l'occasione è stata molto forte, dettata soprattutto dalla commozione per l'avere appreso degli ennesimi episodi di morti sui posti di lavoro, ma certo non si può non condividere le accuse lanciate sulla legge Biagi e a riguardo del pacchetto Treu.

Bisogna riconoscere il merito dell'Onorevole Caruso nell'avere sollevato la polemica su i due più grandi provvedimenti riguardanti il mondo del lavoro negli ultimi anni; provvedimenti che hanno letteralmente stravolto il mondo del lavoro e che hanno cambiato (senza ombra di dubbio in peggio) le condizioni dei lavoratori italiani.

Interessante è sicuramente l'accostamento che si inizia a fare tra due problemi apparentemente diversi, ma in realtà collegati : sicurezza e precarietà; il binomio tra i due elementi è forte, non ci sta la sicurezza se ci sta la precarietà.

Da questo punto di vista risulta veramente difficile dissentire dalle posizioni di Caruso quando, riferendosi a Biagi e Treu, afferma che : "le loro leggi hanno armato le mani dei padroni, per permettere loro di precarizzare e sfruttare con maggior intensità la forza-lavoro e incrementare in tal modo i loro profitti, a discapito della qualità e della sicurezza del lavoro".

Insomma, non saranno direttamente loro gli assassini, ma sicuramente le loro leggi che rendono il rapporto di lavoro precario hanno facilitato l'opera di imprenditori senza scrupoli, di padroni che non rispettano le norme di sicurezza, che non forniscono ai lavoratori gli idonei dispositivi di protezione individuale; e per questo tipo di padroni la parola "assassini" non è certamente troppo...

A questo punto credo sia giusto ricordare che era previsto nel programma dell'UNIONE il "superamento" della legge Biagi, ma ad un anno e mezzo dall'insediamento del governo Prodi, ancora non si muove nulla; anzi, l'ultimo accordo sul welfare va in tutt'altra direzione riconoscendo una ulteriore proroga ai contratti a tempo determinato dopo 36 mesi, anche se questa volta con la "benedizione" degli uffici provinciali del lavoro.

Appare poi piuttosto ipocrita una certa sinistra che puntando il dito solo verso la legge Biagi (contro la quale poi non intraprende nessuna battaglia), non riconosce il guasto precedentemente fatto promovendo il cosiddetto "pacchetto Treu", continuando tra l'altro a difenderlo.

Come non si riesce a capire che,in fondo, la legge Biagi altro non è che la continuazione della precarizzazione del lavoro iniziata da Tiziano Treu?

Credo che allora, a prescindere dalle parole forti usate, bisogna riconoscere a Caruso il merito di aver alimentato una utile polemica contro la precarietà del lavoro.

Infortuni, morti bianche, precarietà, sfruttamento, lavoro nero, disoccupazione, sono tutti anelli di una unica catena; pertanto se veramente si vuole contrastare le morti sul lavoro, sono proprio la legge Biagi e il pacchetto Treu le cose che bisogna iniziare a rivedere.

Termoli (CB), 14/08/2007

Roberto Pano
Responsabile lavoro e sviluppo P.d.C.I. Molise

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