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La classe operaia va in fumo

La classe operaia va in fumo

(8 Settembre 2011) Enzo Apicella
L'articolo 8 della manovra economica permette i licenziamenti senza giusta causa

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    Aumentata l'età pensionabile

    Lo scalone e’ di fatto mantenuto con diverse modalita’

    (22 Luglio 2007)

    L'accordo raggiunto questa mattina tra Governo e Cgil-Cisl-Uil ha dato un risultato molto peggiore di quanto si potesse prevedere.

    A fronte di qualche migliaio di lavoratori che potranno andare in pensione a 58 anni nel 2008, dal 2013 si andrà a 61 anni, come e più di quanto previsto dalla riforma Maroni.

    Pur non conoscendo ancora i particolari dell'accordo siglato, ciò che emerge è più che sufficiente per motivare un giudizio estremamente negativo.
    Chi - come molti lavoratori e lavoratrici che hanno scioperato - in questi mesi ha sostenuto la necessità di abolire lo “scalone” e non accettare “la farsa degli scalini e delle quote”, è stato dipinto come “nemico dei giovani”, “estremista e conservatore”.

    Il tanto decantato patto tra le generazioni teorizzato da Confindustria, Banca d’Italia, governo e sindacati della concertazione si traduce con questo accordo in una pesantissima penalizzazione proprio per i lavoratori più giovani, le donne e comunque per la stragrande maggioranza dei lavoratori italiani.

    Un accordo che si conclude, a detta del Ministro dell'Economia Padoa Schioppa a “costo zero”, significa chiaramente che i lavoratori si sono pagati da soli una trasformazione di un meccanismo che era e rimane del tutto negativa.

    Tutto ciò suona come una beffa alla luce del programma dell'Unione che prevedeva il superamento dello “scalone” e non la sua trasformazione in scalini che comunque portano alla stessa conclusione. Cioè all'aumento secco e consistente dell'età pensionabile, come richiesto da Comunità Europea e Fondo Monetario Internazionale e non dai lavoratori e dalle lavoratrici che hanno sentito parlare per mesi di “risarcimento sociale” e si vedono ora liquidato il senso stesso di previdenza pubblica.

    Non serve certo a mitigare questa sconfitta l'ipotesi di esclusione del lavoro usurante (già previsto da Maroni e di cui comunque non si conoscono ancora compiutamente le specifiche).

    Prodi e sindacati soddisfatti … lavoratori nuovamente penalizzati…

    Devono essere i lavoratori a decidere: ci aspettiamo quindi una sospensione del giudizio da parte dei firmatari sino alla consultazione che necessariamente dovrà esserci e che per essere formalmente e sostanzialmente valida dovrà adottare un metodo trasparente e democratico e prevedere assemblee preventive su tutti i posti di lavoro.

    A questo punto ci aspettiamo una presa di posizione delle forze politiche e di quei settori sindacali da sempre dichiaratisi contrari a questa ipotesi per contrastare l’accordo anche con la mobilitazione.

    Roma, 20 luglio 2007

    dichiarazione di Fabrizio Tomaselli
    coordinatore nazionale SdL Intercategoriale

    Fonte

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