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Bagnini e bagnanti

(26 Agosto 2007)

Abbiamo appreso, a mezzo stampa, di una multa salatissima, piu’ di 3.000 euro, fatta dalla Capitaneria di Porto ad un dipendente di uno stabilimento balenare con mansioni di bagnino, perche’ non indossava la maglietta rossa con la scritta “salvataggio”.

Abbiamo appreso, a mezzo stampa, di altri interventi della Capitaneria nei confronti di altri lavoratori e di alcuni stabilimenti balneari.
Non è il caso qui di ripetere le banalità dette da altri, tipo che l’ignoranza non è ammessa e che chi sbaglia paga.

Nei confronti della Capitaneria esprimiamo il disappunto per non aver prodotto regole più stringenti in fatto di sorveglianza.

Sapevamo delle forti pressioni datoriali emerse, ma non è pensabile che nel 2007 l’unico mezzo di salvamento sia un pattino ed un bagnino ogni 80 metri.

Sottolineiamo però che abbiamo espresso in più incontri, sia unitari con CISL ed UIL, sia con delegazioni di bagnini, sia con petizioni di oltre 200 addetti,che le regole andavano migliorate ma poco, di quello che chi lavora chiedeva, è stato fatto.

La prima regola importante è quella dei criteri della sorveglianza, che in spiagge come quelle della Versilia (si pensi al tuffo da guiness di domenica scorsa ), non può essere delegata alla buona volontà degli stabilimenti con la regola delle isole e di un addetto ogni 80 metri di spiaggia (avete letto bene: 80 metri!!!, quasi come un campo di calcio!!!)

Certamente la maglietta rossa deve essere indossata, ma altrettanto certamente sembra paradossale che chi ha fatto poco – nell’ordinanza – sia poi lo stesso soggetto che infligge le multe…

Negli stabilimenti balneari registriamo ogni giorno lamentele da parte di chi ci lavora perché spesso è al nero, soprattutto nelle mansioni di bar, ristorante e pulizie, nei casi migliori ha un contratto part time mentre in realtà fa anche 70 ore settimanali, e il comune denominatore è quello che non effettua quasi mai il giorno di riposo settimanale previsto dalla legge, e addirittura,talvolta, non effettua il riposo nemmeno mensile!!!

In un solo stabilimento (Principe di Piemonte di Viareggio) abbiamo fatto un accordo per effettuare il giorno di riposo a parità di salario.
Negli altri posti è tutto alla mercè del titolare…

E’ vero che non bisogna generalizzare, ma bisogna dire che nella generalità dei casi i lavoratori subiscono le pretese datoriali.
Ebbene… che a pagare l trionfo della illegalità, che ogni giorno registriamo sovrana nel salotto buono della Versilia, cioè nelle spiagge, dove tutti – nessuno escluso- sono complici o nella migliore delle ipotesi testimoni consapevoli (organizzazioni datoriali, amministrazioni, clienti ecc. ecc) sia un bagnino e pochi altri sfortunati… è grottesco.

Che poi le associazioni datoriali abbiano persino l’ardire di lamentarsi di qualcosa, è paradossale.

L’unica ricetta è quella di controlli a tappeto da parte dell’ispettorato e da parte della capitaneria e fare prima ordinanze realmente volte alla sicurezza dei bagnanti e dei bagnini e poi le multe.

Per questo,oltre al nostro lamento, occorrerebbe un reale interesse delle amministrazioni ad affrontare la cosa ed a subordinare il sostegno alle attività al rispetto delle regole e alle assunzioni regolari.

Letizia Tassinari

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