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Germania: contratto separato per i macchinisti tedeschi

(31 Agosto 2007)

Le ferrovie tedesche si sono rassegnate a negoziare un contratto separato con il GdL, il sindacato dei macchinisti che chiede aumenti di stipendio fino al 31%. Le parti si ripropongono di raggiungere un'intesa entro il 30 settembre. Fino a questa data i macchinisti rinunceranno a scioperare. L'intesa di massima sulle modalità di soluzione del conflitto, annunciata ieri, è stata raggiunta grazie all'intervento di due mediatori: Heiner Geissler e Kurt Biedenkopf sono riusciti a convincere il direttore delle ferrovie Hartmut Mehdorn a trattare con il sindacato dei macchinisti ribelli, che organizza ormai il 79% della categoria.

La loro protesta ha radici profonde in un percorso di privatizzazione più che decennale, che ha penalizzato il personale. Il governo, nonostante la crescente opposizione delle regioni e le remore della sinistra socialdemocratica, punta al traguardo della ricerca di soci privati e della quotazione in borsa. Per piacere agli azionisti, le ferrovie hanno chiuso 5.700 chilometri di rete, hanno dimezzato il personale (gli addetti sono passati da 462mila nel 1990 a 229mila alla fine del 2006), hanno prolungato gli orari di lavoro, hanno decurtato i salari. Quelli reali, al netto dell'inflazione e degli aumenti d'orario, sono scesi del 9,8% tra il 1993 e il 2007. Il salario netto di un macchinista tedesco, dopo due anni di servizio, è di 1.288 euro. Con l'aggiunta di altre voci variabili arriva a una media tra i 1.438 e i 1.588 euro. Ma resta il più basso in un confronto europeo: secondo dati del GdL, un macchinista italiano con la stessa anzianità di servizio ha un reddito netto di 1.850 euro. Il Gewerkschaft der Lokführer (GdL, sindacato dei macchinisti) chiede che il salario lordo di un macchinista appena assunto passi dagli attuali 1.970 euro a 2.500.

Il contenimento delle spese per il personale è stato troppo a lungo subìto dal sindacato confederale dei ferrovieri Transnet, «concertativo» e imbrigliato nei meccanismi di cogestione aziendale, e dal suo satellite Gbda, che organizza i vecchi assunti come funzionari statali. Trasnet, col suo esplicito appoggio ai piani di privatizzazione, ha finito col trovarsi isolato anche nella confederazione sindacale Dgb. Nel tentativo di risalire la china, Transnet ha strappato a luglio aumenti del 4,5%. Ai macchinisti infuriati non basta.

Rudi Ostler
Berlino

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