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(4 Dicembre 2002)
Da Genova altri 23 provvedimenti restrittivi – 9 arresti in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 10 tra domicili coatti e firme giornaliere: un’altra bordata repressiva – forse la più prepotente – colpisce il movimento no global per impedirgli di fare politica.
Non è cessata l’eco dell’indignazione generale sull’uso politico di parte della magistratura dopo il Teorema Casentino – a maggior ragione dopo le decisioni del Tribunale del Riesame che ha mandato liberi tutti, sostenendo l’arbitrarietà del mandato di cattura – che con una tempistica degna degli sprinters, gli inquirenti di Genova rincarano la dose sulla criminalizzazione del movimento e l’assoluzione delle Forze dell’Ordine.
L’uso distorto dell’azione giudiziaria, che si compie anche attraverso il frazionamento conclusivo dell’inchiesta – che permette di esaltare l’archiviazione dell’assassinio di Carlo Giuliani, di mettere sotto accusa il movimento e di far passare totalmente in secondo piano il rinvio a giudizio dei torturatori di Bolzaneto e dei massacratori della Diaz – è tesa a ricostruire le giornate di Genova solo in chiave governativa.
Si ribalta così la storia vissuta da 300.000 in diretta e da milioni trepidanti e/o in differita: le giornate del luglio 2001 a Genova sono state lo snodo fondamentale della nuova partecipazione popolare al cambiamento, che il governo Berlusconi ha inteso reprimere con lo Stato di Polizia e l’esaltazione dello scontro militare, culminati nelle camere di tortura di Bolzaneto e nell’assassinio di Carlo Giuliani.
Questa verità è già storia comune: gli inquirenti di Genova che stanno proponendo ai media l’immagine di un movimento violento e distruttivo si pongono nel solco di quella magistratura che nel recente passato ha nascosto al popolo italiano lo Stragismo, il Golpismo, le sedizioni militari, i Servizi deviati.
Non di meno continuiamo a pretendere “verità e giustizia” per i fatti di Genova - come per quelli di Napoli – lo faremo riempiendo le piazze e i contesti sociali, mobilitando lavoratori e studenti no global e immigrati per impedire che un movimento così vasto e ricco di idee, proposte di cambiamento e trasformazione sociale sia fatto oggetto di sole risposte becere e repressive.
IL MOVIMENTO NON SI ARRESTA!
IN OGNI INIZIATIVA PORTIAMO LA RICHIESTA DI “LIBERARE TUTTI/E”
Già il prossimo sabato, come il 10 dicembre, è giornata di mobilitazione nazionale
CONFEDERAZIONE COBAS
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