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Praga. Il convitato di pietra

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(8 Aprile 2010) Enzo Apicella
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Il 17 febbraio a Vicenza ha vinto il popolo "No Dal Molin"

(20 Febbraio 2007)

Il 17 febbraio a Vicenza ha vinto il popolo "NO DAL MOLIN", con un corteo forte, partecipato e con mille anime diverse, che ha attraversato le strade di Vicenza gridando la sua opposizione netta e non negoziabile alla costruzione della nuova base militare statunitense.

Un popolo che è sceso in piazza per gridare il suo NO alla militarizzazione del territorio e un NO all'esproprio delle risorse naturali, rigettando la possibilità di essere complice di nuove stragi provocate dalle politiche belliciste del governo U.s.a.

Una giornata di lotta che è andata persino al di là delle previsioni, con un NO che si è ingigantito ed è stato amplificato dalla capacità di raccogliere, su queste parole d'ordine, intelligenze, strategie, forme comunicative anche molto distanti, ma che nel rispetto reciproco hanno centrato l'obiettivo di rappresentare una forza reale, con cui il governo Prodi dovrà fare i conti.

Se la parola d'ordine del popolo no tav era "sarà dura", oggi invece è "resisteremo un minuto di più", e sono segnali chiari di una volontà di resistenza ad oltranza, qualsiasi sia il governo in carica. Un popolo "NO DAL MOLIN" cosciente di non avere governi amici, che ha sfidato ed ha vinto la scommessa di costruire un enorme corteo di massa il 17 febbraio, in un clima che ricordava le giornate del luglio 2001 a Genova, quando fu assassinato Carlo Giuliani. Vogliamo oggi ricordare a tutti, come esempi di questo clima di tensione, anche solo le farneticanti affermazioni del ministro degli interni Amato, che paventava scenari apocalittici e che ora, dopo lo schiaffone preso dai 200000 manifestanti presenti in piazza, incredibilmente ringrazia la polizia per aver impedito le provocazioni; gli arresti di presunti B.R. a 4 giorni dal corteo; il presunto arrivo di fantomatici black block dall'estero; e il clima di criminalizzazione creato da tutti i media, ognuno dei quali, servo delle strategie politiche dei gruppi di riferimento, ha riempito pagine di giornali e ore di trasmissioni tv su quello che sarebbe "sicuramente" accaduto.

Ma al contrario è successo che il movimento ha rifiutato questo terreno e ha consolidato così le sue basi scommettendo positivamente sul suo futuro. Ha rifiutato di essere funzionale ad un riequilibrio all'interno dei partiti di maggioranza, rigettando al mittente la provocazione.

All'interno di questi equilibrismi di governo, un ruolo di subordinazione ha avuto la direzione del partito della rifondazione comunista che, per la paura di essere trascinato e affondato da chissà quale scenario di criminalizzazione mediatica, ha tentato di spaccare il movimento nazionale che esprimeva solidarietà al popolo vicentino, facendo saltare il treno unitario a Milano e in altre città, accettando cosi, consapevolmente, di essere ostaggio dei diktat diessini e centristi.

Ma queste dinamiche a noi interessano poco.

C'interessa molto invece che la solidarietà, espressa sabato 17 dai 200000 manifestanti arrivati da tutta Italia, continui nel tempo e si consolidi, perchè, come diceva uno dei portavoce dei comitati di Vicenza (presente all'assemblea pubblica di mercoledì 14 tenutasi nel nostro centro, ma presentata dal giornale "La repubblica" come una riunione "carbonara"), la fase difficile incomincerà quando arriveranno le ruspe, e tutti noi dovremo essere pronti a raccogliere questa sfida. Una sfida che sarà dura perchè gli amici e i servi del governo U.s.a. cercheranno di blandire o di schiacciare le proteste del popolo vicentino, ed è proprio in quel momento che bisognerà tornare tutti a Vicenza, come già abbiamo fatto in Val di Susa, e mostrare tutta la nostra solidarietà, perché la loro lotta è la nostra lotta.

*DAL MOLIN, CAMP DERBY, SIGONELLA, FUORI LE BASI DALLA NOSTRA TERRA.*
*NO ALL'IMPERIALISMO AMERICANO E AL SERVILISMO DEL GOVERNO PRODI.*
*NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DEI MOVIMENTI.*


Milano 20.02.07

Centro Sociale Autogestito Vittoria

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