">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

La fatalità dominante

La fatalità dominante

(26 Novembre 2011) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Di lavoro si muore)

Garantire il lavoro ai familiari degli operai morti sul lavoro

Sul lastrico le famiglie degli operai morti sul lavoro

(9 Settembre 2007)

Senza lavoro ed ai limiti della povertà le famiglie dei lavoratori morti sul lavoro. Subito un fondo nazionale di sostegno e priorità nelle assunzioni negli enti bilaterali di settore

“Ai limiti della povertà migliaia di famiglie napoletane di operai edili morti sul lavoro”. Lo dichiara Ciro Crescentini dirigente della Fillea Cgil di Napoli. “ Migliaia di madri e vedove, non solo distrutte dal dolore per la perdita affettiva ma totalmente incapaci di far fronte alla perdita economica del capofamiglia.

Famiglie al completo sbaraglio, bambini lasciati al proprio destino, donne incapaci di assicurare nemmeno i beni di prima necessità a questi orfani – sottolinea Crescentini - Figli colpevoli soltanto di avere padri onesti lavoratori, ma, non tutelati dalle istituzioni, ragazzi che a cui nessuno potrà garantire nemmeno l’istruzione di base, il cui destino è irreversibilmente tracciato. Ma forse è proprio ciò che si vuole”.

Infatti, al coniuge superstite spetta una rendita vitalizia pari solo al 50% della retribuzione del lavoratore defunto e, nel caso vi siano figli, viene aggiunto un 20% per ciascuno di essi fino ai 18 anni di età; ancora meno si riconosce, il 40%, se si tratta di orfani di entrambi i genitori.

Nessun risarcimento per i genitori salvo il caso in cui risultino a carico del lavoratore deceduto: ecco dunque dei morti che costano solo il dolore dei propri cari.

Va segnalato che la reversibilità della pensione INPS, pur essendo una prestazione che non ha carattere di indennizzo, prevede per i superstiti il 60% al coniuge, il 20% a ciascun figlio se c’è anche il coniuge, il 40% a ciascun figlio, se sono solo i figli ad averne diritto (70% se si tratta di un solo figlio) ed il 15% a ciascun genitore, fratello e sorella.

“Chiediamo pertanto l'istituzione presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale del Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro al fine di assicurare un adeguato e tempestivo sostegno ai familiari delle vittime di gravi incidenti sul lavoro anche per i casi in cui le vittime medesime risultino prive della copertura assicurativa obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali – conclude Crescentini - L’unica soluzione vera e certamente non caritatevole, è quella di assumere immediatamente le vedove o i figli dei lavoratori deceduti o irreversibilmente infortunati.

E’ obbligo al quale devono adempiere gli enti bilaterali(cassa edile, scuole edili, comitati paritetici antinfortunistici) anche e soprattutto in virtù del fatto che i poveri lavoratori deceduti versano regolare contribuzione a favore dei medesimi”

Ciro Crescentini

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Di lavoro si muore»

Ultime notizie dell'autore «Ciro Crescentini»

8903