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(21 Settembre 2007)
Per anni i governi, sia di centro-destra che di centro-sinistra, che si sono succeduti, hanno utilizzato Alitalia per fini prettamente elettorali, rimandato la risoluzione dei problemi senza precisi interventi, quasi a favorirne le crisi per poter poi privatizzare. Ora dopo anni di agonia, il governo di centro-sinistra ha deciso, in virtù della sacra legge del “mercato”, che per salvare Alitalia bisogna concentrare il massimo dei voli su Fiumicino.
Da qui la scelta di tagliare 150 voli di Malpensa.
CERCANO DI SALVARE LA FACCIA
Dopo la scelta di Alitalia, i politici lombardi, per far vedere che esistono, si sono lanciati in una canea di dichiarazioni e iniziative propagandistiche, con in testa Formigoni, Moratti e la Lega, con il centro-sinistra che per paura di perdere voti avvalla questa canea.
Hanno trasformato il problema Alitalia, come una scelta contro il Nord produttivo e operoso.
Gli amministratori Lombardi si dimenticano forse che da oltre 20 anni governano Regione, Provincia di Varese e Comune di Milano, e non ci sembra che si siano distinti con precisi piani per valorizzare Malpensa con collegamenti efficienti, una valutazione ambientale con la salvaguardia del territorio, una salvaguardia delle condizioni lavorative con garanzie sociali certe per tutti i lavoratori. Questi amministratori non si sono mai posti il problema del proliferare di aeroporti in tutto il Nord senza un preciso piano. Per anni gli amministratori Lombardi hanno intascato gli utili prodotti dalla Sea e dalle aziende che operano a Malpensa senza mai porsi il problema dei lavoratori e del territorio. Da sempre Malpensa è la patria del lavoro precario e sottopagato.
A chi si erge a paladino della difesa di Malpensa e della Lombardia, basterebbe ricordare che solo pochi anni fa, l’attuale presidente di Sea (di area Leghista) era presidente di Alitalia e non ci risultano progetti concreti per evitare questa situazione.
IN ATTO LA GUERRA PER SPARTIRSI UNA GROSSA FETTA DI MERCATO
A noi sembra invece, che lo scontro in atto sia prettamente economico. In queste settimane si determineranno sia il futuro di Alitalia (privatizzazione), sia l’assegnazione degli slot cioè il diritto concesso ad una compagnia aerea da parte delle autorità aeroportuali, di pianificare ed istituire voli con cadenze regolari in partenza o in arrivo. Il tono delle polemiche e l’accanimento dimostrano che la partita in corso su Malpensa ha una grande rilevanza economica. Per Malpensa non ci troviamo di fronte alla classica crisi aziendale, con la previsione di riduzioni di organici, assistiamo invece ad uno scontro tra diverse compagnie aeree per accaparrarsi gli slot e il ricco mercato che le gravita intorno, come hanno evidenziato le offerte di Ryan air e EasyJet.
Lo stesso piano industriale di Sea, presentato a giugno scorso, prevedeva per i prossimi 5 anni due ipotesi. La prima con l presenza di Alitalia e la seconda senza la presenza della compagnia di bandiera. Tutte e due le ipotesi prevedevano un aumento sia di movimentazione merci che di passeggeri.
Le previsioni catastrofiche di questi giorni sono quindi finalizzate a drammatizzare la situazione per far accettare ai lavoratori e ai cittadini, ulteriori sacrifici e rinunce alle loro condizioni economiche e salariali.
IL SINDACO DI MILANO PREPARA L’ATTACCO AI LAVORATORI
Il sindaco di Milano Moratti, ha chiesto al governo la possibilità per Sea di utilizzare gli stessi ammortizzatori sociali disponibili oggi per Alitalia. Nella sostanza la proprietà di Sea si appresta a chiedere crisi aziendale, per poter ridurre il personale. La legge prevede che a fronte della richiesta di crisi aziendale si debbano subito sospendere il lavoro interinale e a termine.
Dopo aver utilizzato per anni i lavoratori interinali e stagionali, costringendoli a centinaia di ore di straordinari, con la promessa di una loro assunzione definitiva, ora ci si vuole liberare di loro.
Ma non solo con la scusa della crisi di Alitalia, si cercherà in tutti i modi di far passare un diverso regime di orari con l’aumento del lavoro per tutti i lavoratori Sea.
Di fronte a questa situazione Cgil-Cisl-Uil pensano solo a schierarsi in cordate con questa o quella compagnia, abbandonando i lavoratori più deboli (interinali e tempi determinati).
Già circolano proposte di Sea, con qualche migliaio di euro, (soldi della collettività) a chi accetta di licenziarsi.
Noi invece riteniamo che occorra intensificare l'impegno a tutti i livelli (mobilitazione, istituzionale e legale) per assicurare la difesa di tutti i lavoratori e delle loro condizioni di lavoro.
20-9-2007
A.L.Cobas-CUB Trasporti
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