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Morta giovane operaia nel Trevigiano Schiacciata da una pressa compattatrice

(20 Settembre 2007)

Notizia dall'ANSA Veneto. (2007-09-18 10:53)
Incidenti lavoro: morta giovane operaia nel Trevigiano
Schiacciata da una pressa compattatrice
(ANSA) - TREVISO, 18 SET - Un'operaia di 20 anni e' morta la scorsa notte in un incidente sul lavoro avvenuto nell'azienda 'Tre B', a Salgareda. Secondo quanto si e' appreso la giovane, che stava operando nelle vicinanze di una pressa compattatrice di residui plastici, per cause da accertare e' stata travolta e schiacciata dal macchinario, del peso di circa 10 quintali, che si sarebbe improvvisamente rovesciato Inutili i tentativi di soccorso e di rianimazione.

Il Telegiornale di oggi ha precisato in realtà la dinamica.

L'operaia di vent'ani era stata affittata all'azienda da una agenzia di lavoro interinale. Non aveva ricevuto alcun addestramento sulle mansioni da svolgere. Era addetta ad una pressa, macchinario che non era ancorato al suolo. I delegati di fabbrica avevano più volte richiesto il fissaggio della macchina, ma il padrone aveva risposto che per quel tipo di macchina non è necessario alcun ancoraggio.

Un altro giovane operaio, anch'egli inviato da agenzia di lavoro interinale e senza addestramento, manovrando con un muletto, ha incidentalmente urtato la pressa che si è ribaltata (come già altre volte era successo) schiacciando e uccidendo l'operaia.

Al di là del fatto che questo non la riporterebbe ion vita, e dubito che eliminerebbe lo shock immaginabile che deve aver colpito l'altro operaio, sarebbe ora che ogni qualvolta si verificano incidenti del genere, si procedesse, con la maggiore velocità possibile, e con la massima estensione per territorio e categorie, ad attuare mobilitazioni contro questa strage infinita.
Le manifestazioni dei lavoratori del porto di Genova in occasione della morte di un loro collega, a mio avviso, dimostrano che se la lotta rimane circoscritta al territorio specifico o alla categoria lavorativa specifica, non si va da nessuna parte e continueremo a morire come mosche.

Anche se è vero che esistono categorie maggiormente a rischio, tutti i lavoratori sono esposti al pericolo di perdere la salute quando non la vita per cause di lavoro. Per cui, o ci rassegnamo a continuare ad andare per funerali, o ci diamo una sveglia e proviamo a rompere le barriere corporative e i sonniferi che da troppo tempo ci siamo lasciati imporre.

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