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(27 Settembre 2007)
Sei giorni fa, almeno 28 civili sono morti in una sparatoria che ha coinvolto la società di sicurezza Usa Blackwater. Ma che cosa è successo davvero? Kim Sengupta riferisce dalla scena del massacro
L'esplosione di una sparatoria è stata improvvisa e feroce, una raffica dopo l'altra che falciavano uomini, donne, e bambini terrorizzati, colpivano violentemente le auto mentre si scontravano e si ribaltavano, con i conducenti che cercavano freneticamente di fuggire. Alcuni veicoli hanno preso fuoco per l'esplosione dei serbatoi di benzina. In uno di questi sono morti una madre e il suo bambino, intrappolati tra le fiamme.
La sparatoria di domenica, da parte delle guardie della società privata di sicurezza americana Blackwater, ha messo in moto una delle dispute più aspre e pubbliche fra il governo iracheno e i suoi sostenitori americani, e mette a fuoco in modo chiaro il comportamento spesso violento degli eserciti privati occidentali che operano in Iraq dall'invasione del 2003, immuni da controlli o azioni legali.
Gli uomini della sicurezza della Blackwater sono accusati di avere ucciso senza alcun freno, non essendo stati provocati. Hassan Jabar Salman, un avvocato, è stato colpito quattro volte alla schiena, e la sua auto crivellata da altri otto proiettili, mentre cercava di allontanarsi dal loro convoglio.
Ieri, seduto fasciato all'ospedale Yarmuk di Baghdad, he ricordava scene di orrore.
"Ho visto donne e bambini saltare fuori dalle loro auto e cominciare a strisciare carponi sulla strada per evitare di essere colpiti", ha detto. "Ma la sparatoria continuava, e molti di loro sono stati uccisi. Ho visto un bambino di circa 10 anni lanciarsi per la paura da un minibus, era stato colpito alla testa. La madre lo stava chiamando urlando, è saltata fuori per prenderlo, ed è stata uccisa. La gente aveva paura".
Alla fine della gragnuola prolungata di proiettili, piazza Nisur era la scena di una carneficina, con i corpi sparsi attorno a rottami fumanti. Le ambulanze che cercavano di raccogliere i feriti si sono trovate la strada bloccata da folle che fuggivano dalla sparatoria.
Ieri, il bilancio dell'incidente, secondo le autorità irachene, era di 28 morti. E potrebbe salire, dicono i medici, dato che molti dei feriti, colpiti da proiettili ad alta velocità a distanza ravvicinata, è improbabile che sopravvivano.
Mentre la collera pubblica fra gli iracheni non mostra alcun segno di diminuire, l'amministrazione Usa ha sospeso tutti gli spostamenti via terra dei funzionari fuori dalla super protetta Green Zone.
Il governo iracheno ha revocato la licenza di operare alla Blackwater, ma la società rimane alle dipendenze del governo Usa. Il Segretario di Stato, Condoleezza Rice, tuttavia, ha promesso una inchiesta "trasparente" sull'accaduto.
La Blackwater e il Dipartmento di Stato sostengono che le guardie hanno aperto il fuoco per autodifesa, mentre reagivano all'esplosione di una bomba e poi al fuoco di cecchini. In mezzo a continue accuse e recriminazioni, l'Independent ha cercato di ricostruire gli eventi di quel giorno.
Le informazioni che abbiamo ottenuto da membri del pubblico, personale delle forze di sicurezza e funzionari governativi iracheni, nonché dalle nostre ricerche, portano a uno scenario notevolmente diverso dalla versione americana. C'è stata l'esplosione di una bomba. Ma era troppo lontana per costituire un qualunque pericolo per le guardie della Blackwater, e il personale del Dipartimento di Stato affidato alla loro protezione. Fra gli iracheni che erano sul posto non abbiamo trovato nessuno che abbia visto o sentito il fuoco di cecchini.
I testimoni dicono che le prime vittime delle sparatorie sono stati una coppia e il loro bambino, con la mamma e il neonato che hanno fatto una morte orribile, con i due corpi fusi insieme dal calore, dopo che la loro auto aveva preso fuoco. Secondo questo resoconto, i contractor, hanno sparato anche ad alcuni soldati e poliziotti iracheni, e poi la Blackwater ha fatto intervenire un elicottero da attacco della sua flotta privata, che ha inflitto altre perdite.
La Blackwater contesta la maggior parte di questa versione. La società, in un comunicato, ha dichiarato che quelli che sono stati uccisi erano "insorti armati, e il nostro personale ha agito in modo legale e appropriato in una zona di guerra, proteggendo vite americane".
Il giorno successivo al massacro, Mirenbe Nantongo, una portavoce dell'ambasciata Usa, ha detto che la squadra della Blackwater aveva" reagito a una autobomba". L'addetto stampa dell'ambasciata, Johann Schmonsees, ha sottolineato che "l'autobomba era nelle vicinanze del luogo dove si svolgeva la riunione del personale del Dipartimento di Stato, e questo è stato il motivo per cui la Blackwater ha reagito all'incidente" .
Quelli che si trovavano dall'altra parte raccontano una storia diversa. Salman dice che aveva svoltato in piazza Nisur, dietro il convoglio della Blackwater, quando è iniziata la sparatoria.
"C'erano otto stranieri su quattro fuoristrada", ricorda. "Ho sentito un'esplosione in lontananza, e poi gli stranieri hanno cominciato a urlare e ci hanno fatto segno di tornare indietro. Io ho girato la macchina, e devo aver fatto circa 30 metri quando hanno cominciato a sparare. La mia auto è stata colpita da 12 proiettili, si è ribaltata. Quattro proiettili mi hanno colpito alla schiena e un altro al braccio. Perché hanno aperto il fuoco? Non lo so. Nessuno, ripeto, nessuno, aveva sparato contro di loro. Gli stranieri ci avevano chiesto di tornare indietro, e io stavo tornando indietro con la mia macchina, quindi non c'era alcuna ragione perché sparassero".
Muhammed Hussein, il cui fratello è stato ucciso nella sparatoria, dice: "Mio fratello stava guidando, e abbiamo visto un convoglio nero davanti a noi. Poi ho visto mio fratello accasciarsi improvvisamente nell'auto. L'ho trascinato fuori dalla macchina, e ho visto che era stato colpito al petto. Ho cercato di metterci entrambi al riparo dalla sparatoria, ma poi mi sono reso conto che lui era già morto".
Jawad Karim Ali stava andando a prendere la zia all'ospedale Yarmuk, quando è iniziata la sparatoria e il parabrezza è esploso ferendolo al volto. " Poi sono stato colpito alla spalla sinistra da alcuni proiettili, due, un altro mi è passato davanti al viso. Adesso mia zia è uscita dall'ospedale, e io sono seduto qui. C'era stato un rumore improvviso assai forte molto più lontano, ma niente spari prima che quelli della sicurezza aprissero il fuoco, e poi hanno continuato a sparare".
La "Domenica di sangue"di Baghdad [l'espressione usata nell'originale inglese, "Bloody Sunday", fa riferimento al noto episodio avvenuto a Derry, in Irlanda del nord, il 30 gennaio 1972, in cui 26 civili furono uccisi dai soldati britannici durante una manifestazione NdT] è diventata un test di sovranità fra i poteri del governo iracheno e gli Usa. Il Primo Ministro iracheno, Nuri al-Maliki, ha detto: "Non tollereremo l'uccisione a sangue freddo dei nostri cittadini". A suo avviso, la sparatoria è stata la settima di questo tipo a coinvolgere la Blackwater.
La società, che ha il suo quartier generale in North Carolina, è una di quelle che hanno avuto maggiori benefici dai dividendi remunerativi dell'occupazione, avendo il contratto per fornire sicurezza agli alti funzionari americani.
La sua reputazione in Iraq è particolarmente controversa. Fu il linciaggio di quattro dei suoi dipendenti, nel 2004, a portare allo scontro sanguinoso a Falluja. I corpi degli uomini furono bruciati, trascinati per le strade, e poi appesi a un ponte. Il personale della Blackwater è riconoscibile dalla sua "divisa": occhiali da sole oversize e giubbotto antiproiettile su felpe di colore scuro e caschi. Si pensa che i [suoi] dipendenti guadagnino circa 600 dollari al giorno.
La sparatoria di domenica è avvenuta ad al Mansur, un tempo uno dei distretti più alla moda di Baghdad, con le strade fiancheggiate da negozi che vendevano merci costose, ristoranti, e gallerie d'arte. All'apice del massacro confessionale fra sciiti e sunniti, un po' di tempo fa, quest'anno, cadaveri venivano regolarmente sparsi per le strade. Da allora è tornata una parvenza di sicurezza, e al Mansur veniva portata a esempio di come la "surge" [la nuova strategia Usa per l'Iraq basata sull'aumento delle truppe NdT] stesse riducendo la violenza.
Domenica noi ci trovavamo ad al Mansur, quando abbiamo sentito il suono di un'esplosione assordante subito dopo mezzogiorno. Colonne nere di fumo si alzavano da una postazione della Guardia Nazionale (esercito) semi-bombardata nei pressi di una moschea. Cinque o sei minuti dopo c'è stato il suono di una sparatoria prolungata verso sud.
Dice il capitano di polizia Ali Ibrahim, che era di servizio vicino piazza Nisur: " Abbiamo sentito esplodere la bomba: era molto forte, ma non era sulla piazza. La polizia, in effetti, stava cercando di sgombrare la strada ai contractor quando si sono agitati, hanno aperto il fuoco. Nessuno stava sparando contro di loro".
Alle domande sui racconti dei testimoni, Ali al-Dabbagh, un portavoce del governo iracheno, ha confermato: "I vigili stavano cercando di aprirgli la strada. Era una piazza affollata, e una piccola auto non si è fermata, stava andando molto piano. Hanno iniziato a sparare a casaccio. Nell'auto c'era una coppia con il loro bambino e sono stati colpiti".
(Traduzione di Ornella Sangiovanni)
Sei giorni fa, almeno 28 civili sono morti in una sparatoria che ha coinvolto la società di sicurezza Usa Blackwater. Ma che cosa è successo davvero? Kim Sengupta riferisce dalla scena del massacro
di Kim Sengupta
The Independent, 21 settembre 2007
L'esplosione di una sparatoria è stata improvvisa e feroce, una raffica dopo l'altra che falciavano uomini, donne, e bambini terrorizzati, colpivano violentemente le auto mentre si scontravano e si ribaltavano, con i conducenti che cercavano freneticamente di fuggire. Alcuni veicoli hanno preso fuoco per l'esplosione dei serbatoi di benzina. In uno di questi sono morti una madre e il suo bambino, intrappolati tra le fiamme.
La sparatoria di domenica, da parte delle guardie della società privata di sicurezza americana Blackwater, ha messo in moto una delle dispute più aspre e pubbliche fra il governo iracheno e i suoi sostenitori americani, e mette a fuoco in modo chiaro il comportamento spesso violento degli eserciti privati occidentali che operano in Iraq dall'invasione del 2003, immuni da controlli o azioni legali.
Gli uomini della sicurezza della Blackwater sono accusati di avere ucciso senza alcun freno, non essendo stati provocati. Hassan Jabar Salman, un avvocato, è stato colpito quattro volte alla schiena, e la sua auto crivellata da altri otto proiettili, mentre cercava di allontanarsi dal loro convoglio.
Ieri, seduto fasciato all'ospedale Yarmuk di Baghdad, he ricordava scene di orrore.
"Ho visto donne e bambini saltare fuori dalle loro auto e cominciare a strisciare carponi sulla strada per evitare di essere colpiti", ha detto. "Ma la sparatoria continuava, e molti di loro sono stati uccisi. Ho visto un bambino di circa 10 anni lanciarsi per la paura da un minibus, era stato colpito alla testa. La madre lo stava chiamando urlando, è saltata fuori per prenderlo, ed è stata uccisa. La gente aveva paura".
Alla fine della gragnuola prolungata di proiettili, piazza Nisur era la scena di una carneficina, con i corpi sparsi attorno a rottami fumanti. Le ambulanze che cercavano di raccogliere i feriti si sono trovate la strada bloccata da folle che fuggivano dalla sparatoria.
Ieri, il bilancio dell'incidente, secondo le autorità irachene, era di 28 morti. E potrebbe salire, dicono i medici, dato che molti dei feriti, colpiti da proiettili ad alta velocità a distanza ravvicinata, è improbabile che sopravvivano.
Mentre la collera pubblica fra gli iracheni non mostra alcun segno di diminuire, l'amministrazione Usa ha sospeso tutti gli spostamenti via terra dei funzionari fuori dalla super protetta Green Zone.
Il governo iracheno ha revocato la licenza di operare alla Blackwater, ma la società rimane alle dipendenze del governo Usa. Il Segretario di Stato, Condoleezza Rice, tuttavia, ha promesso una inchiesta "trasparente" sull'accaduto.
La Blackwater e il Dipartmento di Stato sostengono che le guardie hanno aperto il fuoco per autodifesa, mentre reagivano all'esplosione di una bomba e poi al fuoco di cecchini. In mezzo a continue accuse e recriminazioni, l'Independent ha cercato di ricostruire gli eventi di quel giorno.
Le informazioni che abbiamo ottenuto da membri del pubblico, personale delle forze di sicurezza e funzionari governativi iracheni, nonché dalle nostre ricerche, portano a uno scenario notevolmente diverso dalla versione americana. C'è stata l'esplosione di una bomba. Ma era troppo lontana per costituire un qualunque pericolo per le guardie della Blackwater, e il personale del Dipartimento di Stato affidato alla loro protezione. Fra gli iracheni che erano sul posto non abbiamo trovato nessuno che abbia visto o sentito il fuoco di cecchini.
I testimoni dicono che le prime vittime delle sparatorie sono stati una coppia e il loro bambino, con la mamma e il neonato che hanno fatto una morte orribile, con i due corpi fusi insieme dal calore, dopo che la loro auto aveva preso fuoco. Secondo questo resoconto, i contractor, hanno sparato anche ad alcuni soldati e poliziotti iracheni, e poi la Blackwater ha fatto intervenire un elicottero da attacco della sua flotta privata, che ha inflitto altre perdite.
La Blackwater contesta la maggior parte di questa versione. La società, in un comunicato, ha dichiarato che quelli che sono stati uccisi erano "insorti armati, e il nostro personale ha agito in modo legale e appropriato in una zona di guerra, proteggendo vite americane".
Il giorno successivo al massacro, Mirenbe Nantongo, una portavoce dell'ambasciata Usa, ha detto che la squadra della Blackwater aveva" reagito a una autobomba". L'addetto stampa dell'ambasciata, Johann Schmonsees, ha sottolineato che "l'autobomba era nelle vicinanze del luogo dove si svolgeva la riunione del personale del Dipartimento di Stato, e questo è stato il motivo per cui la Blackwater ha reagito all'incidente" .
Quelli che si trovavano dall'altra parte raccontano una storia diversa. Salman dice che aveva svoltato in piazza Nisur, dietro il convoglio della Blackwater, quando è iniziata la sparatoria.
"C'erano otto stranieri su quattro fuoristrada", ricorda. "Ho sentito un'esplosione in lontananza, e poi gli stranieri hanno cominciato a urlare e ci hanno fatto segno di tornare indietro. Io ho girato la macchina, e devo aver fatto circa 30 metri quando hanno cominciato a sparare. La mia auto è stata colpita da 12 proiettili, si è ribaltata. Quattro proiettili mi hanno colpito alla schiena e un altro al braccio. Perché hanno aperto il fuoco? Non lo so. Nessuno, ripeto, nessuno, aveva sparato contro di loro. Gli stranieri ci avevano chiesto di tornare indietro, e io stavo tornando indietro con la mia macchina, quindi non c'era alcuna ragione perché sparassero".
Muhammed Hussein, il cui fratello è stato ucciso nella sparatoria, dice: "Mio fratello stava guidando, e abbiamo visto un convoglio nero davanti a noi. Poi ho visto mio fratello accasciarsi improvvisamente nell'auto. L'ho trascinato fuori dalla macchina, e ho visto che era stato colpito al petto. Ho cercato di metterci entrambi al riparo dalla sparatoria, ma poi mi sono reso conto che lui era già morto".
Jawad Karim Ali stava andando a prendere la zia all'ospedale Yarmuk, quando è iniziata la sparatoria e il parabrezza è esploso ferendolo al volto. " Poi sono stato colpito alla spalla sinistra da alcuni proiettili, due, un altro mi è passato davanti al viso. Adesso mia zia è uscita dall'ospedale, e io sono seduto qui. C'era stato un rumore improvviso assai forte molto più lontano, ma niente spari prima che quelli della sicurezza aprissero il fuoco, e poi hanno continuato a sparare".
La "Domenica di sangue"di Baghdad [l'espressione usata nell'originale inglese, "Bloody Sunday", fa riferimento al noto episodio avvenuto a Derry, in Irlanda del nord, il 30 gennaio 1972, in cui 26 civili furono uccisi dai soldati britannici durante una manifestazione NdT] è diventata un test di sovranità fra i poteri del governo iracheno e gli Usa. Il Primo Ministro iracheno, Nuri al-Maliki, ha detto: "Non tollereremo l'uccisione a sangue freddo dei nostri cittadini". A suo avviso, la sparatoria è stata la settima di questo tipo a coinvolgere la Blackwater.
La società, che ha il suo quartier generale in North Carolina, è una di quelle che hanno avuto maggiori benefici dai dividendi remunerativi dell'occupazione, avendo il contratto per fornire sicurezza agli alti funzionari americani.
La sua reputazione in Iraq è particolarmente controversa. Fu il linciaggio di quattro dei suoi dipendenti, nel 2004, a portare allo scontro sanguinoso a Falluja. I corpi degli uomini furono bruciati, trascinati per le strade, e poi appesi a un ponte. Il personale della Blackwater è riconoscibile dalla sua "divisa": occhiali da sole oversize e giubbotto antiproiettile su felpe di colore scuro e caschi. Si pensa che i [suoi] dipendenti guadagnino circa 600 dollari al giorno.
La sparatoria di domenica è avvenuta ad al Mansur, un tempo uno dei distretti più alla moda di Baghdad, con le strade fiancheggiate da negozi che vendevano merci costose, ristoranti, e gallerie d'arte. All'apice del massacro confessionale fra sciiti e sunniti, un po' di tempo fa, quest'anno, cadaveri venivano regolarmente sparsi per le strade. Da allora è tornata una parvenza di sicurezza, e al Mansur veniva portata a esempio di come la "surge" [la nuova strategia Usa per l'Iraq basata sull'aumento delle truppe NdT] stesse riducendo la violenza.
Domenica noi ci trovavamo ad al Mansur, quando abbiamo sentito il suono di un'esplosione assordante subito dopo mezzogiorno. Colonne nere di fumo si alzavano da una postazione della Guardia Nazionale (esercito) semi-bombardata nei pressi di una moschea. Cinque o sei minuti dopo c'è stato il suono di una sparatoria prolungata verso sud.
Dice il capitano di polizia Ali Ibrahim, che era di servizio vicino piazza Nisur: " Abbiamo sentito esplodere la bomba: era molto forte, ma non era sulla piazza. La polizia, in effetti, stava cercando di sgombrare la strada ai contractor quando si sono agitati, hanno aperto il fuoco. Nessuno stava sparando contro di loro".
Alle domande sui racconti dei testimoni, Ali al-Dabbagh, un portavoce del governo iracheno, ha confermato: "I vigili stavano cercando di aprirgli la strada. Era una piazza affollata, e una piccola auto non si è fermata, stava andando molto piano. Hanno iniziato a sparare a casaccio. Nell'auto c'era una coppia con il loro bambino e sono stati colpiti".
(Traduzione di Ornella Sangiovanni)
Kim Sengupta
The Independent, 21 settembre 2007
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