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Napolitano garantisce l'equilibrio politico e istituzionale, ma non nel quadro dei valori della Costituzione del '48.

(16 Ottobre 2009)

La questione è tutto sommato semplice. Napolitano, in realtà, è fino ad un certo punto un difensore della Carta Costituzionale. La sua attività è anzitutto volta alla garanzia degli equilibri istituzionali e politici del paese, i quali - da anni - rispecchiano una "costituzione materiale" in parte al di fuori dei confini della Carta del '48 (la cui portata, comunque, non va assolutizzata, né sul piano dei diritti sociali, né su quello di una democrazia non meramente rappresentativa).
Se Napolitano fosse il garante della Costituzione, non sarebbe applaudito e difeso a spada tratta dalla Confindustria, e potrebbe tranquillamente rivendicare la propria identità culturale originaria.
Invece, così non é e lo confermano le leggi del Governo Berlusconi che non ha respinto, a cominciare dal Pacchetto Sicurezza, la cui incostituzionalità è talmente palese (soprattutto in relazione al reato di clandestinità) da non necessitare neppure dell'approfondimento della Corte Costituzionale.
Quanto agli attacchi che Napolitano riceve, oggi, dal centrodestra, essi sono la conseguenza di una linea che vuole modificare ulteriormente la Costituzione formale del paese attraverso un attacco frontale. Chi difende Napolitano, a ben vedere, il più delle volte vuole modificare la Costituzione formale, per adeguarla a quella "materiale", attraverso un procedimento diverso, più rispettoso delle regole e delle procedure.

Stefano Macera

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