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Melissa chiama Rosarno

(27 Gennaio 2010)

Il primo ministro dell’agricoltura dell’Italia liberata, il Calabrese Fausto Gullo, con l’emanazione dei Decreti sulle utilizzazione delle terre incolte e sul riparto dei prodotti agricoli, aveva avviato le prime riforme per l’applicazione della Costituzione Repubblicana – che pone un limite alla proprietà privata e ne impone una “funzione sociale “ ;l’azione di massa per la terra , con il suo carattere non violento ebbe subito uno sviluppo impetuoso.
Esse rappresentavano le prime vere disposizioni contro la mafia, tante è vero che Placido Rizzotto viene fatto sparire dalla Mafia proprio perché dalla Camera del lavoro di Corleone si batteva per l’applicazione dei decreti Gullo.
A rimpiazzare Placido Rizzotto nella Camera del Lavori di Corleone arriva un giovanissimo Pio La Torre.
Fausto Gullo, significativamente, viene sostituito, nel breve periodo in cui i Comunisti sono stati al governo, dall’agrario Antonio Segni.
I decreti Gullo modificati da Segni vendono ostacolati ed osteggiati dal governo in ogni modo : le assegnazioni si riducono drasticamente per cui si intensificano le lotte: il 29 ottobre 1949 vengono uccisi sul fondo di Fragala’ usurpato dal barone Berlingieri. Il governo De Gasperi
riunito il 15 novembre ( a 16 giorni dai fatti di Melissa), prende finalmente la decisione di presentare al Parlamento la prima legge di riforma agraria. “Considerato la particolare distribuzione della proprietà in alcune zone della Calabria, regione ove l’accentramento della proprietà è tale che 262 proprietari posseggono assieme circa un quarto della superficie agro forestale , considerati altresì i modi di conduzione delle terre e l’insufficienza del reddito delle famiglie contadine, il Consiglio dei Ministri delibera di autorizzare il Ministro dell’Agricoltura di concerto con i ministri interessati a presentare immediatamente al Parlamento un disegno di legge concernente la distribuzione della terra della Sila e zone contermini.
Pio la Torre fu negli anni 80 fu promotore con Virginio Rognoni promotore della legge per la confisca dei beni mafiosi e questa è stata la causa principale della sua morte.
A distanza di 60° anni la Calabria, il Governo torna nuovamente ad occuparsi della Calabria, ma di interventi per quando attiene al lavoro e alla funzione sociale che la proprietà privata e in primo luogo della terra non se ne parla proprio.
La cosa che più amareggia è che la risposta che si prefigura è una risposta tutta impostata sulla repressione e sulla confisca dei beni, cosa importantissima, ma che da sola non può rappresentare una soluzione.
All’indomani del delitto Furtugno il vescovo di Locri Mons. Bregantini ha detto tra l’altro: La politica deve dimostrare che lo Stato c’è: non la polizia, ma gli investimenti, e il lavoro lo dimostreranno realmente e renderanno credibile tale dichiarata presenza di cui abbiamo disperato bisogno :
Le proposte del PD appaiono improvvisate e fumose e non affrontano il vero nodo del problema.

Pereira50

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