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Comitato unitario per lo smantellamento e la riconversione a scopi esclusivamente civili della base di Camp Darby

http://www.viacampdarby.org/

Il lavoro svolto in questi mesi dal Comitato cittadino per il ritiro delle truppe dall’Iraq ha posto di nuovo al centro del dibattito la questione della Base militare statunitense di Camp Darby.
Le iniziative della primavera 2004, i presidi davanti alla base con esponenti di Verdi, PRC, ARCI e PdCI, il campeggio estivo organizzato dai Cobas e dagli Antagonisti, il convegno “Mediterraneo para Bellum” del dicembre scorso, le cose dette da Walden Bello nell’incontro del 22 febbraio evidenziano, se ce ne fosse bisogno, l’urgenza di un comitato cittadino contro le basi della guerra presenti sul nostro territorio.
Alla luce della piattaforma di Porto Alegre, dell’appropriazione di spazi sempre più grandi del territorio italiano per usi militari e per favorire supporti logistici alle basi Usa - NATO, crediamo siano maturi i tempi per dare l’avvio di un processo per la costituzione di un Comitato unitario per lo smantellamento e la riconversione a scopi esclusivamente civili della base di Camp Darby

Le manifestazioni di massa contro la Base sono state molteplici nei decenni, da quelle del movimento pacifista negli anni ’80 a quelle contro la guerra negli anni ’90, quando è stato chiaro a tutti che Camp Darby era diventata la più grande Base logistica statunitense per le proiezioni militari verso l’Est e verso il Medio Oriente. La nuova guerra all’Iraq ha rimesso in moto energie e iniziative contro la Base da cui sono partiti la maggior parte degli armamenti per il Medio Oriente, con le manifestazioni del 6 novembre 2002 e dell’8 marzo 2003 davanti alla Base, e ulteriori mobilitazioni (dal Train Stopping per bloccare i treni della morte, al blocco dell’Aurelia per impedire il passaggio ai convogli militari verso il porto di Livorno, alle presenze di parlamentari davanti alla Base e le interpellanze, ai campeggi per riconquistare il territorio) hanno mantenuto alta l’attenzione sulla questione, evidenziando anche la contraddittorietà di dichiarazioni a favore dello smantellamento della Base e di una sua riconversione a fini pacifici e non bellici da parte degli amministratori regionali, smentite poi dall’approvazione in sede di commissione paritetica, che nel luglio 2003 ha visto i sette rappresentanti pubblici dare il placet per i lavori d’ampliamento della base statunitense.

Il Comitato da costituire dovrà avere la capacità di parlare alla cittadinanza, attivando tutte le energie possibili per mettere in discussione la presenza della Base, individuando nel lavoro di studio, informazione, controinformazione e mobilitazione sul territorio i suoi ambiti d’intervento: informazione sulla storia della Base, su quelle che sono le sue funzioni operative, sui nessi esistenti con l’Università di Pisa per ricerche scientifiche finalizzate, sui rischi per la salute per la presenza di materiali molto pericolosi (armi ad uranio impoverito), sui continui strappi alla sovranità nazionale e alla legalità costituzionale che la presenza di Camp Darby comporta.

La nascita del “Comitato unitario per lo smantellamento e la riconversione a scopi esclusivamente civili della base di Camp Darby” si inquadra nel più generale di rilancio del movimento contro la guerra, che dopo enormi mobilitazioni ha subito in questi mesi un ripiegamento, nonostante il pieno sviluppo delle politiche di “guerra infinita” determinate dalla riconferma della presidenza repubblicana negli USA, espressione elettorale della polarizzazione prodotta dalla grave crisi economica, politica e morale che si vive in quel paese, e in generale nei blocchi imperialisti occidentali ed euroasiatici.
Il movimento contro la guerra ha comunque impedito finora che si affermassero posizioni ambigue e incoerenti con la parola d’ordine Senza se e senza ma.
Si tratta ora di dare contenuti concreti ad una battaglia in grado di reggere ai tempi della cosiddetta “Guerra infinita”, che in questi mesi vede un preoccupante sviluppo in Medio Oriente.

La necessità per il movimento è dunque duplice:
Da un lato, inserire con forza nella sua agenda la questione delle basi e delle alleanze transatlantiche, che vedono il nostro paese trampolino di lancio delle aggressioni colonialiste, a partire dalle mobilitazioni regionali e locali, nelle quali più forti sono le contraddizioni tra le dichiarazioni di principio di tanti amministratori e le pratiche concertative con i comandi militari italiani, statunitensi e NATO, rilanciando nel movimento italiano contro la guerra questo contenuto specifico nazionale, che rafforzerà piattaforme di lavoro e vertenzialità per le prossime mobilitazioni;
Dall’altro occorre impedire la spaccatura del movimento contro la guerra, consegnando all’egemonia della sinistra moderata i milioni di pacifisti che hanno invaso le capitali di tutta Europa e di tutto il mondo per chiedere la fine immediata della guerra e il ritiro delle truppe dall’Iraq.

L’inserimento della questione delle basi nella piattaforma della manifestazione del 19 marzo a Roma e i percorsi concreti di mobilitazione in vista della manifestazione stessa rappresentano un grande passo in avanti realizzato in queste settimane con la costituzione del Comitato promotore Nazionale per la riuscita in Italia di questa importantissima data di carattere mondiale.
Anche a questo è servita la rete e le alleanze politiche e sociali, le risorse intellettuali e tecniche accumulate nel lavoro di questi mesi dalle varie realtà che oggi chiamiamo ad un lavoro unitario contro le basi della morte sul nostro territorio.

Coniugare concretamente la dimensione territoriale con il dato politico nazionale sarà altro obiettivo del “Comitato unitario per lo smantellamento e la riconversione a scopi esclusivamente civili della base di Camp Darby”, per determinare quel processo virtuoso di rafforzamento della pratica quotidiana di chi si batte contro la militarizzazione dei territori.
Il patrimonio delle esperienze accumulate nelle molte iniziative contro Camp Darby va valorizzato anche a livello più generale, promovendo livelli superiori di coordinamento e organizzazione territoriale, in grado di rafforzare la battaglia per allontanare finalmente questa lugubre presenza dal nostro territorio, sviluppando il rapporto con i comitati esistenti a livello nazionale organizzati nella Rete nazionale contro le basi, nei forum contro la guerra e in tutte le situazioni di movimento, in grado di sostenere i vari ambiti locali.
Infine, occorre mantenere un processo aperto per l’allargamento del Comitato, evitando nel frattempo di offuscare le priorità e le finalità di prospettiva, che devono essere chiaramente indicati nella chiusura, nello smantellamento e nella riconversione a fini non bellici della base militare di Camp Darby (come di tutte le altre basi militari USA e NATO sul territorio nazionale ed europeo), dell’uscita dell’Italia dalla NATO e finalmente dello scioglimento della NATO stessa, nonché nell’opposizione alle Politiche di Sicurezza dell’Unione Europea di peace keeping, foglia di fico di una proiezione militarista e guerrafondaia a tutela ed espansione degli interessi economici del polo europeo.
PROPOSTE OPERATIVE
Il “Comitato unitario per lo smantellamento e la riconversione a scopi esclusivamente civili della base di Camp Darby”, dovrà essere struttura orizzontale, organizzata in base al lavoro di commissioni tematiche. Le Gli strumenti operativi che proponiamo sono i seguenti:
1. Comitato scientifico
2. Commissione rapporti con il territorio
3. Commissione libro bianco

Particolare riguardo dovrà essere dato al lavoro di controllo e vigilanza sulle scelte, gli orientamenti e le decisioni prese a livello delle Amministrazioni locali.
In quest’attività chiamiamo ad un impegno particolare tutti gli eletti negli organi istituzionali che intenderanno partecipare ai lavori del Comitato per la chiusura e la riconversione di Camp Darby

Ogni decisione d’orientamento generale per l’attività del Comitato stesso sarà presa in sessione plenaria, sulla base degli orientamenti di fondo del Comitato stesso.

documento costitutivo del “comitato unitario per lo smantellamento e la riconversione a scopi escusivamente civili della base di camp darby”

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