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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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(8 Febbraio 2007)
Certo che verrò a Vicenza, ma...lasciatemi dire il magone che ho qui, unito al pianto per la scomparsa di Stefano Chiarini.
C´è tutto un agitarsi e uno sbracciarsi da parte dei parlamentari della sinistra radicale sulla questione di Vicenza per contestare la scelta di Prodi, D´alema e Parisi. Tante parole, tanta politica di immagine. Rifondazione prepara i pullmann per la manifestazione del 17 febbraio a Vicenza e tutti i gruppi dirigenti prendono posizione in un diluvio di parole. Ma i fatti ???
Verranno in processione a Vicenza per non perdere la faccia davanti al loro elettorato, sapendo bene che si preparano tutti quanti ad ingoiare il rospo, come hanno fatto per l´aumento delle spese militari, come hanno fatto fin dal luglio scorso con il voto sulla missione di guerra in Afghanistan. Ma i fatti stridono troppo: venendo a Vicenza insieme ai manifestanti, i parlamentari della sinistra dell´Unione sono in contraddizione con se stessi. Contro chi protestano, contro il governo di cui fanno parte ? Contro le cariche istituzionali a cui restano invincibilmente attaccati ?Ancora opportunismo, ancora ipocrisia, ancora ambiguità. La verità è che questa nutrita schiera di parlamentari, con poche lodevoli eccezioni, è blindata in una trappola dove il ricatto della tenuta della coalizione è una mannaia che taglia tutte le proteste. Al primo posto c´è la fedeltà alla coalizione, che significa tenere ben fermi i posti di governo e di sottogoverno. Non sia mai che potesse aprirsi una crisi da sinistra, perché immediatamente i centristi ne approfitterebbero per scalzare la sinistra e cambiare a loro favore la maggioranza con i voti compiacenti di un pezzo dell´attuale centrodestra! E quale catastrofe sarebbe allora, perdere tutto il potere conquistato, cedere posti nelle Commissioni e nei sottosegretariati, far sorgere una coalizione di centro, un vero patto bipartisan, quale catastrofe ? Parigi val bene una messa si diceva una volta, ed oggi per Rifondazione e soci potremmo dire che Prodi val bene una Vicenza ed un bel po´ di morti in Afghanistan, da qui a tutto il 2007 c´è tempo. Invece, se la verità fosse una dea esulterebbe e benedirebbe gli umani con qualche miracolo politico, qualora si aprisse davvero una crisi da sinistra e finalmente la politica di guerra fosse incarnata da un governo di centro e nascesse una opposizione politica da sinistra alle scelte sciagurate della guerra permanente ( con o senza spilletta arcobaleno).
Compagne, compagni, sono stanca di questi balletti, di una sinistra che ha perso la faccia e non ha il coraggio di votare contro un governo di guerra, sono desolata al pensiero di quanta generosità viene spesa dalle persone comuni che organizzano le lotte a Vicenza e perfino una grande e unitaria manifestazione per liberare Vicenza dalla base di guerra e tutti noi dall´ennesima complicità con l´imperialismo e la sua guerra. Una generosità pari a quella di tutte e tutti coloro che stanno organizzando una grande manifestazione nazionale a Roma per il ritiro delle truppe dall´Afghanistan e da tutti i teatri di guerra. Una generosità che verrà dissipata dai nostri pavidi e ipocriti presunti rappresentanti in Parlamento. Ho un tale urlo inesploso dentro di me che vorrei assediare palazzo Chigi e sparare con la pistola ad acqua alla schiera dei nonviolenti e pacifisti di facciata che mandano a morire e uccidere nei teatri di guerra, comprano coi soldi dello Stato le armi delle nuove guerre e calano la testa davanti alla 173° brigata aviotrasportata che vuole una nuova base a Vicenza per volare subito ad uccidere in tutto il MedioOriente. Ma per carità sono nonviolenti, e si raccomandano che le manifestazioni contro la guerra siano nonviolente, come l´ineffabile Lidia Menapace, la delusione più grande per me.
Pensare che la volevo candidare alla Presidenza della Repubblica: ho preso un tale granchio che mi sta ancora attaccato alla gamba con le sue chele. E quando si stacca, quando ??? Resistere, resistere.
Nella Ginatempo (da "Tribù Ribelli")
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