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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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(20 Dicembre 2020)
Dal voto del 3 novembre all’investitura ufficiale del 14 dicembre, il passaggio di consegne fra Trump e il tandem “vincente” Biden/Harris si rivela assai accidentato data la imprevista capacità di resistenza a mollare l’osso dimostrata dallo “sconfitto” Trump. Passaggio addirittura ancora aperto a svolte “impensabili”.
Trump sostiene che persino le anime dei morti sono state mobilitate, tutte per votargli contro e ha incaricato il mastino Rudolph Giuliani di provarlo davanti ai giudici. Non ci caverà un ragno dal buco ma la guerriglia legale gli è utile come mezzo di pressione per trattare condizioni e alzare il prezzo del trapasso politico in una feroce lotta per il potere tutt’altro che solo elettorale e solo americana. “Decisiva per il destino del mondo” è stato detto (dal signor Soros, interprete di un potere “globalista” che ha gettato tutta la sua forza per il cambio di gestione) al sinedrio annuale della borghesia mondiale riunito a Davos nel gennaio 2020. Attorno ad essa sono state convocate, se non le anime dei morti, di sicuro le forze dei vivi e dei combattenti di cui, per tutti, merita di sottolineare il “saluto” di Al Fatah-Iraq alla nuova amministrazione. Lapidario: “Trump e Biden sono due facce della stessa medaglia”! Sottoscriviamo il giudizio – il saluto di guerra – espresso da queste tempre forgiate al fuoco di una lotta stoica contro la democrazia imperialista di cui sono corna tanto le frazioni “sovraniste-patriottiche” che quelle “globaliste” della borghesia americana (e occidentale) che si contendono la gestione del potere. Corna di una medesima bestia.
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NUCLEO COMUNISTA INTERNAZIONALISTA
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