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Zenti e compagnia

(6 Dicembre 2008)

Ci son ancora, a Verona, cattolici, cristiani, di quelli che vanno in chiesa e ci credono?

E' una domanda che mi sono posto in questi ultimi giorni dopo la tragedia di San Felice.
Una persona, folle ?, disperata?, si uccide dopo aver ucciso la moglie e i tre figli bambini e, subito, il vescovo Zenti si offre, impudicamente, non richiesto, come celebrante i funerali e Tosi, il sindaco leghista, annuncia, con enfasi, il lutto cittadino e tutti e due ben attenti che si sappia, che se ne parli, i rispettivi uffici stampa sono mobilitati.

Passano i giorni ma le famiglie, oppresse da uno strazio indicibile, non rispondono malgrado le segreterie vescovili e comunali facciano sapere, ogni giorno, sulla stampa, che sono in trepidante attesa di un segnale.

I funerali avvengono in forma strettamente privata, i corpi cremati. Niente vescovo niente lutto cittadino.
Uno schiaffo. Meritato.
Il giorno dopo arriva Bondi, ministro della cultura. Luminarie e poi l'allegra brigata, Tosi, Bondi, Zenti e compagnia bella tutti a cena da "Ciopeta".

C'è, a Verona, un cattolico, un cristiano, che non sia il solito comunista, che, ricordando anche il trattamento riservato dalla Chiesa al povero Welby, si indigni e scriva, dica, pubblicamente, qualcosa?

verona 4 dicembre 2008

Giorgio Bragaja

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