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Lettera di un operaio fiat a Napolitano

(25 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

repubblica I tre operai di Melfi si sono rivolti a lui 1come supremo garante dello Stato, e il presidente della Repubblica non li fa aspettare: nel giro di poche ore la risposta del Capo dello Stato viene resa pubblica, e non si tratta di parole di circostanza.

"Cari Barozzino, Lamorte e Pignatelli, ho letto con attenzione la lettera che avete voluto indirizzarmi - esordisce Napolitano - e non posso che esprimere il mio profondo rammarico per la tensione creatasi alla Fiat Sata di Melfi in relazione ai licenziamenti che vi hanno colpito e, successivamente, alla mancata vostra reintegrazione nel posto di lavoro sulla base della decisione del Tribunale di Melfi".

Anche per quest'ultimo sviluppo della vicenda - ricorda Napolitano - è chiamata a intervenire, su esplicita richiesta vostra e dei vostri legali, l'Autorità Giudiziaria: e ad essa non posso che rimettermi anch'io, proprio per rispetto di quelle regole dello Stato di diritto a cui voi vi richiamate. Comprendo molto bene come consideriate lesivo della vostra dignità "percepire la retribuzione senza lavorare". Il mio vivissimo auspicio - che spero sia ascoltato anche dalla dirigenza della FIAT - è che questo grave episodio possa essere superato, nell'attesa di una conclusiva definizione del conflitto in sede giudiziaria, e in modo da creare le condizioni per un confronto pacato e serio su questioni di grande rilievo come quelle del futuro dell'attività della maggiore azienda manufatturiera italiana e dell'evoluzione delle relazioni industriali nel contesto di una aspra competizione sul mercato globale".

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