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La Regione Toscana pone le condizioni oggettive a favore di potenti oligopoli privati nella gestione dei beni pubblici

(13 Dicembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it

La Regione Toscana pone le condizioni oggettive a favore di potenti oligopoli privati nella gestione dei beni pubblici

foto: www.comunistiuniti.it

in nome dei benefici che verrebbero dalla concorrenza (!) tra oligopoli...mai è stata scritta una sciocchezza più grande

Dai governi nazionali siamo stati abituati, in tempi recenti, a trovare blindati, all’interno delle leggi finanziarie di fine anno, i contenuti più disparati, con modifiche anche sostanziali alle modalità di erogazione dei servizi pubblici. Modifiche che sono andate a stravolgere in modo spesso incoerente e contraddittorio anche le leggi quadro o i testi unici faticosamente concepiti e varati dal Parlamento come riforme organiche. Quest’anno, la Regione Toscana si appresta alla con le stesse modalità, il 20 dicembre prossimo, a varare la legge finanziaria regionale, che stravolge anche l’ordinamento dato ai servizi di acqua e di rifiuti, nel silenzio più preoccupante di tutti i partiti.

Da anni sosteniamo che i consigli comunali debbono recuperare la facoltà di decidere in merito ai servizi e alla gestione dei beni collettivi. Da anni sosteniamo che i cittadini, i sindacati e le associazioni debbono partecipare alla elaborazione delle scelte che riguardano il territorio e l’ambiente. Viceversa, la Regione Toscana si appresta a togliere definitivamente ogni possibilità di scelta in merito al bene pubblico acqua e ai rifiuti, persino ai Sindaci, relegandoli in una commissione consultiva non vincolante delle scelte dei Commissari regionali.

Il pretesto per la Giunta regionale toscana è dato dal contenuto della Legge finanziaria statale per il 2010, che pone l’obiettivo di ridurre la spesa pubblica per Enti ritenuti inutili. Si tratta in sostanza di risparmiare gli stipendi del solo organismo di direzione politica degli Ambiti Territoriali Ottimali, cioè della cosiddetta Autorità di Ambito, sostituendo le sue funzioni con un soggetto più vicino alla cittadinanza, che la legge non precisa. La legge nazionale pone tuttavia in maniera chiara, e senza possibilità di equivoci, che si tratta di eliminare le Autorità di Ambito e non di eliminare gli Ambiti stessi, come invece propone la Regione Toscana; inoltre, nella sostituzione dell'Autorità di Ambito, si dispone di applicare il criterio della sussidiarietà, non quello dell'accentramento.

Viceversa i “capisaldi” della futura riforma regionale toscana si fondano sia sull' aumento delle dimensioni territoriali degli ATO, in sostanza sulla loro regionalizzazione, come se gli ambiti ottimali fossero legati a confini amministrativi e non alle specificità territoriali, e sia sul controllo regionale delle scelte, come se in Regione gli amministratori fossero più liberi rispetto alle potenti multinazionali dell'acqua e rifiuti, che hanno deciso di trarre profitti senza rischi.

Tuttavia, l'accentramento è il contrario della susssidarietà, che si fonda sul decentramento, e non ha nulla da ricollegarsi alla finanziaria dello Stato, che pure è richiamata in modo furbesco dalla Giunta regionale. Ma questa riforma non ha neppure nulla di coerente con le asserite volontà di ottimizzare l’efficacia e l’efficienza del servizio, che si fonda invece sui caratteri di un territorio ottimale e sui criteri fissati dal Parlamento, tutt’ora vigenti, in fatto di ambito territoriale ottimale. “Ottimale” appunto è l’aggettivo fissato dalla legge 36/94, che fissa anche i criteri fisici, geografici ed economici , criteri che la Regione Toscana intende stravolgere e non rispettare, evidentemente, per altri scopi non dichiarati.

Le caratteristiche e dimensioni degli ambiti territoriali ottimali (ATO) non sono a discrezione delle Giunte o dei Consigli regionali e tanto meno si possono definire al solo fine di favorire i grandi gruppi che sulle gestione di acqua e di rifiuti hanno puntato a realizzare lauti guadagni.

Gli Ambiti ottimali per essere tali devono rispondere al criterio delle efficacia ed efficienza; ed è abbastanza condivisa (vedi Napoli) la consapevolezza che l’accentramento delle scelte e il commissariamento, ostacolando la partecipazione dei cittadini e la corresponsabilità nelle scelte, impedisce la diffusione e la crescita delle buone pratiche..

Per lo smaltimento dei rifiuti, potremo fare molti esempi per dimostrare che la scelta migliore non è l’accentramento o la regionalizzazione, ma quella che porta ad un coinvolgimento locale delle popolazioni, chiamate ad evitare impianti dannosi alla salute e a realizzare le buone pratiche, per conseguire la riduzione della produzione dei rifiuti, la raccolta differenziata e il loro recupero. Cioè soluzioni alternative sia all’incenerimento sia alle discariche. Ma sappiamo che la Giunta regionale ha altri interessi, coincidenti con gli investitori negli impianti di incenerimento.

Ma anche per l’acqua, gli Ambiti ottimali sono strettamente connessi al territorio che riceve dalla natura una quantità limitata di acqua piovana, che defluisce in superficie verso valle o attraverso le falde idriche in percorsi geograficamente e fisicamente definiti per essere poi captate e usate dalla collettività, e infine depurate e scaricate nei fiumi, che le riconsegna al mare. Non a caso il dimensionamento degli ATO è definito dall’art. 8- Organizzazione territoriale del servizio idrico integrato- della L.36/94, come modificata dal D.Lgl 152/99, tuttora vigente, nonostante le volontà della Giunta regionale toscana., che pretende di legiferare in contrasto con la norma nazionale. Tale art. 8 recita che i servizi idrici sono riorganizzati sulla base di ambiti territoriali ottimali delimitati secondo il criterio del rispetto dell'unità del bacino idrografico o del sub-bacino o dei bacini idrografici contigui.

Tenendo conto che la scelta della regionalizzazione dei servizi pubblici faceva già parte del programma elettorale di Rossi, tenendo conto del reale contenuto della legge nazionale e che molto probabilmente verrà concessa una proroga riguardo lo scioglimento delle Autorità di Ambito, il “gioco” della Regione Toscana è così scoperto. In effetti, al di là della cortina di fumo alzata con la legge sulla partecipazione, con il garante della partecipazione … la Regione, con questa scelta, si manifesta oggettivamente autoritaria, antidemocratica piegata ad interessi privati.

Autoritaria, perché a fronte della crescente opposizione che dal basso sale contro le scelte regionali in merito alla gestione dei rifiuti e del bene comune “acqua”, ridotta solo a merce, la risposta è quella dell'accentramento, dell'allontanamento dei decisori dai territori e dalle comunità su cui ricadono gli effetti delle decisioni.

Antidemocratica, perché “svuota” di senso e di autorità i Consigli comunali.

Non voler vedere tutto ciò e ritenere questi amministratori inconsapevoli, poco o male informati, significa assumersi la corresponsabilità di una deriva veramente pericolosa .

Dicembre 2010

Roberto Barocci,
Coordinamento provinciale dei Comitati e Ass. ambientaliste/Forum Ambientalista -Grosseto

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