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Capitale e lavoro:: Altre notizie

I lavoratori pubblici, nel loro piccolo, si incazzano

(20 Maggio 2013)

Mercoledi 22 maggio i lavoratori pubblici, convocati dall'Usb, manifesteranno davanti a Montecitorio. In quattro anni hanno perso migliaia di euro di salario e i tagli del governo e della Troika europea continuano a infierire sui servizi. I lavoratori "bancomat" annunciano che serve una "scossa" contro il governo Letta.

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Non ci sono soldi per il rinnovo dei contratti dei lavoratori pubblici ha dichiarato il neo ministro per la Pubblica Amministrazione D'Alia ancora prima di presentarsi ai sindacati di categoria, annunciando così che il nuovo governo confermerà la procedura di blocco dei contratti a tutto il 2014 avviata dal governo Monti, senza fare neanche qualche apertura sugli anni a venire, per i quali, dal 2015 al 2017, è già prevista la sola vacanza contrattuale.
Ma il ministro D'Alia ha voluto anche infierire sul piano ideologico. In un’intervista a “Il Sole 24 Ore” pubblicata sabato 17 maggio il ministro D’Alia ha commentato la mancanza di reazione dei lavoratori al blocco dei contratti – “I dipendenti dello Stato e delle amministrazioni decentrate hanno dimostrato un senso di responsabilità notevole a fronte di una penalizzazione vera, che ha inciso sul potere di acquisto dei singoli”.
Quindi, senza una reazione adeguata continuerà la politica di blocco degli stipendi, di taglio degli uffici, dei servizi e dei posti di lavoro pubblici, sempre in nome di una crisi pagata a caro prezzo soprattutto dai lavoratori dipendenti e dai blocchi sociali più deboli.
L'Usb è di avviso totalmente diverso dal ministro e dal governo. "Serve una scossa dei lavoratori del Pubblico Impiego, che devono trasformare in capacità di mobilitazione il mugugno e il senso di rassegnazione con il quale hanno risposto finora alla politica dei tagli" afferma in una nota diffusa oggi. Per questo motivo l'USB ha chiamato i lavoratori pubblici a scendere in piazza il 22 maggio per una manifestazione nazionale in Piazza Monte Citorio, davanti al Parlamento, per: il rinnovo dei contratti collettivi nazionali fermi al 2009; la stabilizzazione di tutti i precari e l’assunzione di vincitori ed idonei dei concorsi pubblici già espletati; la reinternalizzazione dei servizi e l’assunzione dei lavoratori delle ditte appaltatrici; la cancellazione della Riforma Brunetta. Nelle intenzioni dell'Usb la piazza del 22 maggio darà il “benvenuto” al governo Letta.

Stefano Porcari - Contropiano

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