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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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L’edilizia perde un altro operaio

(9 Ottobre 2004)

Francesco Iacomino, operaio edile di 33 anni morto l’altro ieri ad Ercolano dopo essere caduto dal ponteggio su cui lavorava e lasciato steso al suolo senza nemmeno il soccorso del datore di lavoro: una vicenda assurda ma “normale”, come altre centinaia di vicende che avvengono similmente in un Paese come il nostro, “sviluppato” dagli imprenditori e preservato dai sindacalisti confederali. Altro che innovazione e competitività d’impresa!

E intanto muore almeno un edile al giorno.
I dati ufficiali riferiti all’anno 2003 annoverano 215 decessi solo nel settore dell’edilizia, ma tale numero, a nostro avviso, è molto inferiore alla verità in quanto ci sono migliaia di operai edili, soprattutto stranieri, che lavorano per anni clandestinamente o senza contratto.

Chi lavora in cantiere, se è privo di permesso o di contratto e non ha testimoni, che sia italiano o no, per questo Stato non esiste. Iacomino non era clandestino ma era in nero, cosa “normale” in edilizia. Dopo la caduta, che gli ha spezzato le caviglie, egli è stato soccorso da alcuni passanti, non dai colleghi, forse questi ultimi erano già fuggiti in quanto anch’essi in nero o sprovvisti di permesso di soggiorno (o con un permesso scaduto): altra cosa “normale” in edilizia.

Il 50% della Produzione “normale” edile si basa sugli stranieri, e il 60% della categoria lavora allo scuro delle regole suddette.

Questo stato di cose deve finire!
La Confederazione COBAS è impegnata da circa due anni a dare fine a questa carneficina. Operai edili singoli e in gruppo hanno deciso di rovesciare le cose, togliere la fiducia ai Sindacati traditori e falsamente impegnati, recuperare dignità sui posti di lavoro organizzandosi in Comitati di Base.

Siamo vicini alla famiglia Iacomino e vogliamo giustizia, pertanto chiediamo a tutti gli edili e alle famiglie dei deceduti e gravemente infortunati di contattarci presso la nostra sede nazionale (Viale Manzoni 55 – 00185,Roma . tel 06.70452452) per costituire al più presto una RETE DI LOTTA E SOLIDARIETA’ che possa portare avanti non solo la memoria dei caduti sul lavoro ma una lotta dura e implacabile contro i responsabili di questa “normalità” assassina.

Roma, 7 ottobre 2004

COBAS Edilizia – Confederazione COBAS

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