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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Italia, forza!

(14 Febbraio 2008)

La parodia della democrazia, dove sembra che sia in gioco chissà che cosa, ci ha consegnato due grossi partiti di centro, che si contendono il “placet” di Confindustria e Vaticano, PdL e PD (con la riserva di allearsi in un governo di larghe intese), e la scomparsa della sinistra, che aveva il dovere, visto il fallimento del suo appoggio al governo Prodi, di azzerare i gruppi dirigenti e fondare il “partito del lavoro” per tutelare salariati, disoccupati, precari, pensionati.

Berlusconi o Veltroni al governo non rappresentano una differenza sostanziale se non nell’ambito degli interessi personali del Cavaliere. La macro-economia continuerà ad essere gestita dagli interessi e dalle strategie degli industriali che dettano le regole ad una politica da sempre subalterna.
Ai cari “nanetti” di centro e allo sconsolato Casini non resta che rassegnarsi al fatto che il “centro” è ormai tutto occupato e bisogna buttarsi con uno dei due partiti maggiori.

Il problema reale è la “cosa rossa” che, come si configura oggi, è una sommatoria di sconfitti e nostalgici, che desidera continuare a stare nel gioco politico perché per molti di loro la politica è un mestiere a vita. Secondo me costituiscono un ostacolo a quel “partito del lavoro” autogestito dai lavoratori di cui vi è un estremo bisogno, come vi è un estremo bisogno di far capire che le cose si ottengono con la lotta di massa, la chiarezza degli obiettivi, la partecipazione, e non seduti in Parlamento.

Personalmente non andrò a votare, perché non mi sento rappresentato da alcun partito, ma se dovessi farlo voterei Veltroni perché è l’unico che può battere il Cavaliere e con la sua scelta di andare da solo ha rivelato la subalternità e l’inconsistenza della sinistra.

14 febbraio 2008

Paolo De Gregorio

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