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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Contro la repressione rilanciare la solidarietà di classe

(30 Luglio 2006)

Martedì 11 luglio in Sardegna una nuova operazione poliziesca è scattata contro il movimento comunista e indipendentista: 10 arresti, 46 indagati, 50 perquisizioni... L'accusa, come sempre, di “associazione sovversiva con finalità di terrorismo” (art. 270 bis).
Questo attacco repressivo segue altri analoghi avvenuti in questi ultimi anni sia in Sardegna, sia in tutta Italia contro comunisti, anarchici e antifascisti. Esso è parte di una più ampia politica di contro rivoluzione preventiva che ha l'obiettivo principale di impedire la possibile saldatura tra avanguardie rivoluzionarie e istanze più avanzate della classe.
In un contesto caratterizzato dallo sviluppo della guerra imperialista contro i popoli oppressi e in particolare contro le masse arabe, diventa fondamentale per i regimi imperialisti, come il nostro, procedere alla pacificazione forzata del fronte interno, tentando di azzerare tutte le determinazioni soggettive rivoluzionarie che si oppongono radicalmente alla criminale volontà di dominio della borghesia imperialista.
Lo stato imperialista, per procedere nelle avventure guerrafondaie, deve puntare al rafforzamento interno promuovendo campagne reazionarie e attacchi repressivi contro chi mette in discussione il suo potere; sia che si ponga l'obiettivo della rivoluzione proletaria sia che si ponga quello dell'autonomismo e dell'indipendenza dallo stato “unitario”. Di questa tendenza fa parte anche il regime di isolamento imposto ai rivoluzionari prigionieri con l'applicazione dell'articolo 41 bis.
Queste politiche repressive sono le stesse anche in Francia, Spagna, Turchia…, per non parlare dei lager di Guantanamo e Abu Graib.
Il blitz in Sardegna avviene sotto l’egida dell’esecutivo di centro-sinistra…se questo è l’inizio, tempi duri ci attendono!…D’altra parte, cosa ci si può aspettare da Prodi, D’Alema, Padoa Schioppa e qualche sindacalista frega-lavoratori?
Noi non dimentichiamo che nel’99 fu il governo di centro-sinistra a partecipare al fianco degli USA all’aggressione all’ex Jugoslavia e nel 2001, a Napoli, durante il vertice WTO, fu il ministro Bianco a capeggiare il pestaggio di piazza e le torture in caserma contro i compagni che manifestavano.
Ed oggi, in Italia, la borghesia imperialista, attraverso l’esecutivo di centro-sinistra, si appresta a far passare, con il beneplacito dell’Unione Europea,politiche di tagli alla spesa sociale, privatizzazioni ed interventismo imperialista (vedi missione in Afghanistan) e repressione.

A fronte di tutto questo, che fare?
Noi pensiamo che sia sbagliata la strada di coloro che si proclamano antagonisti e rivoluzionari, ma nei fatti rispondono alla repressione cercando una sponda istituzionale, dialettizzandosi con i partiti borghesi, partecipando alle elezioni, strisciando in presenza di un assessore o di un deputato.
La realtà, ancora una volta, sta dimostrando che queste componenti, con questa politica, si allontanano da un percorso di lotta radicale al capitalismo, tentano di depotenziare, isolare e criminalizzare quella parte che si pone in rottura con lo stato borghese.
Invece noi riteniamo che bisogna far leva sulle contraddizioni insanabili tra le classi, che bisogna sviluppare all’interno della più generale lotta di classe, un ambito contro la repressione, che unisca chi non è disposto a svendere gli interessi proletari.
A tal proposito riteniamo che in questa fase sia importante la costruzione di organismi di Soccorso Rosso anche qui, in dialettica con quelli già esistenti in molti paesi europei.
In questo senso ci impegneremo nel modo più unitario possibile, non autoreferenziale, ma nel solco dell’esperienza del Movimento Rivoluzionario in generale e dagli anni’70 ad oggi-in particolare-.

Compagni e Compagne per la Costruzione del Soccorso Rosso in Italia (CCCPSRI)

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