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Via dal Libano, subito!

Il governo Prodi parla di pace e va alla guerra

(9 Settembre 2006)

Volantino diffuso al presidio contro la missione militare nel sud del Libano promosso dal Centro di Documentazione "Comandante Giacca" a Padova il 9 settembre 2006

Milioni di lavoratori e di giovani si sono mobilitati negli ultimi anni per chiedere il ritiro delle truppe italiane dai teatri di guerra: e' stata una delle bandiere dell’opposizione di massa a Berlusconi. Ma il governo Prodi dopo aver negato il ritiro immediato dall'Iraq e aver deciso di mantenere le truppe in Afghanistan, oggi si lancia in una nuova avventura militare in Libano.

L'unica differenza tra questo governo di centrosinistra e quello precedente di centrodestra, sta nella retorica "pacifinta" che accompagna l'invio delle truppe.
Prodi non si giustifica con la "guerra al terrorismo", come avrebbe fatto Berlusconi e invece afferma la necessità di "contribuire alla pace", ma il risultato concreto è la continuità delle missioni militari e dei loro fini imperialistici.

La missione in Libano non è una missione di interposizione tra Libano e Israele: le truppe italiane sono stanziate a 50 chilometri a nord del confine e occupano il territorio della Resistenza libanese.

La missione in Libano non è una missione di pace: è difficile pensare che un gigantesco dispositivo militare di navi da guerra, mezzi corazzati, reparti d’assalto, elicotteri da combattimento, sia missionario di pace.

La missione in Libano è una missione di guerra: la sua finalità è quella di avallare la guerra israeliana che l’ha preceduta, col suo carico di crimini, devastazioni, bombe chimiche, bombardamenti di cortei funebri (tutto giustificato dalla risoluzione ONU), e di completare ciò che la guerra d’Israele non è riuscita a conquistare sul campo, disarmando la resistenza libanese e riducendo il Libano ad un protettorato occidentale.

La missione in Libano è una missione imperialista: la sua finalità è quella di concorrere alla spartizione dei mercati e delle zone d’influenza. Balcani, Afghanistan, Iraq, sono solo le ultime tappe di questo storia. I governi di centro-sinistra o di centro-destra sono solo i comitati d’affari di questi interessi.

Contro questa missione, contro la politica di guerra del governo Prodi sosteniamo, senza riserve, il diritto d'autodifesa dei popoli palestinese e libanese contro le forze militari israeliane.
Non ci sarà mai pace in Medioriente all'ombra di uno Stato d'Israele che si regge sulla discriminazione razziale, sull'espansionismo militare, sul terrore quotidiano.
Solo il superamento di questo Stato coloniale potrà riaprire il varco ad una pacifica convergenza tra arabi ed ebrei in Palestina: in cui la piena autodeterminazione palestinese ad araba possa convivere con il diritto di autodeterminazione della minoranza ebraica.

Chiediamo a tutte le forze dei movimenti di tornare nelle strade e nelle piazze per dire a voce alta: via dalle imprese di guerra, basta col colonialismo, abbattiamo le spese militari per investire in salari, pensioni, sanita', e scuola!

Costruiamo comitati unitari contro l’invio dei militari italiani in Libano
No alla finanziaria di guerra
Per una sinistra che si opponga all'imperialismo e al sionismo costituiamo il Partito Comunista dei Lavoratori

Movimento costitutivo del Partito Comunista dei Lavoratori - Padova

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