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Ambiente e territorio, distruggiamo l'Italia al ritmo di otto metri quadri al secondo

(11 Febbraio 2014)

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Negli ultimi anni in Italia sono stati impermeabilizzati, cementificati, edificati o scavati 8 metri quadrati ogni secondo, a causa dell'espansione di aree urbane a densita' medio-bassa, di infrastrutture, di insediamenti commerciali, produttivi e di servizio. Michele Munafo' è il responsabile del settore Banche dati monitoraggio e fattori di pressione dell'Ispra (l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Ha scritto questo suo calcolo in un articolo pubblicato su 'Intresezioni', l'organo di informazione degli agronomi di Milano. Il quadro che ne esce è inquietante.
Bruciare territorio a quel ritmo vuol dire di fatto “produrre” una perdita di aree aperte naturali o vocate all'agricoltura e un aumento della frammentazione degli habitat, della discontinuita' paesaggistica, del rischio idrogeologico e dell'effetto negativo sulle risorse naturali, sulla biodiversita', sul clima e sulla qualita' della vita.

I dati Ispra mostrano come, a livello nazionale, il consumo di suolo sia passato dal 2,8% del 1956 al 6,9% del 2010, con un incremento di piu' di 4 punti percentuali. In termini assoluti, si stima che siamo passati dai circa 8.000 chilometri quadrati di consumo di suolo nel 1956 a piu' di 20.500 chilometri quadrati nel 2010. Un aumento che non si puo' spiegare solo con la crescita demografica. "E' quindi evidente che, anche nel nostro Paese, e' urgente la definizione di una politica efficace di limitazione del consumo di suolo, attraverso l'impostazione di chiari obiettivi progressivi di riduzione, immediati e significativi" sostiene l'esperto, anche perche', nel disegno di legge sul contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato, approvato dal Consiglio dei ministri alla fine del 2013, "gli indirizzi e i principi espressi in tema di consumo di suolo a livello comunitario sono considerati solo parzialmente".

Del resto, come mette ben in evidenza il presidente del Consiglio Nazionale degli architetti Leopoldo Freyrie proprio l’urbanizzazione selvaggia, lo scellerato consumo del suolo, e il disprezzo e violazione di ogni norma di pianificazione sono tra fattori “che hanno portato il Paese alla situazione in cui si trova ed ai disastri di questi giorni". E quindi, la manutenzione del territorio si dimostra sempre piu' volano fondamentale per sviluppare occupazione, green economy, nuove tecnologie “e per proteggere il nostro immenso, e immensamente importante, patrimonio paesaggistico”. In occasione della presentazione di DissestoItalia, l'inchiesta multimediale sul dissesto idrogeologico realizzata dagli architetti italiani insieme a Ance, Geologi e Legambiente, Freyrie ha ribadito che "la ricetta e' solo una: fermare l'abusivismo, ascoltare le denunce sui rischi idrogeologici e sismici che incombono su un territorio fragile e delicato come l'Italia, pianificare il territorio pensando alle generazioni future".

fabio sebastiani - controlacrisi.org

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