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A Stefano Valenti, vincitore del premio Campiello per "La fabbrica del panico"

(13 Settembre 2014)

Caro Stefano, ti inviamo queste quattro righe di commento al Premio Campiello Opera Prima e le nostre felicitazioni.

astefanovalenti

Fatica, sudore, sfruttamento, rischi per la salute e la vita ogni giorno, questo il prezzo pagato dagli operai in cambio di un salario miserabile.

Paura, panico, malattia, morte, rabbia, auto organizzazione senza delegare ad altri i propri diritti e interessi.

Lotta, gioia, rapporti umani solidali e una grande sete di giustizia per i nostri compagni vittime dell’amianto, sacrificati sull’altare del profitto da imprenditori senza scrupoli che hanno mandato coscientemente a morte centinaia di migliaia di operai.

Una società che mette il profitto prima degli esseri umani, che considera normale che più di mille lavoratori ogni anno muoiano per infortuni sul lavoro e che altre migliaia siano uccise dalle malattie professionali, continuando a inquinare gravemente l’ambiente e la natura è una società barbara senza futuro.

Una volta tanto una storia operaia vera, quella dei lavoratori della Breda Fucine di Sesto San Giovanni e del nostro comitato contro l’amianto, che tu hai raccontato così bene, viene premiata.
Il Premio Campiello assegnato al tuo romanzo La fabbrica del panico, è un riconoscimento anche per noi e per tutti coloro che continuano a lottare senza arrendersi per i propri diritti e per la giustizia sociale.

Ciao, un abbraccio da tutti noi.

Per il Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio,

Il presidente

Michele Michelino (il Cesare del tuo romanzo)


Sesto San Giovanni, 12 settembre 2014

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